Sono passati più di due anni dalla precedente chiacchierata con lo studioso e amico Luca Taglianetti, autore di diversi libri sul folklore norvegese. La scusa per questa nuova intervista con il filologo e traduttore di letteratura scandinava è il suo ultimo libro Troll, scritto dall’illustratore e pittore Theodor Kittelsen, famoso nel mondo metal per l’utilizzo delle sue opere come copertine dai vari Burzum, Otyg, Taake e Satyricon tra gli altri. Luca Taglianatti ha tradotto (per la prima volta in italiano) e commentato il libro: i troll (ma anche altre creature fantastiche) sono i protagonisti del volume, decisamente meno cupo rispetto a Svartedauden. La Morte Nera, ma che, anzi, in alcuni punti risulta essere perfino divertente. Tra huldrer e nøkker è arrivato il momento di lasciare la parola a Luca:
Ciao Luca, bentornato sulle pagine di Mister Folk. Iniziamo subito parlando del tuo ultimo libro Troll pubblicato da Vocifuoriscena. Hai curato due libri di Theodor Kittelsen, un personaggio che hai studiato in maniera approfondita. Ti chiedo di descrivere ai lettori che tipo di persona era e se ci sono delle particolarità del carattere che ti hanno stupito/incuriosito.
Kittelsen era una persona di una sensibilità artistica unica, nonché un grande scrittore, basti vedere il lavoro di rielaborazione delle leggende sulla Morte Nera, la peste che sconvolse la Norvegia nel XIV sec., per avere un’idea del suo estro poetico. Mi ha sempre affascinato del suo carattere l’idea che egli avesse “realmente” visti i troll che poi avrebbe disegnato nelle sue innumerevoli illustrazioni per le fiabe norvegesi; questo denota, secondo me, una grande immaginazione e una comunione, per così dire, con l’ambiente naturale norvegese dei boschi e dei fiordi.
Come dici nell’introduzione del libro, grazie al lavoro di Kittelsen i troll, per la prima volta, acquistano una fisionomia ben definita e “nazionale”, è forse questa la cosa più “importante” che ha fatto Kittelsen?
Sicuramente la definizione di come doveva essere rappresentato un troll è stata davvero importante, visto i maldestri esiti degli illustratori precedenti, come ho mostrato di recente alla Sapienza. Ma è stato proprio il fatto di legare i troll alla natura norvegese la chiave di volta della sua opera. La Norvegia veniva da un periodo difficile, e riconoscere i propri monti, i propri boschi sullo sfondo delle avventure di Ceneraccio è stato fondamentale per una presa di coscienza nazionale, quei luoghi non erano più la periferia di una provincia del regno Danese, ma di una nazione ricca di tradizioni e cultura.
Nel libro non ci sono solo troll, ma anche huldrer, nøkker, e fossegrimer tra gli altri. Kittelsen, quindi, ha raccontato e disegnato anche le altre creature del folklore norvegese.
Kittelsen ha disegnato quelle che sono le creature principali del folklore norvegese, non troviamo lupi mannari, fantasmi o vampiri semplicemente perché o non fanno parte o sono presenti solo minimante nella tradizione popolare norvegese.
Tra le storie presenti nel libro, quale ti ha colpito di più e perché?
La mia preferita è “Il draug”. Non solo per l’aspetto da racconto gotico della storia, totalmente assente nelle leggende sul draug della tradizione, ma anche perché, come dicevo, qui soprattutto si mostrano le qualità di scrittore e narratore di Kittelsen.
Hai tenuto presso l’università La Sapienza di Roma una lezione sui troll di Kittelsen. Lo so che non è facile, ma ti va di riassumere in poche righe quando hai detto quel giorno per le persone che non erano presenti?
Ho parlato degli esseri soprannaturali norvegesi attraverso i disegni che Kittelsen fece per il suo libro Troldskab, ho cercato di spiegare il significato di alcuni aspetti legati ad essi, inoltre ho sottolineato l’importanza che ha Kittelsen in patria, essendo quasi misconosciuto qui in Italia.
Hai una preferenza tra il Kittelsen illustratore e il Kittelsen scrittore? Possono queste due personalità essere “divise”?
È difficile rispondere a questa domanda, apprezzo entrambi; Kittelsen non ha scritto molto, ma il poco che ci ha lasciato è di altissimo valore letterario. Credo che se avesse avuto la possibilità, avrebbe scritto di più, ma essendo spesso in difficoltà economiche dedicava tutto il suo tempo alle illustrazioni, quindi erano due aspetti della stessa personalità, solo che il secondo, quello di scrittore, per forza di cose non è stato sviluppato ulteriormente.
Oltre in libreria dove si può trovare il libro Troll?
Sui principali canali online, oltre che sul sito della casa editrice Vocifuoriscena.
Ci sono dei gruppi che hanno trattato i troll di Kittelsen nelle loro canzoni? Nella precedente intervista hai fatto i nomi di diverse band poco conosciute ma molto interessanti, hai qualche nuovo nome da consigliare?
Visto che i troll di Kittelsen fanno parte della tradizione comune nordica, direi che quasi tutti i gruppi di folk metal/rock scandinavi trattano in un modo o nell’altro di questi esseri.
Nel 2010 è uscito il film Troll Hunter, io lo trovo molto gradevole fermo restando la sua leggerezza. Lo hai visto e hai un’opinione a riguardo?
Anche io l’ho visto e sono d’accordo con te, un bel film da vedere senza pretese.
Stai lavorando a nuovi libri? Puoi dirci qualcosa a riguardo e dare alcune anticipazioni?
È in uscita questa estate per Vocifuoriscena la “Mitologia finnica” di Ganander, che ho curato in collaborazione con Marcello Ganassini. Si tratta di un dizionarietto sugli dei, sui riti e le credenze dei finni antecedente alla pubblicazione del Kalevala.
Grazie Luca per la tua disponibilità, sei sempre gentile. Puoi aggiungere qualunque cosa.
Grazie a te Fabrizio per l’interesse continuo di Misterfolk per i miei lavori, come al solito rimando alla mia pagina su Academia per tutti gli aggiornamenti sulle mie prossime uscite, conferenze e articoli (scaricabili gratuitamente).
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