Intervista: Aesis

Aesis è un nuovo progetto, iniziamo quindi parlando di come è nata questa idea e quali sono gli obiettivi che vi siete posti.

Parlare di Aesis è, per chi ci conosce almeno, un po’ come parlare di noi stessi: un profondo amore per il metal, per le sonorità folk e per la storia, in particolare dei nostri antenati, coloro che hanno contribuito a creare una storia epica nelle nostre terre natie. L’obbiettivo infatti è proprio quello di unire questi tre elementi e portare alla luce le gloriosa gesta di uno di quei popoli spesso dimenticati o annoverati solamente come “pre-romani”, ovvero i Galli Senoni, una tribù di lingua e origine celtica che si stabilì nel territorio romagnolo e delle marche del nord tra V-IV sec. a.C., gli ultimi arrivati di una lunga scia di invasioni galliche nelle penisola.

Qual è il significato del nome della band? Quale, invece, quello dei vostri nomi d’arte?

Il nome del progetto è nato, come spesso accade, intorno ad un tavolo bandito di bevute. Inizialmente il progetto doveva nascere come trio, e fu proprio il nostro Micheal che propose il nome: Aesis, l’antico nome del fiume Esino, fiume che non solo segnò un probabile confine per i territori di questo popolo ma che in un modo o nell’altro, tangeva tutte le città di noi fondatori, lo abbiamo colto come un segno e abbiamo quindi deciso di adottare questo nome. Il progetto si è poi evoluto in due, decidemmo però di aggiungere ai nostri soliti nome d’arte (Senon & Eoghan) anche un richiamo più storico, così a Senon si sommò Brennus, richiamo al grado militare di “condottiero” della lingua gallica, in quanto le basi metal dal sound estremo e brutale sono sua competenza nella composizione, mentre Eoghan aggiunse Esugenos, nome che probabilmente è all’origine dell’etimologia del suo nome effettivo, e fa riferimento a “Figlio di Aeso” o “figlio delle acque”, la sua connotazione mistica e divina si sposa perfettamente col ruolo di chi dirige le orchestrazioni e le melodie all’interno del progetto.

Come descrivereste la vostra musica a chi non ha avuto modo di ascoltarvi?

Vera, diretta e vissuta. Vera perché figlia di nostri effettivi interessi accademici e personali; diretta perché il suo sound brutale e sognante al contempo vuole mettere in chiaro la brutalità di un popolo così dedito alla guerra ma in egual misura così vicino alla natura e al culto del mondo spirituale (intenso in senso ultraterreno, divino o personale che sia); vissuta perché come già detto è qualcosa di cui parliamo sempre con estremo piacere, che sia in contesto musicale o meno, e che con i suoi insegnamenti ci aiuta a vivere meglio anche la nostra vita nel XXI secolo.

Siete “colleghi” negli Haegen, presumo quindi che oltre a una certa affinità musicale c’è anche un bel legame di amicizia: è così?

La nostra amicizia è ben più che salda e consolidata: è vero che siamo colleghi anche sul fronte Haegen, ma le nostre scorribande musicali non si limitano a questo! Abbiamo infatti anche un duo acustico di musica irish e medievale, siamo poi entrambi musicisti nei corrispettivi progetti solisti folk dell’altro (Senon & the Korrigans e Eoghan the bard), e la cosa divertente è che abbiamo per la testa ancora molti altri progetti che vedranno la luce a tempo debito, per ora ci limitiamo ai (già troppi) progetti che abbiamo all’attivo.

Toutas è il vostro primo lavoro, un EP composto da quattro tracce. Come si è svolta la composizione dei brani?

