Odroerir – Das Erbe Unserer Ahnen
2017 – full-length – Einheit Produktionen
VOTO: 8 – recensore: Mr. Folk
Formazione: Fix: voce, basso, strumenti folk, percussioni
Tracklist: 1. Abecedarium Nord – 2. Das Erbe Unserer Ahnen – 3. Thule – 4. Idisi – 5. Wanderer – 6. Phol Ende Uuodan – 7. Hyperborea
Una cosa è certa: agli Odroerir di pubblicare dischi in rapida successione non interessa minimamente. La band della Thuringia si è formata nel 1998 e con il presente Das Erbe Unserer Ahnen arriva appena al quarto disco, pubblicato a ben sette anni di distanza dell’ottimo Götterlieder II. Il cd si presenta con un booklet di dodici pagine dove in ogni facciata è presente una foto della natura con sopra scritti i testi delle canzoni. Le canzoni sono in antico alto tedesco e le parole sono tratte dall’Abecedarium Nord e dal Merseburger Zaubersprüche (Gli Incantesimi di Merseburg, si tratta delle canzoni Idisi e Phol Ende Uuodan), un volume unico nel suo genere con all’interno delle poesie magico-sacrali di stampo pagano (per saperne di più cliccate QUI); purtroppo l’intero booklet è privo di traduzioni in lingua inglese, il che penalizza non poco l’acquirente. Molto bello e di grande effetto, invece, la grafica della parte superiore del cd che rappresenta il Disco di Nebra, una piastra metallica dell’Età del Bronzo raffigurante le fasi lunari e le Pleiadi.
Il titolo del disco è traducibile con “l’eredità dei nostri antenati” e proprio di un ritorno al passato si può parlare ascoltando le sette lunghe tracce (quasi un’ora di durata complessiva) che compongono l’album: le canzoni sono acustiche e intime, molto delicate anche quando ritmate. La sensazione che si prova ascoltando Das Erbe Unserer Ahnen tenendo gli occhi chiusi è quella di essere con gli Odroerir in una foresta, i musicisti intorno al fuoco scoppiettante a cantare in armonia con la natura che li circonda. La musica di Das Erbe Unserer Ahnen è vero folk, senza intromissioni di altri generi o influenze esterne: musica del folklore, suonata col cuore e riproposta senza trucchetti. Fix, mente e unico membro per questo lavoro, si è circondato di ospiti di qualità e a sorpresa ha deciso di tornare alle radici della musica invece di proseguire con l’atteso Götterlieder III.
I nove minuti dell’apertura Abecedarium Nord sono semplicemente magnifici. Percussioni e scacciapensieri creano un muro ipnotico infranto dalle deliziose note del violino e dalle sporadiche parole di Fix; l’ingresso del duo Waldträne dona uno sprint inaspettato quanto gradito che ricorda nella sua brevità i grandi Otyg. La title-track si presenta in maniera soave, dal ritmo scandito dalla sei corde acustica e caratterizzata da un lungo assolo di chitarra suonato con buon gusto da Stephan Gauger dei Fimbulvet. Thule va ascoltata ad occhi chiusi: ha un qualcosa di magico in grado di portare l’ascoltatore in mondo lontano e fantastico, ovvero come immaginiamo sia stata Thule. La prima parte di Idisi il testo è è malinconica e quasi spettrale, ma con l’ingresso delle percussioni e del flauto la canzone cambia radicalmente fino a diventare una straripante composizione briosa che trova poi una via di mezzo tra i lamentosi canti degli elfi di tolkieniana memoria e la musica delle alte montagne. Le sonorità della successiva Wanderer sono più dirette e immediate, con poche parti cantate a favore degli strumenti a corda, l’opposto di quanto accade in Phol Ende Uuodan, pacata nell’incedere con ancora una volta presenti i Waldträne: la voce della leggiadra Knoepfchen è incantevole e rende la canzone quasi sublime quando è presente la sua voce. La conclusione di questo bel cd è affidata a Hyperborea, canzone dove sono presenti come ospiti i Gernotshagen, formazione pagan metal tedesca in amicizia con Fix, il quale ha partecipato come guest nel loro Wintermythen del 2005. Hyperborea è in un certo senso la summa di questo lavoro, tra cori delicati, melodie intriganti e ondeggianti percussioni.
Das Erbe Unserer Ahnen è un gran bel disco di musica folk. Gli Odroerir rinviano Götterlieder III per dare spazio al richiamo del passato e il risultato è, come al loro solito, di grande qualità. L’unica pecca di questo disco risiede nel booklet che può esser visto come l’emblema di quello che sono Fix e il suo gruppo: schivo e di nicchia, (purtroppo) poco conosciuto al di fuori della Thuringia e dei festival nord europei a tema folk, ma d’altra parte sembra che la volontà del gruppo sia proprio quella di rimanere nell’ombra. Non sarà certo Das Erbe Unserer Ahnen a dare la grande notorietà agli Odroerir, ma la speranza (e l’augurio) è che quanta più gente si possa avvicinare a questa piccola gemma di musica folk dagli interessanti contenuti storici/pagani.
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