Sechem – Ren
2013 – EP – autoprodotto
VOTO: 6 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Marie: voce – Michael: chitarra – Carlos: basso – Marta Sacri: flauto – Paolo: tastiera – David: batteria
Tracklist: 1. Son Of The Sun – 2. Queen Of Nubia – 3. Osiriac Triad
La formazione spagnola Sechem nasce nel 2010 dalla volontà della flautista Marta Sacri, desiderosa di unire al metal sonorità orientali che rimandano all’antico Egitto. La formazione, dopo i classici problemi di stabilità, è pronta, nel 2013, a registrare la propria prima creatura Ren.
L’EP vede la luce a metà agosto ed è composto da tre brani per una durata complessiva di circa quindici minuti. Il genere suonato può essere etichettato, come suggerito dalla band stessa, oriental folk metal, in quanto alla componente heavy metal – incentrata su mid tempo lineari e priva di estremismo sonoro/vocale – si aggiunge il flauto che crea melodie dal sapore orientale. Le chitarre sono utilizzate più come tappeto per dar spazio e luce al lavoro Marta Sacri, strumentista principale nell’economia della band madrilena.
Son Of The Sun apre l’EP: la voce soave di Marie, insieme ad alcuni effetti, ci introduce nel mondo Sechem prima che la chitarra e la batteria facciano il proprio ingresso. Il brano è lineare ma dotato di un buon ritornello che, nella sua semplicità, rimane facilmente impresso nella mente. L’unico neo del brano (e di Ren nella sua totalità) risiede proprio nella voce della singer, spesso priva di mordente e poco teatrale. Non una cattiva prova la sua, ma sicuramente c’è da migliorare l’espressività e la tecnica. Queen Of Nubia prosegue su mid tempo e riff melodici, con l’ottimo lavoro della coppia Paolo (onnipresente con la tastiera) e Marta che donano al pezzo un’epicità e un’oscurità tipica dell’oriente mediterraneo. Osiriac Triad chiude l’EP in maniera convincente tra chitarre doom e linee vocali azzeccate: tra piccole cavalcate sul dorso di dromedari e affascinanti melodie, il brano si distingue dai precedenti per una maggiore varietà nel songwriting e la voglia della band di osare di più (è presente anche un’inaspettata accelerazione che ben si abbina con la delicata voce della cantante), creando così la canzone più vivace ed efficace del lotto.
La registrazione è a budget zero: nonostante ciò il risultato è decente e bisogna riconoscere il buon lavoro svolto dai ragazzi con i pochi mezzi a disposizione, con gli unici problemi dati dalla sezione ritmica: il basso è praticamente inesistente e la batteria gode di suoni non particolarmente brillanti, soprattutto per quel che riguarda la cassa e i tom. Ottima, infine, la decisione dei Sechem di rendere disponibile gratuitamente l’EP per chiunque lo voglia scaricare tramite il proprio bandcamp.
La band di Madrid è alle prime armi e in alcuni frangenti ce se ne rende conto facilmente: piccole ingenuità di tanto in tanto vengono a galla, ma nel complesso la sufficienza è più che meritata, soprattutto per il coraggio di proporre qualcosa di veramente diverso dal “solito” folk. Aggiustando e migliorando alcune cose i Sechem potranno tornare con un lavoro più maturo e interessante. Curioso di ascoltare la prossima release!
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