Suidakra – Echoes Of Yore
2019 – full-length – MDD Records
VOTO: 7,5 – recensore: Mr. Folk
Formazione: Arkadius Antonik: voce, chitarra, orchestrazioni – Sebastian Jensen: voce, chitarra – Tim Siebrecht: basso – Ken Jentzen: batteria
Tracklist: 1. Wartunes – 2. The Quest – 3. Havoc – 4. Morrigan – 5. Rise Of Taliesin – 6. Hall Of Tales – 7. Pendragon’s Fall – 8. Banshee – 9. Warpipes Call Me – 10. Lays From Afar
I tedeschi Suidakra arrivano al venticinquesimo anno di attività e non sono molti i gruppi in questo genere che possono dire di avere una lunga e proficua carriera come la loro. Volendo tirare una linea e guardare cosa è successo in questo quarto di secolo, la prima cosa che si nota è la costante altalena qualitativa alla quale Arkadius e soci ci hanno ormai abituato da anni. Tralasciando volutamente il periodo “moderno” della band, fortunatamente subito abbandonato e spazzato via dalla successiva pubblicazione, quel Caledonia che per molti rimane il lavoro più riuscito del gruppo, a un poco ispirato Eternal Defiance ha fatto seguito il discreto Realms Of Odoric, per poi impaludarsi nell’acustico e non riuscito Cimbric Yarns. Insomma, sembra che il meglio i Suidakra lo abbiano già dato, ma questo Echoes Of Yore potrebbe essere quel tipo di operazione che fa tornare la voglia di provare quel qualcosa in più e far tornare a volare le mani lungo i manici di chitarra alla ricerca delle note perfette. Se si pensa ai Suidakra viene da chiedersi cosa avrebbero potuto diventare se solo avessero azzeccato tre album di fila, capaci sì di piazzare qualche colpo di altissima qualità, ma anche di auto eliminarsi dal giro che conta con release zoppicanti.
Echoes Of Yore nasce dal desiderio di festeggiare un bel pezzo di carriera – venticinque anni! – che comunque ha portato la formazione di Düsseldorf a calcare i palchi di mezzo mondo, compresi i grandi eventi estivi. Tutto assolutamente meritato, e questo disco nato grazie al supporto dei fan che hanno contribuito attivamente con l’ormai classico kickstarter (scegliendo tramite voto la scaletta del cd), può davvero essere una piccola svolta nella carriera dei Suidakra. In Echoes Of Yore troviamo dieci brani per un totale di cinquantuno minuti di durata, con i pezzi tratti esclusivamente dalle prime cinque release. I suoni sono al passo con i tempi, potenti e grossi, ma anche nitidi e sinceramente danno nuova vita a Banshee – opener del debutto del 1997 Lupine Essence – e Hall Of Tales, dal seguito Auld Lang Syne dell’anno dopo per fare degli esempi. La tracklist è buona, il fan di vecchia data può ritenersi soddisfatto delle canzoni selezionate anche se, com’è normale che sia, ognuno troverà una mancanza se non di più. Tra le nuove versioni vanno assolutamente menzionate l’opener Wartunes, che come da titolo è una vera tritaossa, The Quest, ovvero la tipica Suidakra-song dei bei tempi andati, la sognante Rise Of Taliesin, più lunga dell’originale di cinquanta secondi e arricchita dagli eleganti interventi di violino e flauto, e Pendragon’s Fall, forse la rilettura più brillante dell’intero cd. Nelle varie canzoni sono presenti diversi ospiti, il più noto dei quali è Robse degli Equilibrium, mentre fa un certo effetto ascoltare nuovamente la voce pulita dello storico Marcel Schoenen. A completare questa operazione celebrativa (e un po’ nostalgica) c’è il bonus dvd con l’esibizione dei Suidakra al Wacken Open Air 2019.
Non è la prima volta che la band tedesca festeggia qualcosa (nel 2008 fu il turno di 13 Years Of Celtic Wartunes, un dvd + cd con quattro ri-registrazioni e poi una sorta di best of con le canzoni semplicemente rimasterizzate), ma una carriera lunga non è cosa da tutti ed è giusto che i musicisti si prendano del tempo per festeggiare traguardi importanti come quello delle venticinque candeline. Echoes Of Yore è un lavoro utile sia per chi vuole avvicinarsi alla formazione di Arkadius che per chi segue il gruppo da anni e non si fa scappare nessuna uscita. La speranza è che lavorando su pezzi dotati del giusto tiro i Suidakra ne abbiano tratto nuova ispirazione per il prossimo lavoro: dare continuità qualitativa alla propria discografia sarebbe una gran cosa.
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