Calico Jack – Isla De La Muerte

Calico Jack – Isla De La Muerte

2023 – full-length – Rockshots Records Records

VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Giò: voce – Melo: chitarra – Toto: chitarra – Giggi: basso – Caps: batteria – Dave: violino

Tracklist: 1. Broadside Attack – 2. Isla De La Muerte – 3. Bad Fortune – 4. Antigua – 5. Three Cheers To The Shanty Man – 6 Marauder – 7. Quenn Anne’s Revenge – 8. Haul Away Joe – 9. Sandokan

IN BREVE

Provengono da Milano e non dai Mari dei Caraibi, ma ai Calico Jack non interessa e continuano a suonare dell’ottimo pirete metal e il nuovo Isla De La Muerte conferma quanto di buono fatto ascoltare nel disco di debutto.

RECENSIONE

Tornano a quattro anni di distanza dal buon debutto omonimo i milanesi Calico Jack con il loro pirate metal più agguerrito che mai! A quattro anni dal debutto e ben dieci dall’ormai storico EP Panic In The Harbour i sei filibustieri realizzano un lavoro dal minutaggio importante, maturo musicalmente e ricco di melodie accattivanti e momenti in grado di portare l’ascoltatore sulla prua della Jolly Roger.

Il bel violino di Dave apre le danze di Broadside Attack, canzone che prende presto velocità come da stile Calico Jack; le chitarre rispetto al debutto sono più dinamiche, escono dagli schemi e questo è un bene per non rischiare di entrare nel pericoloso tunnel della “canzone prevedibile”. Assoli di sei corde, melodie e violini abbondano e il risultato è davvero buono: una delle migliori canzoni della band lombarda! La title-track dura ben dieci minuti, ma non è un problema in quanto il songwriting è fluido e privo di momenti deboli. Il potente cantato growl di Giò racconta del fascino e del terrore della famosa Isla De La Muerte:

Night is dark an’ the moon shines bright
Chant of the mariners risin’ high
Gruesome stories of greed an’ gluttony
Once they were sung by the dead

Dal piglio maggiormente heavy metal, Bad Fortune è la canzone giusta al momento giusto, ovvero breve, diretta e gustosa dopo due pezzi che insieme fanno quasi venti minuti. In Antigua spazio al cantato in spagnolo e al desiderio di non ritorno di un pirata consapevole che in patria lo aspetta la forca. Per l’occasione la musica si fa “spagnoleggiante” in più punti e il risultato è delizioso. Con Three Cheers To The Shanty Man si sfocia nel classico e spensierato folk/pirate metal, tutto violino, ritmi incalzanti e boccali traboccanti alcool da svuotare nello stomaco il prima possibile. Marauderha sonorità ensiferumiane e un gusto un po’ retrò che in questo punto della scaletta sta benissimo; molto più cupa, invece, Quenn Anne’s Revenge, ovvero la nave del temuto Barbanera. Anche qui i riff di chitarra di Melo e Toto escono dagli schemi, ben supportati dalla sezione ritmica mai statica o ripetitiva. Haul Away Joe vola via rapidamente, tre minuti e mezzo per una vera canzone marinara rivisitata nello stile Calico Jack, Chiude Isla De La Muerte la lunghissima Sandokan, suite da oltre sedici minuti dedicata al personaggio nato dalla penna di Emilio Salgari. La difficoltà d’attenzione data dalla durata della composizione è compensata dalla bontà della musica, nella quale i Calico Jack si sono superati. D’altra parte un pirata combattente come Sandokan non poteva certo essere liquidato con una canzone da cinque minuti!

Tra storie realmente accadute (Broadside Attack, scelta anche per il videoclip) e bellissimi luoghi comuni, Isla De La Muerte racconta in maniera accorata l’età d’oro della pirateria. La bella copertina di Sergey Vasnev, talentuoso artista bielorusso, è il miglior biglietto da visita per la band, impossibile non voler ascoltare il cd dopo aver visto la front cover. La produzione non è da meno: Mattia Stancioiu (ex batterista di Labyrinth e Vision Divine, dietro la consolle già con Drakkar, Ephyra e Shardana tra gli altri) ha svolto un ottimo lavoro e i suoni sono reali, potenti e graffianti, con tutti gli strumenti ben livellati.

Il secondo lavoro dei Calico Jack è quello della maturazione, il disco che dovevano fare in questo momento, ricco di stereotipi positivi ed elementi caratterizzanti che rendono Isla De La Muerte un gran bell’album che può primeggiare nella scena pirate metal internazionale.

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