Trollfest – Brumlebassen
2012 – full-lenght – NoiseArt Records
VOTO: 7,5 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Trollmannen: voce – Per Spelemann: chitarra – Mr. Seidel: chitarra – Psychotroll: basso – TrollBank: batteria – Manskow: fisarmonica, banjo – DrekkaDag: sassofono
Tracklist: 1. Brumlebassen – 2. Böse Tivoli – 3. Illsint – 4. Hevlette – 5. Finsken, Norsken og Presten – 6. Mystisk Maskert – 7. Apis Mellifera – 8. TrinkenTroll – 9. Verboten Kjærleik – 10. Bråk – 11. Sellout – 12. Rundt Bålet – 13. Konterbier (bonus track)
Nato, come di consueto, tra interminabili bevute e sessioni nell’appartamento di Trollmannen, la quinta bottiglia di idromele etichettata Trollfest ha un sapore ormai noto eppur al tempo stesso nuovo. Di base sempre di “true norwegian balkan metal” si parla, con i classici brani veloci e grotteschi che si alternano a intermezzi che definire buffi è riduttivo; assoluta novità, invece, è la pop oriented, almeno nel ritornello, Sellout, traccia totalmente inaspettata che sicuramente farà discutere, nel bene e nel male, gli ascoltatori di questo Brumlebassen. Il disco, come confermato dalla band in sede di intervista, è un riassunto dei precedenti quattro lavori aggiornato a quello che i Trollfest sono oggi e, sempre per usare parole loro, spingersi un passo in avanti musicalmente parlando, lasciando – fortunatamente – i testi nel solito stile.Torna il circo itinerante chiamato Trollfest a poco più di un anno dal precedente passaggio in studio di registrazione, e mai come in Brumlebassen (“calabrone” in danese) i pazzi norvegesi hanno dato sfoggio di varietà, follia e coraggio.
La prima cosa che si nota è il wall of sound creato dalle chitarre sulla base massiccia del batterista Trollbank, un impatto simile al precedente cd En Kvest For Den Hellige Gral, ma dal risultato meno grasso e più nitido. Registrato e mixato da Marius Strand nel suo studio di registrazione, senza dimenticare le aggiunte acustiche realizzate nell’appartamento di Trollmannen, Brumlebassen ha il suono che ogni disco dei Trollfest dovrebbe avere, chiaro ma leggermente sporco, confusionario ma perfettamente equilibrato, in grado di dare una sensazione di caos anche quando il caos non è presente.
La spassosa copertina, che ritrae un troll di nome Brumlebassen vestito da ape mentre cerca di rubare il miele dall’alveare per poi farci l’idromele, è opera di Jonas Darnell, famoso fumettista svedese che aveva già collaborato con la band per Villanden. L’intero booklet riprende, con il solito stile ironico della formazione norvegese, il tema della copertina, tra api umane, descrizioni simil scientifiche e grafici utili per comprendere lo stato di arrabbiatura delle api.
Il disco si apre con la title track: chitarra arpeggiata, un fastidioso ronzio che si conclude con la puntura dell’insetto al povero Trollmannen, l’inizio del caos. Melodie gitane, la voce sgraziata del simpaticissimo singer, riff di chitarra semplici e melodici, tutto nel classico stile Trollfest. Böse Tivoli vede l’importante presenza di strumenti a fiato, tra chitarre minacciose di stampo thrash e aperture cantabili. I primi brani di Brumlebassen non danno tregua, è già il turno diIllsint, la canzone scelta come anteprima: velocità, fiati eleganti che ricordano certe sonorità messicane e riff heavy metal perfetti per il crowd surfing. Particolari le accelerazioni di metà brano, intenso il momento dove i nostri riprendono la melodia messicana di inizio canzone. Con Hevlette arriva il primo momento tranquillo, dove alla musica campagnola si aggiunge la voce di Trollmannen quanto mai buffa. Tornano le sonorità proprie dei Trollfest con Finsk en, Norsk en og Presten, traccia dove è presente in qualità di ospite il cantante dei Finntroll, Vreth, ma soprattutto dove Drekka Dag ha spazio per un assolo di sax completamente folle. Musica tranquilla per Mystisk Mask ert, dove in un contesto acustico e intimo viene approfondito il personaggio Brumlebassen, prima che l’inizialmente thrasheggiante Apis Metallifera faccia ripiombare il cd nel caos tipico dei Trollfest. Con lo scorrere dei minuti la canzone presenta le tipiche sonorità della band norvegese, tra melodie balcaniche e richiami al folk tradizionale. Trink enTroll (della quale è stato girato anche il videoclip) alterna sfuriate veloci ed estreme alle strofe con chitarre arpeggiate e riff lineari, prima del grandioso, semplicissimo ma tremendamente efficace ritornello. Molto malinconica è Verboten Kjærleik, una canzone che racconta dell’amore impossibile, con tanto di pianto disperato, tra un troll e un’ape: la musica è ispirata dal folklore greco ed è la perfetta colonna sonora di questa triste storia. Con Bråk si torna alle sonorità classiche della band di Oslo: groove e le urla di Trollmannen, stacchi folk e una mucca che muggisce, ritmi potenti e un ritornello stranamente melodico. Sellout è una canzone destinata a far discutere per via del ritornello pop oriented dove è presente l’italiana Mariangela Demurtas, singer dei gothic metallers norvegesi Tristania. Sellout è un tipo di canzone completamente nuova per i Trollfest, che mai avevano “osato” spingersi tanto verso l’orecchiabilità. Il brano è ben composto e neanche “brutto” da ascoltare, semplicemente non sembra una traccia dei Trollfest se non per i dieci secondi centrali: l’avrei vista meglio come bonus track piuttosto che parte integrante dell’album. L’ultimo brano di Brumlebassen è probabilmente il migliore di tutto il lotto: Rundt Bålet è uno sfrenato up tempo divertente dove la fisarmonica di Drekka Dag è in primo piano, tra motivetti da balera romagnola e melodie assolutamente allegre. Breve, spassoso, impossibile da ascoltare senza iniziare a saltare come grilli… non c’è niente da fare: quando i Trollfest decidono di scatenarsi con pezzi prettamente folk ci riescono sempre alla grande!
La bonus track dell’edizione digipack è Konterbier, brano semplice dotato di una buona melodia che rimane impressa nella memoria anche dopo un solo ascolto. Melodia ripresa nel finale quando viene stappata una lattina di birra e viene riproposta con i gargarismi, prima del classico, prevedibile, rutto finale. Brumlebassen presenta quindi, oltre ai canonici brani folk oriented, anche pezzi impensabili fino a qualche tempo fa (la ballad Verboten Kjærleik e Sellout), o nuove, interessanti, influenze (musica messicana e greca). Di fatto è un buon album molto vario e divertente, con qualche sorpresa non necessariamente piacevole, ma che denota la volontà della band di guardare avanti pur continuando ad essere se stessi.
Tra assurde storie tragicomiche, troll che ne combinano di tutti i colori, demenzialità e un’attitudine che la maggior parte della “concorrenza” può solo invidiare, i re incontrastati del “True Norwegian Balkan Metal” continuano a colpire il bersaglio. E ora, finalmente, brindiamo con l’idromele del troll Brumlebassen!!!
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