FOLKSTONE + LYKAION
26 aprile 2013, Orion Live Club, Ciampino, RM
I bergamaschi Folkstone tornano a Roma per il quarto anno consecutivo, e lo fanno nel quarto locale differente, un dato che in un certo senso rispecchia le difficoltà della scena capitolina.
L’Orion Live Club, ubicato a Ciampino e mal collegato con la città per chi non possiede l’automobile, presenta un discreto colpo d’occhio quando iniziano a suonare i Lykaion, gruppo romano dedito ad un mix tra gothic, heavy e hard rock con un album alle spalle dal titolo Nothin’ But Death. Il cantante/chitarrista Alessandro Sforza, esteticamente somigliante a Tom G. Warrior del periodo più cotonato, cerca spesso il sostegno del pubblico ricevendo una discreta risposta, soprattutto dallo zoccolo duro di affezionati che sono attaccati alle transenne. Musicalmente, però, i Lykaion sono troppo dispersivi, passando da momenti simil HIM ad altri più aggressivi e thrash oriented, senza riuscire a lasciare il segno più di tanto. Sicuramente da riascoltare, ma al momento non convincenti.
Persephone: Il solito polemico…ti devo ricordare gli auguri di morte che hai dovuto subire per quel “famoso” report dei Gorgoroth??? Un po’ di diplomazia, cazzo!!! Alle volte, è meglio chiudersi in un dignitoso riserbo…
Ben altra storia e musica con i Folkstone, che per il quarto anno di seguito, come raccontato dal batterista Edo, vedono aumentare il numero di spettatori al proprio show, com’è normale che sia per una band costantemente on the road, autrice di lavori davvero buoni e soprattutto dotati di un tiro sul palco che in pochi, stranieri compresi, possono vantare.
Persephone: Grande Edo!!! Ogni volta che ci rivediamo viene fuori che siamo gli “stronzi dell’intervista su Metallized”, un onore di cui spesso ci siamo vantati in questi ultimi due anni!!! Figa, che intervista, la banda degli storti, non se sa se più gli intervistatori o gli intervistati…
Il concerto inizia con l’accoppiata Nebbie/Folkstone: i volumi sono presto regolati, ma la batteria rimarrà troppo alta per tutta la serata. La setlist ufficiale, ben ventuno canzoni, spazia tra tutti i lavori, compreso l’inedito Respiro Avido, a mio parere la canzone meno bella dell’intera discografia, rilasciato in occasione della pubblicazione del dvd Restano i Frammenti.
Persephone: Ma che cazzo dici??? L’ho sentita l’altro giorno su youtube ed è veramente figa…Mr. Folk dei miei stivali pelosi stile mammut…
I musicisti interagiscono costantemente con il pubblico, Roby sorride sempre, Andreas e Maurizio si divertono e fanno divertire, mentre il chitarrista Luca Bonometti, da poco nella line-up, pare ancora poco inserito nel contesto. Dopo l’amata Frerì è il turno della nuova cover proposta dai nove musicisti orobici, Tex dei Litfiba, cantata a squarciagola da chiunque sappia almeno il ritornello. Dopo la strumentale Luppulus In Fabula, che fa ballare praticamente tutti i presenti, si continua con le varie Terra Santa (come sempre dedicata a Giovanardi) e Frammenti, fin quando la timida ma grintosa Roby prende in mano il microfono: è il momento della selvaggia Un’altra Volta Ancora! Le poche energie rimaste si esauriscono saltando a ritmo di musica, la chiusura è affidata a due pezzi da novanta come Omnia Fert Aetas e Rocce Nere, brani amatissimi dal pubblico. I Folkstone salutano e si avviano nel backstage per poi far ritorno sul palco con i bis: Nell’alto Cadrò e Con Passo Pesante sono la tipica conclusione dei concerti, ma il pubblico non vuole saperne e “costringe” il gruppo a un’altra canzone, In Taberna, come richiesto in coro dai presenti. La band di Bergamo raccoglie i meritatissimi applausi e scende dallo stage per incontrare e chiacchierare con i propri fan, umili e disponibili come sempre.
Persephone: Ok, però, non hai raccontato nulla del nostro mito: Andreas alias Bagonghissimo e le sue performance di danza inconsulta sul palco…!!!
A fine serata è possibile tirare le somme: i Folkstone, anche lontano da casa, hanno un seguito molto intenso, il pubblico varia dagli adolescenti alle persone ben oltre i cinquanta anni che chiedono di fare le foto con i musicisti, anche se – chiaramente – i numeri sono ben distanti da quelli dei palcoscenici del nord Italia. La sezione ritmica composta dal potente basso di Federico e dal pulitissimo drumming di Edo (ottime alcune accelerazioni rispetto alle versioni in studio!) è semplicemente perfetta, gli strumenti folk sono l’anima della musica e creano un muro sonoro devastante, Lore, infine, oltre ad essere il solito animale da palco, migliora di volta in volta che ho l’opportunità di vederlo live: il suo cantato è ormai sicuro e trascinante (forse anche perché il lungo tour che terminerà ad ottobre è appena iniziato…), mai così determinato ed efficace. Ultima cosa, ma importantissima: la loro musica mi mette sempre di buon umore.
Persephone: E a noi??? Bisogna dire se spaccano o no, è quello che interessa il fottuto popolo del metal…ma ti devo insegnare proprio tutto…
La macchina da guerra (e di divertimento!) Folkstone razzia Roma e riparte verso nuove terre da conquistare; nonostante sia stata la quinta volta che io e Persephone li abbiamo visti in concerto non possiamo che volerne “un’altra volta ancora”.
Persephone: Sì, “un’altra volta ancora” svegliarsi il giorno dopo con il collo spezzato e le ossa ridotte ad un’inutile gelatina, “un’altra volta ancora” far volare l’orologio chissà dove sotto le transenne causa pogo sfrenato, “un’altra volta ancora” blablabla…quante inutili stronzate…Folkstone: una band che spacca di brutto e questa è l’unica cosa che conta!!!
Foto a cura di Persephone.
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