Artaius – The Fifth Season
2013 – full-length – Moonlight Records
VOTO: 7,5 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Sara Cucciniello: voce – Andrea La Torre: chitarra, voce growl – Giovanni Grandi: tastiera, voce scream – Enrico Bertoni: basso – Mia Spattini: violino, whistle – Alessandro Ludwig Agati: batteria
Tracklist: 1. Make The Iguana – 2. Through The Gates Of Time – 3. Over The Edge – 4. Horizon – 5. Starway’s End – 6. Prophecy – 7. La vergine E Il Lupo – 8. Wind Of Truth – 9. Wind Of Quest – 10. Wind Of Revenge – 11. Wind Of Wisdom
Tra gruppi che suonano in levare, organetti e testi alcolici, c’è qualcuno che prova ad andare oltre i cliché che tutti noi amiamo: si tratta degli Artaius, formazione di Sassuolo (MO) nata nei primi mesi del 2008. Tre anni più tardi viene realizzato l’EP autoprodotto MMXI, un quattro pezzi un po’ grezzo che lasciava intravedere le capacità dei musicisti e la possibile evoluzione del sound.
The Fifth Season parte con Make The Iguana, canzone in grado di rappresentare la band in tutte le sue sfaccettature: melodie folk, intrecci celtici, progressive e chitarre metal si uniscono creando un brano “diverso” e spiazzante, sicuramente affascinante ed efficace. Through The Gates Of Time inizia con un riff che ricorda la scena death metal più pachidermica (e semplice) di metà anni ’90, con un growl possente che lascia presto spazio alla soave voce di Sara Cucciniello prima del bellissimo e inaspettato break musicale. Over The Edge è una composizione dinamica, con diversi cambi di umore al suo interno; in particolare lo stacco pianoforte/basso stupisce in positivo. Il disco prosegue con Horizon, altra canzone che incorpora al suo interno tutte le influenze del sestetto emiliano; Starway’s End è uno dei momenti migliori del cd, un viaggio eroico cavalcando il synth di Gianni Grandi. I primi secondi di Prophecy suonano come un tributo a Jon Lord, per poi lasciare spazio al riffing roccioso del chitarrista La Torre, bravo nei continui momenti di chiaro scuro che vive il suo strumento, spesso utilizzato come tappeto sonoro per favorire il lavoro degli altri musicisti. Gli Artaius continuano a sorprendere con la traccia più bella ed emozionante del disco: La Vergine E Il Lupo è cantata in italiano con le tre voci (pulita, growl e scream) che si alternano a seconda del dialogo, musica sopraffina e un testo romantico e poetico come di rado capita di leggere:
Così meditando andava il lupo
Guidato dal chiaro della luna
E come s’appressava alla padrona
L’animo via via si fea men cupo
Mio diletto, la tua bocca sa di sangue
Ed è questo un mesto tratto tuo avito
Ma un barlume di purezza pur sopito
Nel tuo petto gramo e fiero giace e langue
The Fifth Season si avvia alla conclusione con le sorelle “vento”: Wind Of Truth, Wind Of Quest, Wind Of Revenge, Wind Of Wisdom. Pur essendo quattro tracce separate si possono vedere come un’unica canzone di sedici minuti, tra momenti soft e intimistici ad altri più pesanti o progressivi. Wind Of Truth segue il mood dell’intero disco, miscelando tutte le sfaccettature dell’Artarius sound, ma sono le conclusive Wind Of Revenge e Wind Of Wisdom ad avere una marcia in più. La prima è un up-tempo con la voce di Sara Cucciniello che raggiunge note altissime, tra doppia cassa, ritmiche serrate e la presenza deliziosa degli strumenti suonati da Mia Spattini. Wind Of Wisdom chiude in bellezza l’album tra strumenti a fiato, momenti eleganti e un chorus che si ripete fino a rimanere fisso in testa.
The Fifth Season è un lavoro non facile da assimilare, soprattutto per i più giovani e grintosi ascoltatori: ci vogliono numerosi e attenti ascolti per apprezzare le tante sfumature del sound di un gruppo che già al primo disco mostra una forte personalità, seguendo il proprio istinto invece della moda del momento, non esagerando con flauti e violini vari e cercando sempre la soluzione migliore per la realizzazione di ogni singola canzone. A tutto questo si aggiunge, ciliegina sulla torta, la bella voce di Sara Cucciniello, vera arma in più per la formazione tricolore. Completa un quadro già così di classe, la buona produzione e l’affascinante versione digipack del cd che ben si sposa con il look particolare e sicuramente non banale dei musicisti.
Un benvenuto agli Artaius, band capace e coraggiosa; l’augurio è quello di continuare su questa via.
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