Skálmöld – Vögguvísur Yggdrasils

Skálmöld – Vögguvísur Yggdrasils

2016 – full-length – Napalm Records

VOTO: 8,5 – recensore: Mr. Folk

Formazione: Björgvin Sigurðsson: voce, chitarra – Þráinn Árni Baldvinsson: chitarra – Baldur Ragnarsson: chitarra – Snæbjörn Ragnarsson: basso – Jón Geir Jóhannsson: batteria – Gunnar Ben: tastiera

Tracklist: 1. Múspell – 2. Niflheimur – 3. Niðavellir – 4. Miðgarður – 5. Útgarður – 6. Álfheimur – 7. Ásgarður – 8. Helheimur – 9. Vanaheimur

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Vögguvísur Yggdrasils è il quarto full-length degli islandesi Skálmöld, la quinta uscita discografica se si considera anche l’eccellente live con l’orchestra Skálmöld og Sinfóníuhljómsveit Íslands del 2013. Ebbene, la band di Snæbjörn Ragnarsson e Björgvin Sigurðsson, fondatori del progetto nell’agosto 2009, non ha mai sbagliato un colpo. Anzi, è riuscita ad andare avanti portando ogni volta piccole novità nel sound ormai tradizionale degli Skálmöld: questa volta è l’influenza dell’heavy metal più classico in alcuni riff di chitarra (come in Niflheimur), strumento da sempre fondamentale per il risultato finale, tanto è vero che di chitarristi in formazione ce ne sono ben tre.

I quarantanove minuti di Vögguvísur Yggdrasils (“ninne nanne di Yggdrasill”) suonano tradizionali e privi di grandi sorprese, con qualche riff diverso dal solito e una maiuscola prova al microfono del sempre più convincente Björgvin Sigurðsson. Forse non si può sperare in meglio quando una band ha trovato la propria strada e prosegue la via in maniera sempre convincente.

Le nove canzoni che compongono il cd sono tutte di buona qualità, con i caratteristici cori maschili che da sempre contraddistinguono il combo di Reykjavík, così come lo sono le ritmiche che li hanno resi unici nel genere e immediatamente riconoscibili tra mille gruppi. L’opener Múspell è il classico up-tempo dalla forte melodia nordica e tutte le altre cose che rendono gli Skálmöld quelli che sono diventati. Niðavellir è un fantastico folk/viking metal di grande scuola, epico e dinamico, accattivante quanto tagliente nel suo stile asciutto e per niente scontato; il break di metà brano è una delle cose migliori dell’intero disco e non è certo un caso che il pezzo sia stato scelto come singolo. Il dualismo di Miðgarður, mid-tempo dai potenti ingressi di doppia cassa, è ben riuscito e gli accenti dell’organo di Gunnar Ben sono sempre nel momento giusto: la canzone che tratta di Midgard è un possibile futuro classico della discografia degli Skálmöld. Útgarður si distingue da tutto il resto per la possente vena dark delle strofe, ben supportate dal brutale cantato di Sigurðsson e dalle sporadiche urla del chitarrista Baldur Ragnarsson. Un altro brano degno di nota è Ásgarður, con la notevole accelerazione a metà composizione che porta a un bell’assolo di Þráinn Árni Baldvinsson seguito dal pregevole guitar work delle tre asce e dalle inimitabili melodie nordiche. Gli oltre nove minuti di Vanaheimur possono essere considerati come la summa di quanto presente in Vögguvísur Yggdrasils, ma non può non essere citato il momento in cui tutto sembra perduto, il silenzio ruba la scena alla musica e il vento inizia a soffiare sul nulla quando a sorpresa entra di prepotenza l’organo che ridà vita al tutto, portando con sé prima un timido fraseggio di chitarra e successivamente il resto degli strumenti. Questo intenso momento dagli sviluppi non solamente musicali è uno dei migliori dell’intero 2016, in grado di andare oltre alla musica e capace di sciogliere il cuore anche al più rude vichingo.

Molto interessante è l’aspetto lirico del disco: le nove tracce si rifanno ai nove mondi della mitologia nordica. Il frassino Yggdrasill sorreggeva l’universo e dalle fronde alle radici toccava i mondi di dèi, giganti e morti. Ogni canzone narra di un mondo: Niðavellir (letteralmente “campi della luna nuova”), ad esempio, racconta della regione abitata dai nani di stirpe Sindri. Come recita l’Edda poetica: 

Stóð fyr norðan
á Niðavöllum
salr ór golli

Sindra ættar…

Sta verso nord
nelle Niðavellir
la corte d’oro
della stirpe di Sindri…

Ultima cosa da aggiungere: se potete cercate di procurarvi la versione con il disco bonus: quarantuno minuti con quattro cover (Drink degli Alestorm da Sunset Of The Golden Age, Inní mér syngur vitleysingur dei Sigur Rós, Nattfödd dei Finntroll e Lazer Eyes dei canadesi Thor, act capitanato dal cantante/body builder Jon Mikl Thor), un inedito e tre brani live. Tanta carne al fuoco, ma soprattutto tanta qualità!

Vögguvísur Yggdrasils non fa altro che confermare la bontà della proposta di una delle poche “nuove” viking metal band realmente in grado di fare qualcosa di interessante e personale pur senza stravolgere le regole del genere. Ascoltare questo cd è come ritrovare un vecchio e caro amico che non si vede da due anni, ma con il quale si va sempre d’accordo perché proprio non può essere diversamente. Gli Skálmöld sono ormai una grande metal band del nostro genere e il nuovo disco non può che piacere agli appassionati di queste sonorità.

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