Dawn Of A Dark Age – La Tavola Osca
2020 – full-length – Antiq Label
VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Emanuele Prandoni: voce – Vittorio Sabelli: chitarra, basso, batteria, clarinetto, sax, voce narrante
Tracklist: 1. La Tavola Osca (I Atto) – 2. La Tavola Osca (II Atto)
Per parlare del nuovo disco dei Dawn Of A Dark Age è necessario fare un’introduzione storica per meglio comprendere il lavoro di Vittorio Sabelli, la mente dietro al progetto che ha nel clarinetto la sua grande particolarità.
Gli Oschi/Osci erano un’antica popolazione italica che risiedeva in zone dell’attuale Molise, Campania e Calabria. Con i secoli e le battaglie furono infine inglobati dai romani e le ultime iscrizioni in lingua osca risalgono al I secolo a.C.. E proprio di lingua e documenti scritti si parla nel disco La Tavola Osca, ovvero l’importante oggetto trovato nel 1848 dal contadino Pietro Tisone mentre lavorava al suo campo. La tavola passò successivamente tra le mani dello studioso Cremonese per poi essere acquistata dal collezionista Castellani e finire più tardi in una teca del British Museum di Londra, dov’è tutt’oggi esposta. Oltre alla bellezza dell’oggetto davvero ben conservato, ricopre un ruolo importante il testo: su un lato si parla del sacro recinto dedicato a Cerere, delle festività sacre e delle modalità d’ingresso, mentre sull’altro c’è un elenco delle proprietà del recinto e delle persone che possono entrarci.
La Tavola Osca è il sesto lavoro dei Dawn Of A Dark Age un cd composto da due lunghe canzoni (rispettivamente ventitré e diciassette minuti) che raccontano il ritrovamento casuale e la storia della Tavola Osca. Parte dei brani sono acustici passaggi ambient arricchiti dagli arpeggi della chitarra acustica, con Sabelli che racconta in maniera diretta e un po’ teatrale gli avvenimenti. Molto interessante la prima volta, meno le successive, quando in verità sarebbe utile “skippare” i quasi sei minuti che portano alla sfuriata black metal che rappresenta il cuore della prima canzone e che colpisce positivamente fin dalle battute iniziali. L’aggressività non è mai fine a se stessa e il lavoro di chitarra è davvero di pregevole fattura; la voce di Emanuele Prandoni, molto urlata e comprensibile, è perfetta per la musica della band. La prima traccia continua tra rallentamenti soft e nuove parti elettriche, sempre molto melodiche anche nelle rare sfuriate tipiche del genere. L’ospite Antonia Gust e la sua voce sono protagoniste della prima parte di La Tavola Osca (II Atto), anche questa che inizia con il parlato di Sabelli e che prosegue con quella che sembra essere una marcia suonata dalla banda della città: tutto ha un dolce sapore retrò che rende questa sezione della canzone molto affascinante. Dopo cinque minuti fanno irruzione chitarre e batteria e invece di spazzare via tutto, come è solito aspettarsi, vanno a braccetto con melodie arcaiche e toni che si abbassano efficacemente e il risultato, in un certo senso, ricorda alcune cose di Inchiuvatu.
La Tavola Osca è un lavoro ambizioso nell’idea e nella realizzazione. Non a caso l’aspetto estetico della release è molto curato con tre diversi formati (cd, cd con portachiavi che riproduce la Tavola Osca e il ricco box limitato a 100 copie, chiaramente andato sold out in poco tempo) tutti molto belli. La band molisana ha realizzato un disco che entra subito nelle grazie dell’ascoltatore e, pur non immediato, lavora da dentro e il messaggio arriva subito a destinazione. Coraggioso e ben realizzato, La Tavola Osca è un cd davvero valido.
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