Ilienses – Jae
2024 – full-length – Masked Dead Records
VOTO: 8,5 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Mauro Medde, Natascia Talloru.
Tracklist: 1. Jae – 2. Tzonca – 3. Eròes – 4. Hampsicora – 5. Ili Lur In Nurac Sessar – 6. Animas – 7. Arbèschet

IN BREVE
Con il secondo disco Jae il duo sardo Ilienses ha tutte le carte in regola per lasciare un segno nella scena dark folk internazionale: in un genere spesso chiuso all’interno di precisi paletti stilistici (e geografici) i nostri portano alla ribalta temi e musica legati alla Sardegna con passione e bravura.
RECENSIONE
La Barbagia è una zona montuosa della Sardegna centrale, ricca di pascoli e boschi di tasso, leccio e quercia roverella. Gli Iliensi erano una popolazione nuragica che nel II millennio a.C. viveva nella zona centro meridionale della Sardegna. Queste due brevi informazioni, per quanto superficiali, possono aiutare a capire il mondo di provenienza dei due musicisti che hanno dato vita al progetto Ilienses nel 2018, un mondo che con il secondo full-length Jae – il debutto Civitates Barbariae risale ai primi mesi del 2020 – Mauro e Natascia continuano ad esplorare e a far conoscere al di fuori della propria terra.
Il cd si presenta estremamente bene, in un elegante digipak di buona qualità, dal libretto corposo – 20 pagine! – con foto suggestive e tutte le varie informazioni che possono tornare utili all’ascoltatore, in particolare i testi in sardo, lingua utilizzata dagli Ilienses, tradotti in inglese, per dare così l’opportunità a tutti di comprendere in pieno le canzoni. In Jae si parla delle popolazioni della Barbagia, tra storia e leggende, nella ricerca di un legame con gli avi tentando di immaginare la loro aspra vita tra violenza e cambiamenti. Per fare ciò, sembra scontato ma non sempre lo è, si fa necessario un lavoro certosino nella ricerca e lo studio degli strumenti musicali, con tanto di costruzione rigorosamente artigianale degli stessi.
La musica degli Ilienses è nuova e fresca, senza limiti temporali, eppur ancorata al passato ma capace di guardare avanti, verso il prossimo passo. A un orecchio poco esperto quello proposto da Mauro Medde e Natascia Talloru potrebbe sembrare una semplice copia di quanto fatto dai Wardruna, magari con un sapore mediterraneo in modo da giustificare l’esistenza della band. Non è così, perché le composizioni di Jae sono di forte impatto, 100% sarde, anzi, Barbage: per comodità la musica può essere etichettata come dark folk (o folk ambient), ma nelle sette composizioni presenti nel cd viene fuori lo spirito della Barbagia ed è possibile entrare in contatto con una parte di noi che non conosciamo o non siamo in grado di comprendere. Tutto all’interno di Jae è al suo posto, non ci sono momenti meno brillanti di altri, tutto si poggia su un equilibrio che in pochi possono permettersi, ma che gli Ilienses hanno di natura.
Jae si muove con delicatezza, ma ha la forza di spaccare le pietre, soave anche grazie alla voce di Natascia Talloru, dirompente nell’energia che la musica riesce a scaturire. Tzonca è un brano maggiormente ritmato, dall’incedere deciso e ipnotico, come lo sguardo dell’assiolo che nel testo parla con il sole. Grande fermento in Eròes, pezzo potente e arcaico, ricco di strumenti a fiato e percussioni incalzanti. Nei sette minuti di Hampsicora risalta il throat singing – presente anche in altre composizioni, in particolare nella successiva Ili Lur In Nurac Sessar – e il ritmo lento, quasi martellante al punto da entrare nel cervello e nel cuore. La poc’anzi menzionata Isli Lur In Nurac Sessar è scritta in barbaricino, una variante del sardo, e affascina fin dal primo ascolto con la sua ammaliante andatura cantilenante. L’uso delle voci, dei fiati e delle percussioni possono portare alla memoria gli Heilung, ma è bene ricordare che gli Ilienses hanno una propria personalità ben sviluppata. La penultima traccia è una semi strumentale molto bella e “morbida” dal titolo Animas, mentre Jae termina con Arbèschet, ennesima canzone di spessore – anche questa in barbaricino – dalle tinte oscure, inquietante nel suo avanzare ma nella quale prima di terminare trova spazio una parte quasi “moderna” del folk con fiati e campanelli: elegante e sorprendente.
Alla fine dei quarantaquattro minuti d’ascolto, quel che rimane è il piacere della scoperta di avere in casa un gruppo di tale spessore. Se è vero che viene naturale pensare a Wardruna ed Heilung in alcuni momenti, è anche vero che gli Ilienses si muovono su territori mediterranei – con tanto di strumenti e suoni – diversi dal dark folk più noto. Sicuramente la terra di Sardegna con la sua storia e la sua lingua ha reso possibile un lavoro come Jae, ma è anche certo che Mauro Medde e Natascia Talloru sono due musicisti preparati in grado di realizzare un disco in grado di competere con i big stranieri.

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