Aita – I

Aita – I

2024 – full-length – Earth And Sky Productions

VOTO: 7,5 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Ivan Cenerini: voce, basso – Mauro Ricotta: chitarra – Alessandro Mancini: chitarra – Michelangelo Iacovella: tastiera

Tracklist: 1. Il Nome Del Vento – 2. Artume – 3. Tages – 4. Oltre Le Nevi

IN BREVE

Atmospheric black metal dall’Italia, tra mitologia etrusca e natura, fatto con gusto e bravura. Un debutto che ha faticato a vedere la luce, ma che convince dal primo all’ultimo minuto del cd.

RECENSIONE

La storia degli Aita è quelle di tante altre band, che nascono, suonano e incidono le canzoni, ma poi succede qualcosa e il disco non esce. Passano gli anni e, tra registrazioni che scompaiono e virus a livello globale, gli Aita non si danno per vinti, cercando il contratto discografico per dare alla luce il primo album. Bisogna aspettare il finire del 2024 per poter ascoltare I, debut che viene rilasciato dalla sempre attenta Earth And Sky Productions: ben otto anni dopo la formazione del gruppo e in seguito a diversi problemi che hanno rallentato i lavori in studio, non ultima la perdita dei file contenenti la batteria registrata originariamente da Francesco Incantalupo (Vinterblot).

I ragazzi romani – la band è formata da membri attuali ed ex dei pagan metallers Dyrnwyn – attendono con pazienza il momento giusto e finalmente arriva la possibilità di rendere pubblico il proprio lavoro. I è un bel disco di black metal atmosferico, con canzoni lunghe e coinvolgenti, ricche di pathos e melodie (spesso merito del flauto), dai riff taglienti e diretti che supportano lo screaming freddo e convincente di Ivan Cenerini.

L’inizio è affidato a Il Nome Del Vento che, come spesso accade, incorpora nei primi due minuti, un intro che porta alla canzone vera. Fin dai primi secondi è possibile capire le coordinate stilistiche degli Aita: chitarre taglienti su un tappeto di doppia cassa, urla distanti – come allontanate dal gelido vento – melodie che si insinuano tra le note. La successiva Artume è al tempo stesso più brutale e più orecchiabile, con momenti di grande aggressività e altri quasi soft, con un bel cantato femminile e la sensazione che per qualche istante sia arrivata la pace laddove poco prima si svolgeva di guerra. Con oltre dodici minuti di durata, Tages è la composizione più lunga del lotto; l’inizio è affidato a un arpeggio clean che viene presto doppiato da accordi e melodie che possono rimandare a qualcosa dei connazionali Selvans, anche se in realtà il background musicale dei nostri viene per lo più da Agalloch, Saor, Negură Bunget e Wolves In The Throne Room. Il viaggio è lungo e coinvolgente, con momenti serrati che quasi tolgono il fiato, ed altri che invece, con un ritmo meno insistente, permetto all’ascoltatore di osservare paesaggi incantevoli. Bella, infine, la chiusura affidata a Oltre Le Nevi, con quei riff che si ripetono come un mantra fino a conficcarsi in testa, il drumming dinamico e i giri di chitarra che tormentano l’anima e la mente.

Con un nome come Aita, trascrizione etrusca del nome Ade, una delle personificazioni dei dio etrusco dell’Oltretomba, i brani non potevano che avere richiami musicali e lirici alla storia etrusca (Artume e Tages), ma l’utilizzo di immagini legate alla natura (Il Nome Del Vento e Oltre Le Nevi) portano la band verso lidi più canonici legati al black metal atmosferico. Non c’è un giusto o uno sbagliato, perché quel che conta è la sincerità della proposta e su questo non ci sono certo dubbi, oltre al fatto che una ventata d’aria fresca in un genere spesso chiuso in se stesso non può che far bene.

Ci è voluto un po’, ma l’attesa è valsa la pena: è un bel cd di atmospheric black metal che non ha paura di confrontarsi con realtà più blasonate del settore. Le canzoni sono valide, l’equilibrio tra immediatezza e ricerca di epicità e atmosfera sognante è convincente, così come lo è la prova dei musicisti tutti. Infine, la copertina e il logo realizzati da Elisa Urbinati (Blaze Of Sorrow, Insubria, Folk Metal Jacket, ma anche le copertine delle Mister Folk Compilation) sono la giusta porta d’ingresso al mondo degli Aita, autori di un debutto convincente che speriamo possa essere presto seguito da un nuovo album.

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