La composizione di Toutas è stata indubbiamente travagliata. La stesura dei brani era già pronta ad inizio 2020, incluse registrazioni di orchestrazioni e voci, ma ahimè da lì si sono accavallati numerosi fattori che ne hanno rimandato la release: tra covid, reunion degli Haegen, nascita di progetti parelleli e più di tutte: nello stesso 2020 l’hard disk in cui tutta la produzione di Toutas era stata effettuata, ha deciso di fare un viaggio nell’Ade dei congegni elettronici, il recupero dei file era impossibile e solo pochissimi elementi si sono salvati grazie a dei file di backup della pre-produzione. Ha richiesto non poco tempo ri-registrare tutto e tornare a lavorare su quei brani, non tanto per gli aspetti tecnici quanto per l’avvilimento di doverli rifare ancora. Il sound finale non è infatti come lo puntavamo inizialmente anche per questo motivo, ma abbiamo preferito far uscire l’opera anche per ridere del destino avverso e dare al progetto una prima luce.

L’aspetto lirico è importante e mi piacerebbe saperne di più.

La scelta di scrivere testi in italiano era una ferma intenzione di avvicinarci alla valorizzazione della nostra storia e delle nostre radici, a questa scelta già ardua in un contesto come il black metal, abbiamo optato per qualcosa di più: inserimenti di frasi latine, in riferimento alla documentazione dei grandi storici romani che ci narrano le gesta di questi popoli, e elementi ricostruttivi della lingua gallica di zona cisalpina, per la quale ci siamo permessi di disturbare Davide Devisarno Inghingalo ed Edward Hatfield, storici e linguisti già collaboratori di band quali Eluveitie e Bansaidh, e ora fortunatamente anche nostri. La stesura dei testi segue molto l’andamento dei brani: poetiche per quelle più “magiche e sognanti”, auliche e orgogliose per brani dal sound epico, così come cupi e truci per le canzoni dal sound più oscuro ed aggressivo; l’EP Toutas è una sintesi del nostro metodo di scrittura che sicuramente si riproporrà anche nei nostri futuri lavori.

In un mondo monopolizzato da vichinghi, è sempre piacevole e interessante quando i gruppi decidono di parlare di antichi Romani, Galli Senoni, Etruschi e Oschi. L’interesse per la storia e i popoli che hanno vissuto nelle nostre terre è fonte d’ispirazione e di riscoperta delle origini. Come vi siete avvicinati al popolo dei Galli, e pensate ci possano essere dei “messaggi” che possono essere buoni convertiti al mondo moderno?

Anche qui la musica è stata la chiave di volta, dopotutto quando già si è amanti della storia, ci si avvicina sempre a quelle sonorità antiche, si scopre quindi la musica celtica e indagando un po’ sui macro concetti che vi sono dietro, si inizia a scindere quello che è l’eredità musicale definitiva “celtica” (che all’effettivo è di matrice ben più recente) e quella storica. Il mondo accademico ha chiuso questo cerchio per entrambi, portandoci con mano le dettagliate storie di questo fiero popolo di cui, insieme a molti altri ovviamente, ne condividiamo orgogliosamente il sangue. Le vicende che li vedono protagonisti sono così ricche di pathos eroico e arcaico che hanno sicuramente possibilità di essere interpretate nella società odierna. Il motto di Aesis infatti è “RIOS POS ANKU” che tradotto dalla lingua gallica significa “Liberi fino alla morte”, ma citando un gesto storico di Brenno potremmo anche menzionare il famoso “Vea Victis” / “Guai ai vinti”, tre semplici parole in grado di spronarci al fine di non essere mai dal fronte degli sconfitti.

NB: notare che anche i nostri cari amici Dyrnwyn lo menzionano in un loro brano, ciò ne fa capire il grande eco storico, e se lo fanno loro che sono la “controparte musicale” dei Senoni Aesis, direi che questa storia è più viva che mai, giusto?

La copertina è molto semplice e diretta: cosa volete trasmettere con quell’immagine?

