ZU + LILI REFRAIN
15 marzo 2025, CSOA Forte Prenestino, Roma
IL PRIMA
Cerco di organizzare il sabato sera, sento un po’ di gente ma alla fine nessuno si accoda, non funziona nemmeno il trucchetto “ho un posto in macchina” che solitamente convince il 99% degli indecisi. Vado quindi da solo al Forte Prenestino, storico centro sociale che conosco esclusivamente di nome. Sono stanco di una giornata lunga e impegnativa (lavoro, palestra, partita dell’Italrugby, passeggiata con la cana, lavatrici da fare e stendere, piatti da lavare ecc.), ma il desiderio di vedere Lili Refrain è tanto e quindi ‘fanculo la stanchezza! Pago 5 euro di biglietto (!?!) ed entro: sembra il paese dei balocchi, con decine di bancarelle, infinita scelta per bere e mangiare, ma quello che balza all’occhio è la marea di gente presente, migliaia di persone. Penso di aver sbagliato serata, che il concerto di Zu e Lili Refrain forse è la settimana successiva, perché altrimenti non si spiegano tutte quelle persone. E invece è la serata giusta, nel piazzalone c’è un grande palco coperto, con due maxischermi laterali e ben tre telecamere (una fissa e due mobili) per le riprese video. Arrivo in prima fila, la transenna è mia e vicino a me c’è una coppia che amabilmente beve vino rosso da una bottiglia. In attesa dei concerti le casse passano Rage Against The Machine, Motorhead e Nine Inch Nails, la gente è presa a bene, in tanti ballano e cantano a squarciagola, tira un’aria positiva e la pioggia che meschinamente cade dal cielo non fa allontanare nessuno, al massimo si indossa un cappello o si tira su il cappuccio e si continua a ballare. Nonostante il freddo il pubblico è caldo, lo spettacolo può iniziare.
IL CONCERTO
Alle 22:30 inizia puntuale Lili Refrain, musicista romana che negli anni ha conquistato sempre più visibilità e pubblico grazie a dischi coinvolgenti e grandi performance sul palco. Lo stage è scarno, giusto qualche loop station, percussioni e campanelli vari, oltre a un paio di chitarre che la musicista suonerà di volta in volta per “costruire” i brani. Questa è la magia di Lili Refrain, impossibile toglierle gli occhi di dosso mentre si muove sul palco con fare ieratico, passando da uno strumento all’altro mandandolo in loop per stratificare in questo modo la canzone che prende vita davanti a noi spettatori affascinati e incuriositi. Tra un brano e l’altro Lili è brava e simpatica nello spiegare il funzionamento delle loop station e di come crea la sua musica, in modo da far capire quello che sta succedendo sul palco anche a chi non conosce il mondo degli strumenti musicali. Il concerto prosegue con un ritmo incalzante, gli applausi sono tutti meritati e Lili ringrazia più volte il pubblico: se possibile cercate di andare ai suoi concerti perché non sono semplici spettacoli, ma più viaggi in grado di portarvi lontano dalla vita di tutti i giorni con in sottofondo una musica bellissima.
Tocca agli Zu, band che non conosco ma so che “con loro si scapoccia”. Guardo gli strumenti sul palco e non vedo chitarre, ho qualche perplessità e quando il trio sale sul palco rimango shockato: basso, batteria e sax baritono fanno un casino infernale, tra distorsioni incredibili e loop (anche qui!) creati dal bassista che in questo modo può dedicarsi ad accordi e fraseggi particolari che non fanno di certo sentire l’assenza della sei corde. La musica degli Zu è rumorosa, sì, ma anche tanto potente, ed è vero che con loro si scapoccia. Anzi, si poga, e di brutto. Inizia la prima canzone e dietro di me parte il pogo, ma non dieci ragazzini pieni di energia e alcool, ma tanta gente, uomini e donne, giovanissimi e meno, metallari e alternativi, tutti che saltano, spingono e si divertono. Mi vorrei buttare nel caos, ma ho la giacca con telefono-portafoglio-chiavidicasa-chiavidellamacchina e non so come fare, troppo alto il rischio di rompere qualcosa o di perdere le chiavi e ritrovarmi a dormire per strada. I pezzi si susseguono, il volume è altissimo e non c’è freddo o pioggia in grado di fermare il pogo e la gente sorridente: alla fine del terzo brano dico alla coppia vicino a me (sì, quelli del vino, che continuano a bere) “lascio al giacca qui, dentro c’è la mia vita, mi ci date uno sguardo?” e mi lancio nel pogo. Sono tra i vecchi, mi guardo intorno e i ragazzi potrebbero miei figli, penso sia bello vedere tanti giovani che invece di avere il telefono in mano sudano scontrandosi con altre persone nel nome del divertimento. Intanto gli Zu, che fanno musica strumentale, decidono di massacrarci con alcuni delle canzoni migliori, stordendo la platea con sali-scendi improvvisi quanto decisi, accelerazioni repentine e stacchi fatti su misura per far sanguinare la gente. Di poghi ne ho visti e vissuti tanti, dai gironi infernali degli Slayer di trent’anni fa ai Pantera del 1998, e devo dire che in tempi “recenti” non mi divertivo così tanto dal concerto dei Testament nel 2016. Finisce la musica e sono sudato, un po’ abbozzato e sorridente, inoltre la giacca con la mia vita dentro è ancora lì al suo posto vicino alla coppia tranquillona, non poteva andare meglio!
IL DOPO
Torno a casa che sono quasi le 3, ho una crosta sul lato della testa (l’altro aveva un po’ di sangue in bocca, ci facciamo a vicenda “ok” con il dito e si ricomincia a saltare) ma ne vado orgoglioso così come ero orgoglioso delle cicatrici dopo le partite di rugby. Sono le 3, ho tanta vita in corpo, così improvviso una passeggiata notturna con la cana, che gradisce. Alla fine mi ritiro in casa assolutamente felice di aver vissuto una serata incredibile. Nei giorni successivi parlerò del Forte Prenestino e dei concerti con diverse persone e tutte quante mi diranno che un entusiasmo del genere è raro sentirlo uscire dalla mia bocca, ed è vero: non capita spesso, purtroppo, di vivere serate del genere, dove nulla va storto ma, anzi, tutto fila liscio e ben oltre le aspettative. L’unico dispiacere, ma questo è proprio voler cercare il pelo nell’uovo, è non aver fatto neanche una foto agli Zu, ma se siete arrivati a leggere fino a qui avrete capito il motivo.
Qui sotto trovate alcune foto di Lili Refrain, cliccando QUI, invece, ci sono un paio di video.











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