Ukanose – Siaurum Vejum

Ukanose – Šiaurum Vejum

2023 – full-length – Dangos Productions

VOTO: 8 – recensore: Mr. Folk

Formazione: Jokubas Giedraitis: voce – Linas Petrauskas: chitarra – Laurynas Tamaševičius: chitarra – Margiris Milinis: basso – Vilius Garba: batteria – Greta Gražulyté: flauto

Tracklist: 1. Liudna Liudna – 2. Ten Už Marių – 3. 1236 – 4. Jievaru Žydėsiu – 5. Iš Prūsu Žemės – 6. Apynėlis – 7. Samagonas – 8. Leliumoj – 9. Plėšikėliai

Ci sono voluti ben sette anni per ascoltare il secondo disco degli Ūkanose, ma ne è valsa la pena. La folk metal band lituana, infatti, aveva debuttato nel 2016 con il full-length omonimo, lavoro apprezzabile per le buone canzoni e il sound fresco anche se classico per il genere. Dopo l’EP …Kai Griadėjo Miškai… del 2020, quindi, l’attesa era alta e Linas Petrauskas e soci non hanno deluso le attese: Šiaurum Vèjum è un bel disco di gustoso folk metal che varia tra melodie accattivanti e accelerazioni improvvise, con un occhio di riguardo per il guitar work. Proprio l’uso e l’importanza della chitarra nelle nove tracce del cd è quel qualcosa in più (e di diverso) che permette agli Ūkanose di distinguersi dalle numerose realtà folk/pagan metal dell’est Europa.

L’opener Liudna Liudna è un mid-tempo dal doppio cantato uomo/donna (sempre in clean) con belle melodie che rimane facilmente in testa, caratteristica di un po’ tutte le canzoni comprese in questo album. La seguente Ten Už Marių presenta le stesse caratteristiche in quanto melodie, accelerazioni di doppia cassa e riff granitici sono alla base della canzone, anche questa ben riuscita. Il riffing di 1236 è di chiaro stampo heavy, così come le cavalcate ricordano la NWOBHM, con il flauto di Greta Gražulyté che dipinge suoni e atmosfere magiche. Il disco prosegue su queste coordinate senza particolari scossoni, tra pezzi votati alla potenza (ma non alla cattiveria) come Jievaru Žydėsiu o l’up-tempo Leliumoj, composizione tipicamente folk metal che se fosse stata inserita a metà scaletta avrebbe dato un po’ di movimento in più all’ascolto. Ultima canzone del lotto è l’ottima Plėšikėliai, non a caso scelta anche come singolo e video prima della pubblicazione di Šiaurum Vejum: cambi di tempo, ritornelli a più voci e una ricerca – sempre riuscita – delle armonie giuste rendono il brano il migliore del lotto.

Il disco dura quarantaquattro minuti, ma volano via ascoltandolo. L’audio è buono, reale e professionale: Augustinas Bėkšta e Gints Lundbergs (Skyforger, Varang Nord, Dissection) hanno fatto un gran lavoro in studio e in generale se gli album dei gruppi su grandi etichette suonassero in maniera naturale e potente (invece di essere “plasticosi”, come si suol dire), la musica ne gioverebbe di certo. Da menzionare anche Lina Andrijaityte Pauliukiene, autrice della bella copertina dell’album. 

Con Šiaurum Vèjum gli Ūkanose confermano di essere un’ottima band che meriterebbe un’attenzione maggiore nella parte occidentale dell’Europa e, perché no, di avere la possibilità di suonare anche da queste parti. Šiaurum Vèjum potrebbe essere la chiave in grado di aprire alcune di queste porte.

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