Shot Folk, ovvero recensioni senza troppi giri di parole. Nove dischi/EP/singoli raccontati in poche righe con la semplicità e la sincerità di Mister Folk. Piccole sorprese e cocenti delusioni dal mondo folk/viking, dritti al punto senza perdere tempo. Si tratta di un esperimento, se sarà gradito avrà un seguito, quindi mandate i vostri feedback! Folk on!
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Cellar Darling – This Is The Sound
2017 – full-length – Nuclear Blast
14 tks – 60 mins – VOTO: 6
Dopo lo split del giugno 2016 con gli Eluveitie, Anna Murphy, Merlin Sutter e Ivo Henz non perdono tempo e danno vita ai Cellar Darling, pubblicando un anno dopo il debutto This Is The Sound (ovviamente sul colosso Nuclear Blast). La musica è facilmente descrivibile come quella degli Evanescence che incontra quella degli Eluveitie meno estremi e più “radiofonici”, ovvero accordi grassi di chitarra, ritmiche medie e grande importanza ai ritornelli con sprazzi di ghironda e poco altro. La canzone più rappresentativa del disco è l’opener Avalanche, ma c’è da dire che ben quattordici tracce sono un po’ troppe e il senso di noia è sempre dietro l’angolo. Rimandati al secondo disco, sperando sia più vario e intrigante di This Is The Sound.
Forest King – Lore Born
2017 – full-length – autoprodotto
9 tks – 38 mins – VOTO: 7
Gli USA non sono certo tra i paesi più rinomati per il folk metal, ma sempre più spesso arrivano alla pubblicazione realtà interessanti. Tra questi ci sono i Forest King, quartetto di Coeur d’Alene, cittadina dell’Idaho che si affaccia su un grazioso lago. La band è attiva dal 2012 e arriva al full-length di debutto Lore Born senza avere pubblicato in precedenza demo o EP. Nonostante ciò il disco è assolutamente godibile e ben realizzato, ma bisogna chiarire che siamo dinanzi a un disco vicino al death metal melodico con venature folk. Non ci sono violini o tastiere, non c’è spazio per la melodia e per ruggenti cori, ma solo (buona) aggressività su temi tipici del genere come troll, idromele e guerrieri vichinghi. 38 minuti di potenza ben rappresentati dal brano Roots To Rise.
Frosttide – From Dusk To Ascend
2017 – single – autoprodotto
3 tks – 12 mins – VOTO: 7
In attesa del terzo full-length in arrivo tra non molto, i finlandesi Frosttide pubblicano il singolo – solo in formato digitale – From Dusk To Ascend, un tre tracce nel tipico sound della band e piacevole da ascoltare. La title-track farà parte del prossimo album ed è una classica canzone Frosttide, ovvero extreme folk metal con forti influenze sinfoniche. Seguono la ri-registrazione di Assault (da To Journey del 2012) e la cover di Lodi dei Creedence Clearwater Revival. Si tratta, quindi, del più tipico degli antipasti in attesa della portata principale. Aspettiamo fiduciosi.
