Northern Oak – Of Roots And Flesh
2014 – full-length – autoprodotto
VOTO: 9 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Martin: voce – Chris: chitarra – Rich: basso – Wib: batteria – Digby: tastiera, violino – Catie: flauto
Tracklist: 1. The Dark Of Midsummer – 2. Marston Moor – 3. Gaia – 4. Nerthus – 5. Isle Of Mists – 6. Taken – 7. Requiescant In Pace – 8. The Gallows Tree – 9. Bloom – 10. Of Roots And Flesh – 11. Only Our Name Will Remail – 12. Outro
Gli inglesi Northern Oak hanno un grande merito: fanno vivere il folk metal con passione e sincerità. Una cosa che anche in tanti altri tentano di fare, ma la band di Sheffield ha dalla sua una competenza musicale e una capacità di scrittura che veramente in pochi si possono permettere. In poche parole, i Nothern Oak hanno personalità da vendere. Qualcosa si poteva intuire dal debutto Tales From Rivelin (2008) e dal discreto Monuments (2010), ma nulla lasciava presagire un full-length di classe e bontà come Of Roots And Flesh.
Of Roots And Flesh è nato in seguito all’ormai sempre più utilizzato crowdfunding: se da una parte c’è la gioia nel constatare il desiderio dei Northern Oak di realizzare il cd, dall’altra c’è la profonda amarezza in relazione al fatto che un gruppo così talentuoso e personale non abbia il sostegno di una casa discografica. Con il mercato pieno di dischi fotocopia e formazioni all’esordio dopo appena qualche mese di esperienza, possibile che nessuno abbia notato la bontà delle dodici canzoni qui presenti?
Of Roots And Flash inizia in maniera non canonica: The Dark Of Midsummer è una traccia di quasi nove minuti, cadenzata e massiccia, durante la quale il flauto di Catie è di primaria importanza. Il vocione growl di Martin spiazza al primo ascolto, ma ci si rende facilmente conto che lo stile utilizzato dal frontman è perfetto per il sound dei Northern Oak. Diversi cambi di tempo rendono il brano coinvolgente e il finale, inquietante prima e dinamico poi, è un piccolo capolavoro. La seguente Marston Moor inizia con un incedere tipicamente Primordial, ma il vero protagonista è il flauto che disegna melodie ora delicate, ora aspre. Belli gli inserti di violino e ottime le chitarre nel creare un muro corposo ma non grasso; nel testo sono inserite parti di una poesia di Alfred Noyes, poeta inglese amante di temi fiabeschi e marinari. Gaia è un altro gran bel pezzo di Of Roots And Flash: il basso è particolarmente vibrante e in vista, le atmosfere nebbiose, i cori colpiscono fin dal primo ascolto…
Return to the primal
Fierceness of life
Inside each sapling
Seeking to the pierce the sky
Il pianoforte di Digby introduce Nerthus, canzone dalla struttura non lineare, dove parti soft e folkeggianti si scontrano con piccole accelerazioni e momenti tipicamente metal, ma è con la strumentale Isle Of Mists che l’ascoltatore rischia di uscire di testa: si tratta di una fantastica composizione acustica di quattro minuti che si accompagna alla pagina del booklet riservata a lei. Si cambia registro per Taken, dall’inizio che può ricordare i grandiosi Novembre per malinconia e bravura. Il violino crea melodie macabre prima di “impennarsi” e prendere la situazione in mano, facendo letteralmente quello che vuole. Il break centrale è più arioso e atmosferico, ma improvvisamente le chitarre si fanno aspre e minacciose prima di tornare all’arpeggio di inizio canzone: un piccolo capolavoro! Requiescant In Pace è un brevissimo intermezzo che conduce a The Gallows Tree, dal testo cupo e il violino “impazzito”, dove melodie intense e il growl di Martin s’intrecciano con grande gusto. Bloom ha l’impatto di una tipica canzone folk metal, dalle ritmiche forsennate e i riff di chitarra pungenti quanto la batteria è devastante. I Northern Oak non conoscono pause qualitative e con la title track sfornano un altro brano magnifico, in grado di rappresentare perfettamente la band inglese in quanto, al suo interno, sono presenti tutti gli elementi che caratterizzano in positivo Of Roots And Flesh; non a caso la canzone è stata scelta come traccia d’apertura di Mister Folk compilation II. Il disco volge al termine con l’elaborata Only Our Name Will Remail: parti ritmate si avvicendano a momenti brutali, gli strumenti a fiato ricoprono un ruolo fondamentale nel creare visioni notturne, arpeggi di chitarra acustica e assoli creano una canzone di grande dinamicità e forza che porta a Outro, dove voce e violino si perdono nel vento e nel rumore delle onde che s’infrangono sugli scogli.
What use in glory when
Only names will remain?
Il disco si presenta in maniera squisita: bel digipak elegante, booklet ricco di foto, testi, informazioni e citazioni di Aristotele. La carta utilizzata è di buona qualità, le immagini scelte – la “classica” affascinante campagna inglese – sono bellissime ed emozionanti.
Ottima anche la produzione (la registrazione è avvenuta presso gli Skyhammer Studios), pulita e potente, leggermente sporca e forzuta nelle frequenze basse, perfetta per le sonorità dei Northern Oak. Eccellente la prova dei musicisti, ma per una volta un plauso particolare va rivolto al bassista Rich: il suo strumento, anche grazie alla produzione, gode di grande visibilità ed è possibile gustare ogni stacco e passaggio del quattro corde.
La band inglese ha quindi realizzato un lavoro di grande qualità, ottimo sotto tutti i punti di vista, realizzato con personalità e gusto, interessante per gli interi cinquantotto minuti di dura. Si può dire, in un certo senso, che i Northern Oak rappresentino il lato (o l’evoluzione) “filosofica” e colta del folk metal. Ma non solo: Of Roots And Flesh è prima di tutto una grande sorpresa. Eccellente musica, una spiccata personalità e un futuro, si spera, in discesa. Finché ci saranno gruppi come i Northern Oak a suonare, il folk metal continuerà a vivere in ottima salute.
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