Árstíðir Lífsins – Saga á tveim tungum I: Vápn ok viðr
2019 – full-length – Ván Records
VOTO: 9 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Marsél: voce – Stefán: chitarra, basso, cori – Árni: batteria, viola, violoncello, organo, cori
Tracklist: 1. Fornjóts synir ljótir at Haddingja lands lynláðum – 2. Sundvǫrpuðir ok áraþytr - 3. Morðbál á flugi ok klofin mundriða hjól – 4. Líf á milli hveinandi bloðkerta – 5. Stǫng óð gylld fyr gǫngum ræfi – 6. Siðar heilags brá sólar ljósi – 7. Vandar jǫtunn reisti fiska upp af vǫtnum – 8. Fregit hefk satt – 9. Haldi oss frá eldi, eilífr skapa deilir
Se si parla di un gruppo che ha sempre realizzato grandi dischi, intensi e personali, senza mai raggiungere lo status di grande band, allora si parla degli Árstíðir Lífsins. La formazione islandese/tedesca ha all’attivo quattro full-length e due EP che definire belli è poco: musica e testi sono sviluppati in maniera molto intelligente e approfondita, la ricerca e la cura dei dettagli è meticolosa e, soprattutto, i musicisti sono capaci di regalare all’ascoltatore delle emozioni incredibili con le famose sette note musicali. Un gruppo, gli Árstíðir Lífsins, che ha sempre dato grande attenzione al “prodotto” album, rendendo l’esperienza dell’ascolto completa: i booklet più interessanti e ben fatti sono sempre i loro. E per fare tutto ciò un gruppo ha bisogno di essere sostenuto da un’etichetta che non sia come (quasi) tutte le altre, che cerchi cioè di accaparrare più denaro possibile, ma che creda al 100% nelle qualità dell’artista e lo supporti nella migliore maniera possibile. La Ván Records ha il merito di aver creduto in un progetto tutt’altro che semplice e che per poter rendere al meglio ha bisogno di tutta la libertà necessaria. In questo modo Árstíðir Lífsins e Ván Records hanno fatto il bene l’un dell’altro e se dopo undici anni dalla fondazione del gruppo siamo qui a parlare dell’ennesimo grande disco del trio nordico, è perché dietro a nomi e società ci sono delle persone che ancora oggi, nel 2019, fanno le cose con il cuore, dirette a chi nella musica cerca passione e bravura.
Saga á tveim tungum I: Vápn ok viðr è il disco più pesante realizzato da Marcel Dreckmann (voce anche degli altrettanto bravi Helrunar) e soci, con la componente black metal molto in vista, ma la musica degli Árstíðir Lífsins è in linea di massima sempre quella che li ha contraddistinti fin dal debutto del 2010 Jotunheima Dolgferð: metal estremo e sonorità ambient folk si amalgamano con una naturalezza divina, una capacità, questa degli Árstíðir Lífsins, che in pochissimi possono vantare. Saga á tveim tungum I: Vápn ok viðr diventa così non solo un “semplice” ascolto, ma un vero e proprio viaggio nella storia di Olafr Helgi Haraldsson, re norvegese di inizio XI secolo, il quale cercò di cristianizzare la Norvegia dopo essersi autoproclamato re. I testi sono rigorosamente in antico islandese e la parola che meglio descrive l’esperienza d’ascolto è “ritualistica”. Quella degli Árstíðir Lífsins non è solo musica, ma un’esperienza totale che va oltre le canzoni, capace di scavare dei solchi profondi nell’anima di chi li ascolta, rendendoli schiavi e veneranti al tempo stesso.
L’opener Fornjóts synir ljótir at Haddingja lands lynláðum è ferale, asciutta e affilata come una lama che trapassa la carne, esattamente come la terza traccia Morðbál á flugi ok klofin mundriða hjól, black metal tout court. Nel mezzo, e qui la cosa si fa interessante, c’è la semi acustica Sundvǫrpuðir ok áraþytr: le onde del mare in sottofondo sembrano portare via la violenza delle canzoni vicine, lasciando un senso di vuoto e di inferiorità rispetto alla natura che fa venire il mal di stomaco. I cori possenti e profondi, con l’ingresso degli strumenti elettrici, guidano l’ascolto come un vecchio marinaio fa con la barca in porto, prima di sfumare lentamente nel vento che soffia forte. È questa capacità di alternare e unire elementi estremi con altri folk ambient che rende gli Árstíðir Lífsins unici nel panorama odierno, e la successiva Líf á milli hveinandi bloðkerta conferma tutto ciò in dieci minuti di intenso black metal che si lascia conquistare e trasformare da una serie di suoni che rendono la canzone il perfetto esempio di quel che i tre musicisti sono in grado di fare. Uno schema vincente che si ripete più volte, fino alla conclusiva Haldi oss frá eldi, eilífr skapa deilir, una traccia da quindici minuti che è un vero e proprio viaggio nelle terre del nord e nella storia che le hanno caratterizzate.
Prima parte di un concept che vedrà la pubblicazione della seconda e ultima sul finire del 2019, Saga á tveim tungum I: Vápn ok viðr è un meraviglioso album che travalica i generi e gli stili, con un suono che è pulito ma lontano anni luci dalle super produzioni plasticose in voga negli ultimi anni (grande, a tal proposito, il lavoro in studio di Markus Stock degli Empyrium e The Vision Bleak, già al lavoro con Alcest, Secrets Of The Moon e Dornenreich tra gli altri). In carriera gli Árstíðir Lífsins non hanno sbagliato nulla e questo nuovo lavoro non fa eccezione: da avere assolutamente.
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