Odroerir – Götterlieder II

Odroerir – Götterlieder II

2010 – full-length – Einheit Produktionen

VOTO: 8,5 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Fix: voce, chitarra, flauto, mandolino, tastiera, large schalmei – Natalie Nebel: voce – Stickel: chitarra, small schalmei – Manuel “Marley” Schmidt: basso – Veit: violino, cello – Philipp: batteria

Tracklist: 1. Heimdall – 2. Bifröst – 3. Des Thors Hammer Heimholung – 4. Idunas Äpfel – 5. Skadis Rache – 6. Der Riesenbaumeister – 7. Allvater

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La definizione data dalla casa discografica a Götterlieder II (“Second Part of their Musical Adaption of the Edda. Epic Pagan Folk Metal”), terzo disco degli Odroerir, dice praticamente tutto. Non si tratta della solita uscita pubblicitaria atta a piazzare qualche copia in più tra gli amanti del folk metal, ma della nuda verità. Chi conosce la storia e la classe dei tedeschi capisce subito di ritrovarsi tra le mani l’ennesimo gran lavoro del combo proveniente dalla Thuringia.

I testi trattano infatti dell’Edda poetica, una raccolta di poemi in norreno estratti dal manoscritto islandese del XIII secolo Codex Regius: insieme all’Edda in prosa(scritta da Snorri Sturluson) è la più importante fonte di notizie sui miti germanici e sulla mitologia norrena che già erano confluiti in Götterlieder del 2005: quel che ne esce è un secondo concept originale e molto simile ad una colonna sonora. Al di là delle facili enunciazioni ciò che più colpisce di Götterlieder II è che la tracklist suona incredibilmente fresca pur non portando particolari novità all’interno del sound, un tradizionale folk metal ricco di spunti personali di spiccata qualità. Pensandoci bene (e a posteriori) le premesse c’erano comunque tutte: una discografia, seppur limitata a due release, di grande spessore e, soprattutto, la presenza di Fix (axeman dei bravissimi Menhir) a certificare che gli Odroerir non sono certo un gruppo teutonico qualunque.

Il disco si apre in maniera epica con le percussioni ed il violino di Heimdall, ai quali si aggiungono molto presto flauto e chitarra. Il cantato di Fix è delicato e ben si addice al sound del gruppo. La canzone dura oltre otto minuti e, grazie a un songwriting di assoluta qualità, risulta varia e piacevole per tutta la sua durata. Trova spazio pure un bell’assolo di chitarra, stilisticamente vicino all’heavy metal che arricchisce ulteriormente una canzone praticamente perfetta. L’ascolto prosegue con i tre minuti di Bifröst, un brano chitarra-voce (e cori) che rimanda a terre lontane dove la natura è la signora incontrastata che incute timore e rispetto. Des Thors Hammer Heimholung vede nuovamente protagonista il violino di Veit: una prima parte soffice e leggiadra in cui il limpido cantato di Natalie Nebel disegna scenari sognanti, viene doppiato da una seconda metà pesante e metallica decorata dalle dolci melodie di Veit. La quarta traccia, Idunas Äpfel, è una malinconica ballata acustica dalla lunga durata, dove i cori maschili e la voce di Natalie si amalgamano perfettamente con gli arrangiamenti, creando un’atmosfera evocativa di sublime riuscita. Con la successiva Skadis Rache le sei corde tornano a ringhiare e il sound a giocare con un gusto tipicamente folk metal: la novità (presente solo in questa canzone) del cantato growl nella parte centrale del brano si sposa perfettamente con l’aumento di intensità del drumming e con il riffing roccioso di Fix e Stickel. Der Riesenbaumeister è un altro brano acustico con un grazioso arpeggio di chitarra a fare da sottofondo al cantato di Fix che ben si alterna con Natalie e il coro di voci maschili. In tutto l’album è presente un perfetto alternarsi e sovrapporsi di voci (lead e backing) che riesce costantemente a non cadere nel banale e, anzi, a rappresentarsi quale più evidente trademark del sound degli Odroerir. In chiusura troviamo i diciannove minuti di Allvater, una lunga cavalcata dove sono presenti tutti gli elementi che rendono il gruppo della Thuringia unico e originale: trovano infatti spazio le bellissime melodie di violino, i riff di chitarra sempre granitici e mai invadenti, l’alternarsi delle voci con i cori e – soprattutto – quella sensazione (ipersensoriale e bellissima!) che proietta in un mondo fatto di natura incontaminata, di silenzio e devozione, di sconfinati boschi all’interno dei quali l’aria si fa pesante e non un raggio di sole riesce a penetrare il fitto fogliame degli imponenti e secolari alberi.

La musica dei sei tedeschi è un personalissimo folk metal in cui non sono presenti ritmi danzerecci o riff spacca collo, dove ogni singolo strumento si mette al servizio del songwriting dando origine a un sound delicato, morbido e dolce. Götterlieder II è in grado, però, di penetrare senza pietà la carne per colpire a morte il vostro cuore: anche solo dopo il primo ascolto non potrete più voltarvi indietro, completamente conquistati dalle atmosfere fantastiche che questi bravi musicisti sanno creare.

Album consigliato a tutti i folk metaller (o più genericamente, ai possessori di buon gusto), Götterlieder II  deve far parte della propria collezione musicale.

NB – recensione rivista e aggiornata rispetto alla versione originariamente pubblicata per il sito Metallized.

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