Rivendell – Unsung Tales

Rivendell – Unsung Tales

2024 – full-length – Gollum’s Treasures

VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Falagar: voce, tutti gli strumenti

Tracklist: 1. Roads Go Ever On – 2. The Lay Of Leithian – 3. Lament – 4. Nimrodel – 5. The Voyage – 6. The Crown – 7. Gray Havens

IN BREVE

Dopo tanti anni di silenzio (19!) torna a farsi sentire l’austriaco Falagar, mente del progetto Rivendell, epic black metal dai temi tolkieniani. Il nuovo Unsung Tales è quel tipo di album che, pur non inventando nulla, risulta dannatamente efficace.

RECENSIONE

Per gli amanti del folk/viking metal c’è un certo piacere nell’andare a scandagliare l’underground più improbabile e nel recuperare quei lavori che all’epoca della loro pubblicazione in pochi si filarono, ma che in realtà sono dei piccoli gioielli che avrebbero meritato maggiore visibilità. I nomi delle band che non hanno avuto la fortuna, la bravura o la perseveranza per sfondare sono veramente tanti, così come tanti sono i cd che se pubblicati oggi avrebbero ben altro successo. Tra queste band va sicuramente inserito il nome Rivendell, progetto di Falagar, cantante e strumentista che nei primi anni del nuovo millennio ha pubblicato tre lavori di epic black folk metal. In particolare i primi due dischi The Ancient Glory ed Elven Tears hanno avuto il supporto della Skaldic Art Productions, ovvero l’etichetta personale di Vratyas Vakyas, mastermind dei seminali Falkenbach, senza però riuscire ad emergere dall’underground.

Dopo un lunghissimo stop il musicista austriaco Falagar (all’anagrafe Gerold Laimer) ha deciso di rimettersi in gioco e prima del presente Unsung Tales ha pubblicato l’EP Fangorn: Poems Of Mountains And Forests, anche questo rilasciato dall’italiana Gollum’s Treasures.

Dopo ben diciannove anni di silenzio i dubbi e la curiosità circa lo stile e la qualità dell’album erano tanti, presto spazzati via dalle prime note di The Lay Of Leithian, un mid-tempo epico nel classico stile Rivendell, con un insolito ma piacevole gusto per le melodie orientali che danno al brano uno sapore tutto particolare. La successiva Lament, pur partendo dal caratteristico mid-tempo, alterna momenti più dinamici e interessanti spunti folk realizzati attraverso strumenti a fiato.Nimrodel è una canzone un po’ atipica, cantata in clean, ricca di chitarre acustiche (ma anche elettriche nel proseguo), dalle sonorità dolci e sognanti. Parla dell’elfa di tolkieniana memoria Nimrodel e della triste storia d’amore con Amroth, re di Lothlorien.

Where now she wanders none can tell,
In sunlight or in shade;
For lost of yore was Nimrodel
And in the mountains strayed.

Con la lunga (7:42) The Voyage si torna su sonorità più epic black, ma lo stacco prima di metà canzone merita una citazione nella sua cristallina semplicità. Il viaggio è dolce nelle parole di Falagar, poetico nel creare frasi che non passano inosservate:

The Ship of the Moon from the East comes soon
from the Haven of the Sun,
of the mighty silver one.

Durin e la sua corona sono i protagonisti di The Crown, canzone possente dai ritmi lenti ma sicuri e forti, proprio come il popolo dei nani raccontato da Tolkien. Chiude Unsung Tales il brano Gray Havens, pezzo dal carattere malinconico esattamente come un’addio ai cari amici prima di salpare verso nuove terre.

Unsung Tales si presenta bene esteticamente grazie al lavoro dell’artista bielorussa Olga Kann, ormai illustratrice di fiducia delle etichette Gollum’s Treasures e Earth And Sky Productions. I suoni sono buoni, soprattutto considerando che l’intero lavoro di registrazione, mix e mastering è stato effettuato dal solo Falagar. In quaranta minuti c’è tutta l’anima dei Rivendell, dalla grazia tolkieniana alla ruvidezza del black, sette canzoni che rappresentano alla perfezione l’anima del progetto e che speriamo non dovrà attendere tanti anni per avere un successore.

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