Con gli Ereb Altor si parla di viking metal di prima qualità, come certifica il recente – e buonissimo – Fire Meets Ice. Con Mats si è parlato della nuova release e del passato della band, di concerti, mitologia norrena e altro ancora. Buona lettura!
Benvenuti su MisterFolk, è un onore potervi intervistare! Partiamo dal nuovo Fire Meets Ice, penso sia il vostro disco più bello e vario, siete d’accordo?
Penso che tutti gli album siano belli a modo loro. Ma sì, Fire Meets Ice è il più vario. Volevamo unire la storia degli Ereb Altor e tirare fuori i collegamenti mancanti tra i primi album e Gastrike.
By Honour e The End, per quanto ben fatti, risentivano troppo dell’influenza dei Bathory. Il cambiamento di sound avvenuto in Gastrike è dovuto alla volontà di evolversi o all’ingresso in formazione del drummer Tord?
Gastrike era una sorta di concept album con un altro approccio lirico. Invece di concentrarmi sulla mitologia norrena e i vichinghi ho scritto di vecchie leggende e storie di fantasmi della zona di dove vivo. Le storie sono molto oscure e volevo che la musica riflettesse i testi. Secondo me puoi sentire le influenze black metal anche in The End e sono fermamente convinto che puoi sentire l’atmosfera dei vecchi Ereb Altor in Gastrike.
Da Gastrike siete passati a Fire Meets Ice, il vostro album più vario e completo, recuperando alcuni elementi dei primi due cd. Come definite la vostra musica, divenuta aggressiva ed epica al tempo stesso?
Sì, è più complessa e ho voluto dimostrare che è possibile fare un album con entrambi i lati ed essere ancora se stessi. Penso che l’epicità e l’aggressività abbiamo molto in comune e compongo musica estrema con atmosfere epiche, così come compongo musica epica con tonalità aggressive.
Nel nuovo cd ho notato il riffing delle chitarre più potente rispetto al passato, in un certo senso con un groove moderno ma che sta benissimo nel sound della band. Siete rimasti affascinati da qualche gruppo “moderno” ultimamente? Quali sono i vostri ascolti in questo periodo?
Ad essere onesto continuo ad ascoltare i miei classici preferiti, che seguo da anni. Non sono appassionato del metal moderno con tutto quell’editing digitale nelle registrazioni. Se avessi tempo registrerei un disco in analogico. Lo scorso anno ho ascoltato parecchio gli Opeth e in quest’ultimo mese sto consumando il nuovo Legend dei Witchcrafts.
Le voci sono il punto forte di Fire Meets Ice: clean, growl e chorus si alternano con grande gusto e le linee vocali sono le migliori della vostra carriera: alcune rimangono subito in testa!
Grazie!!! Penso che la voce harsh sia più dinamica se utilizzata solo in alcuni punti, stesso per la voce pulita. Si lavora con gli opposti e lo faccio spesso. Per dare più risalto a una parte heavy c’è bisogno di qualcosa di più leggero prima o dopo quella parte.
Tord si è occupato, oltre che delle parti di batteria, anche della registrazione e del missaggio. Immagino un lavoro molto intenso e stressante per lui, ma il risultato è ottimo!
Sì, ha passato molte ore lavorando sull’album, io e lui siamo i responsabili della produzione. Tord ha un grande orecchio per la musica e ci capiamo a vicenda con naturalezza.
Dopo che i primi tre album contenevano sette brani ciascuno ammetto che avete sorpreso con ben nove tracce per Fire Meets Ice!
Come sempre con gli Ereb Altor c’è un pensiero dietro a ogni cosa. I testi sono tutti sulla mitologia norrena, dove nove è il numero magico. In molte canzoni viene trattato il tema del numero nove. Odino si sacrifica e rimane appeso a Yggdrasil per nove notti, il viaggio di Hermod verso Hel dura nove notti, nove sono le canzoni che si devi imparare per padroneggiare la magia delle rune. Così dovevano essere nove le canzoni in Fire Meets Ice.

Da sempre trattate tematiche legate al Nord e alla sua mitologia: è una semplice passione per voi o c’è qualcosa di più?
È una passione e penso sia interessante e importante conoscere le proprie origini. Il suono degli Ereb Altor è anche molto legato al Nord e alla Scandinavia e a mio parere non c’è dubbio che questo approccio lirico sia quello giusto per noi.
In primavera avete girato l’Europa in tour per promuovere Gastrike. Pochi mesi ed è uscito Fire Meets Ice, vi vedremo a breve di nuovo in tour? Sarà possibile vedervi di nuovo in Italia?
Ci stiamo lavorando, ma non posso dire nulla in questo momento, c’è da aspettare e vedere. Recentemente abbiamo firmato con la booking agency Doomed Events e speriamo che questo ci possa aiutare in futuro per i concerti e i tour.
Il precedente tour era con gli italiani Forgotten Tomb, cosa pensate di loro?
Si vive a stretto contatto quando si è nello stesso tour bus, amo quei ragazzi e sono davvero dei grandi. Ci siamo divertiti tanto e abbiamo passato dei grandi momenti insieme! Mi piacciono davvero molto gli accordi disarmonici con i quali stanno lavorando!
Siete passati dalla Napalm Records alla Cyclone Empire: quali sono le differenze tra le due label? Sto notando che la Cyclone Empire vi fa molta promozione!
Rispetto alla Napalm Records abbiamo un rapporto più stretto con con la Cyclone Empire. Sento un feeling migliore a lavorare con loro e so che si dedicano di più alla musica e si lavora l’un per l’altro. Quando abbiamo firmato per la Napalm Records eravamo una piccola band che doveva lottare con molti altri gruppi e sentivamo che la label non credeva troppo in noi…
Chi sono gli Ereb Altor quando non imbracciano gli strumenti?
Sono un uomo di casa, la maggior parte del tempo la passo con mia moglie e i figli. Tutti noi abbiamo delle famiglie.
Grazie per le risposte; per concludere, cosa dobbiamo aspettarci in futuro dagli Ereb Altor? Il Ragnarok?
Ci aspettiamo di passare più tempo sui palcoscenici europei. Puntiamo a fare più festival in futuro. Ragnarök è già accaduto, gli Dei sono scomparsi ed essi vivono solo nei nostri ricordi e ora è il momento per il genere umano di distruggere questo mondo.
Rispondi