La copertina è una foto scattata in un luogo mistico delle nostre montagne, dal nome altisonante di “Fossoscuro”, dove in una delle nostre visite vi abbiamo ritrovato ciò che rimaneva di un cavallo. Tutto è avvenuto in un periodo in cui parlavamo proprio del progetto e vedere quelle bianche ossa immerse tra i chiaroscuri di quella maestosa forra è stato per noi un segnale. Abbiamo “addobbato” il teschio con una collana rappresentante la falera di Manerbio, reperto archeologico gallico presente anche nel nostro logo, una volta “messo in posa” il cavallo, che ricordiamo è un animale sacro nella cultura celtica, abbiamo scattato la foto. Trasudava misticismo, storia e qualche richiamo oscuro, ancora non lo sapevamo, ma avevamo già la copertina perfetta per il nostro EP!

Chi sono i modelli musicali ai quali vi ispirate?

Domanda a cui è difficile rispondere con una sola risposta. Nonostante i tanti anni di musica e amicizia abbiamo idee di sound e gusti piuttosto diversi e distinti. Sicuramente possiamo dire che l’apporto black con quelle venature epiche e folk è frutto di Senon, ispirato da gruppi quali Draugr, Forteresse, Heol Telwen, Bran Barr, Saor, Cruachan, Primordial e Agalloch. Le orchestrazioni, le melodie, l’impianto corale e le voci pulite sono invece frutto del lavoro di Eoghan grazie ad ascolti derivati da contesti dell’epic e del symphonic metal grazie a band quali Rhapsody, Blind Guardian, Nightwish, i primi Heidevolk, Eluveitie o compositori orchestrali quali Hans Zimmer e Howard Shore.

Siete un duo, ma c’è possibilità di vedervi in concerto con l’aggiunta di musicisti session?

Assolutamente sì! Aesis doveva infatti nascere come band prima di deviare per la strada di progetto, ma non abbiamo abbandonato questa volontà e anzi, siamo già alla ricerca di validi membri per accrescere la nostra Touta! Speriamo di poter dare quanto prima la notizia di questo nostro ennesimo traguardo, anche perché è un genere che da il meglio di sé in contesti live dopotutto.

Quali saranno i vostri prossimi passi? Forse un full-length?

Annunciamo con estremo piacere che i pezzi del nostro futuro full-length sono già non solo in scrittura, ma per larga parte già composti, essendo la storia di questo progetto ben antecedente la release come già detto prima. Difficile prevedere le tempistiche, specie per via delle numerose rifiniture che richiederà, ma contiamo di farvi avere presto sue notizie.

Parlando degli Haegen, dopo aver pubblicato il singolo/videoclip di Mazzamurello, cosa dobbiamo aspettarci? Il disco arriverà entro la fine dell’anno?

Mazzamurello è stata solo la prima “nota” del nuovo spartito degli Haegen, seguiranno sicuramente altre canzoni e moltissimo altro materiale a cui stiamo lavorando incessantemente. Sulle tempistiche, purtroppo, preferiamo non esprimerci troppo a causa dei numerosi live che ci aspettano questa estate e dei numerosi progetti paralleli che richiedono il nostro tempo, ma garantiamo ai fan che gli Haegen stanno facendo di tutto per presentare quanto prima nuovo materiale e che se non vedrà la luce entro il 2024, sarà sicuro tra noi nel 2025 insieme a tante altre nuove release! Consigliamo di seguire le nostre pagine per non perdervi tutte le novità!

Grazie per la disponibilità e di nuovo complimenti per Toutas. Volete aggiungere qualcosa?

Grazie a te Mister Folk per il tuo tempo e la tua attenzione! Ricordiamo a tutti di seguire non solo le nostre pagine social, ma anche di godersi una lettura al fine di riscoprire la storia delle nostre origini e dei nostri antenati! Ah e già che abbiamo parlato di galli e romani: ricordiamo ai lettori che l’8 giugno ci troverete con gli Haegen sul palco del Traffic Live di Roma, insieme ai romani Dyrnwyn e i goliardici Blodiga Skald, per un live tutto folk metal da non perdere! (l’intervista è stata fatta a fine maggio, ndMF)

Rios Pos Anku!

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