Nine Treasures – Arvan Ald Guulin Hunshoor

Nine Treasures – Arvan Ald Guulin Hunshoor

2012 – full-length – Einheit Produktionen

VOTO: 8,5 – recensore: Mr. Folk

Formazione: 阿斯汗 (Ashan Avagchuud): voce, chitarra – 敖瑞峰: basso – 丁凯 (Ding Kai): batteria – 伟力斯: balalaika – 艾伦: strumenti folk – 萨其尔: sample

Tracklist: 1. 圣赞 / Tenggerling Tool – 2. 神秘之力 / Nuutshai Chadal – 3. 十丈铜嘴 / Arvan Ald Guulin Honshoor – 4. 骑兵 / Morit Tsereg – 5. 娜明达赖 / Nomin Dalai – 6. 吆呼尔 / Yoohor – 7. 英雄 / Baater – 8. Galloping White Horse (bonus track) – 9. Through Pain (bonus track)

Se a una base di musica heavy metal si aggiunge un’abbondate dose di folklore cinese il risultato sarà Arvan Ald Guulin Hunshoor, disco di debutto dei Nine Treasures. L’altro nome da fare in questo caso è quello dei Tengger Cavalry dell’ormai lontano debut album Blood Sacrifice Shaman (2010), che pari ai Nine Treasures hanno contribuito alla diffusione del folk metal cinese nel mondo.

Il lavoro dei Nine Treasures è stato pubblicato originariamente nel 2012 come autoprodotto, ma negli anni ci sono state diverse ristampe: quella presa in considerazione per la recensione è del 2017 ad opera dell’etichetta tedesca Einheit Produktionen. Il cd si presenta in un’elegante veste digipak con una nuova copertina realizzata da Zakk Wu (Dying Fetus, Ritual Day) e la tracklist differente per quel che riguarda le bonus track. Nel disco del 2012 sono presenti la cover dei Metallica For Whom The Bell Tolls e Nuutshai Chadal in versione acustica, mentre in questa ristampa compaiono Galloping White Horse e Through Pain, brani tratti da l’EP digitale Galloping White Horse del 2015. Tutte le tracce sono state re-editate, ma sia la chitarra che il basso sono incisioni nuove di zecca, ora potenti e nitide rispetto alla precedente versione. Il booklet, purtroppo, vede solo la presenza dei testi non tradotti in inglese e nessuna foto, info su line-up, registrazioni e altre informazioni utili.

Il folk metal della band di Pechino è tendenzialmente allegro e ritmato, vicino per stile a quello dei Korpiklaani. Tutti i musicisti sono originari della Mongolia e difatti le canzoni sono cantate in lingua mongola e anche il logo del gruppo è caratterizzato dall’alfabeto mongolo. L’apertura del disco è affidata all’intro 圣赞 / Tenggerling Tool che presto lascia spazio alla robusta 神秘之力 / Nuutshai Chadal, canzone che può essere intesa come manifesto musicale dei Nine Treasures. La balalaika è sempre presente e la chitarra suona robusta con la voce di Ashan Avagchuud a metà strada tra il pulito e il tipico cantato mongolo throat singing. 十丈铜嘴 / Arvan Ald Guulin Honshoor è un altro pezzo ispirato, fortemente ritmato e sempre ricco di melodie folk che rendono la composizione deliziosa. Il ritmo cala in 骑兵 / Morit Tsereg, ma non la qualità della canzone: il mid-tempo concede respiro all’ascoltatore e mostra uno stile (purtroppo) poco utilizzato dai Nine Treasures. Nei tre minuti di 娜明达赖 / Nomin Dalai tornano a farsi sentire i riff in levare e le melodie gioiose tipiche della band, con il cantato sempre accattivante con delle linee vocali azzeccate. 吆呼尔 / Yoohor è la più korpiklaaniana di tutte le canzoni: con Jonne Järvelä alla voce e il violino al posto della balalaika non si noterebbe la differenza tra i due gruppi! L’ultima traccia del cd è 英雄 / Baater, mid-tempo roccioso e incisivo, equilibrato tra le parti heavy e quelle (squisite) folk, una canzone varia per stile durante la quale i musicisti si lasciano andare (un po’ come accaduto con la parte strumentale di Nomin Dalai) realizzando una canzone 100% Nine Treasures. Le due bonus track aiutano a dare un minutaggio almeno dignitoso ad Arvan Ald Guulin Honshoor che altrimenti non arriverebbe a 23 minuti. Galloping White Horse ha delle belle chitarre grintose e una parte centrale folk particolarmente ispirata che da sola vale l’acquisto del disco, mentre Through Pain, nonostante il titolo, ha sonorità spensierate e primaverili.

十丈铜嘴 / Arvan Ald Guulin Honshoor è un signor disco di debutto, una spanna sopra la media per qualità e freschezza. Ai Nine Treasures non va riconosciuto “soltanto” il merito di aver realizzato un cd semplicemente bello, ma anche di aver portato avanti con coerenza un sound e una visione della musica tutt’altro che scontata. Grazie alla ristampa della Einheit Produktionen questo album è facilmente reperibile, il consiglio, quindi, è quello di non farselo scappare.

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