Holy Blood – Glory To The Heroes
2017 – EP – Vision Of God Records
5 tks – 23 mins – VOTO: 7
Gli ucraini Holy Blood sono noti, oltre per il discreto extreme folk metal che propongono, anche e soprattutto per essere una band dichiaratamente cristiana. Ecco spiegato il perché la formazione di Kiev (che a volte si autodefinisce “unblack metal”) abbia firmato con la Vision Of God Records, label americana impegnata nella pubblicazione di metal estremo di stampo cristiano. Glory To The Heroes contiene due strumentali (un totale di quasi otto minuti) e tre pezzi mid-tempo cantati in lingua madre impreziositi dalla melodie di flauto; il prossimo full-length di Fedor Buzilevich e soci suonerà in questo modo o ci saranno più cambi di tempo? Non ci resta che aspettare le prossime mosse degli Holy Blood…
Incursed – The Slavic Covenant
2017 – EP – autoprodotto
5 tks – 21 mins – VOTO: 7
Classico EP digitale che precede la pubblicazione del full-length, il quarto in carriera per gli spagnoli Incursed. Musicalmente The Slavic Covenant prosegue il discorso di Elderslied, ovvero extreme folk metal con grandi melodie e momenti accattivanti. Da segnalare la presenza di Wild! (2017), nuova versione del brano contenuto nel debutto Morituri del 2010 e la divertente cover Take On Me degli A-Ha. Pochi mesi e avremo tra le mandi il nuovo disco…
Lost Shade – Hegau
2017 – full-length – Oomoxx Media
10 tks – 49 mins – VOTO: 6,5
Il lato anonimo della Germania. In diciotto anni di attività il trio tedesco ha pubblicato solamente tre album, tra difficoltà varie e infiniti tempi per rilasciare un cd. Il precedente lavoro Rückkehr Nach Asgard del 2010 era un mezzo disastro e fortunatamente i nostri, grazie forse anche a sette anni di lavoro, sono riusciti a pubblicare un full-length discreto, sicuramente il miglior disco della carriera. Hegau è un macigno di viking black metal crudo e diretto nel tipico stile teutonico, ma si lascia ascoltare senza troppi pensieri e che sorprende quando – finalmente! – i musicisti si sforzano nel realizzare qualcosa di più particolare e personale. Tod, Krieg Und Finsternis è l’esempio migliore di quanto appena detto: perché non compongono 5-6 canzoni con questo spirito e qualità da affiancare a una manciata di schegge viking black?
Kraamola – Мольфар
2017 – EP – autoprodotto
4 tks – 19 mins – VOTO: 7
Classico folk metal sovietico per gli ucraini Kraamola, arrivati al nuovo EP Мольфар (Molfar) dalla bellissima copertina tre anni dopo la pubblicazione del full-length di debutto Na Zlami Epokh. Il quattro pezzi qui presente – disponibile solo in formato digitale – serve più che altro per tenere in vita il nome della band in attesa del secondo album; la qualità delle canzoni è più che discreta (ma la cover strumentale di Ministry Of Fools dei Saxon era evitabile) e in particolare il brano che da il titolo al dischetto merita di essere ascoltato attentamente. Buon ascolto in attesa di qualcosa di più sostanzioso.
Svartby – Under Frusna Stjärnor
2017 – single – autoprodotto
2 tks – 10 mins – VOTO: SV
Uscita digitale per i russi Svartby, creatori di mondi e concept album divertenti quanto originali. Under Frusna Stjärnor è un singolo composto da due tracce, la prima canzone è la title-track che sarà presente anche sul prossimo full-length: non si tratta del classico pezzo “Svartcore brutal folk metal” (definizione che da la band alla propria musica) come ci si potrebbe aspettare, bensì un robusto mid-tempo buono per introdurre alcuni elementi lirici del prossimo cd. La nuova versione di Moder Av Alla Häxor (da Kom I Min Kitter del 2007) è stata incisa per festeggiare i dieci anni dalla pubblicazione del primo album e suona più potente dell’originale. I russi Svartby non hanno mai sbagliato un colpo e c’è da scommettere che proseguiranno così anche con il prossimo disco.
Tengger Cavalry – Die On My Ride
2017 – full-length – autoprodotto
14 tks – 42 mins – VOTO: 6
I Tennger Cavalry stupirono un po’ tutti al tempo del debutto Blood Sacrifice Shaman risalente al settembre 2010. Dopo quel boom di freschezza la band si è lentamente e progressivamente ammosciata, causa anche dell’esagerata mole di materiale riversato senza la minima logica. Dodici album, tre live, tre EP più altri singoli e compilation sono una quantità esagerata in soli sette anni di carriera. L’ultimo arrivato, Die On My Ride, presenta nuove influenze e al tipico folk metal della band troviamo chitarroni saturi e saltuari riff vicini al metalcore. Non per forza un male, ma la magia di inizio carriera è quasi del tutto scomparsa e quella poca rimasta è messa a dura prova da una brutta canzone come Ashley.
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