Skiltron – Into The Battleground

Skiltron – Into The Battleground

2013 – full-length – Hellion Records

Voto: 8 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Emilio Souto: chitarra, bouzouki – Ignacio Lopez: basso – Matias Pena: batteria

Tracklist: 1. Brosnachadh – 2. Lion Rampant – 3. The Swordmaker – 4. On The Trail Of David Ross – 5. Besieged By Fire – 6. The Brave’s Revenge – 7. Merrsadh Air – 8. The Rabbit Who Wanted To Be A Wolf – 9. Loyal We Will Stand – 10. Prestonpans 1745 – 11. Esbat

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Gli argentini Skiltron godono di discreta fama anche al di fuori dei patri confini grazie ai primi tre dischi, pubblicati tra il 2006 e il 2010, lavori di heavy-folk metal caratterizzati dall’utilizzo della cornamusa e dalla presenza (negli ultimi due) del cantante Diego Valdez, dalla voce incredibilmente vicina a quella del magico folletto Ronnie James Dio. Nel 2011 l’improvviso split di ben quattro musicisti ha fatto vacillare l’esistenza della band di Buenos Aires, ma il leader Emilio Souto ha reclutato una nuova sezione ritmica e, con l’aiuto di musicisti session, è prima riuscito a suonare in Europa nel 2012 (con la leggenda ex Skyclad Martin Walkyier alla voce) e successivamente a pubblicare questo Into The Battleground.

La prima cosa che si nota è a livello musicale: nonostante i problemi e i cambi di formazione, gli Skiltron suonano sempre 100% Skiltron. Con una piccola, ma fondamentale, novità: Into The Battleground è un disco composto da canzoni assai diverse tra loro, più varie rispetto al passato e anche molto grintose. Analizzando i primi tre capitoli della discografia della formazione sud americana è riscontrabile una certa somiglianza tra i lavori che, alla fine, suonano un po’ troppo simili. Into The Battleground, invece, risulta essere fresco e dinamico, con una produzione potente che rende ancora più piacevole l’ascolto.

Dopo la consueta intro di un minuto si abbatte sull’ascoltatore la massiccia Lion Rampant, una tra le composizioni più potenti e belle mai realizzate dagli Skiltron. Cornamusa e doppia cassa aprono il brano con maestria, prima dell’ingresso della voce del nuovo e bravissimo Tony Thurlow, singer dal timbro personale che si adatta alla perfezione alla musica del combo folk metal. The Swordmaker prosegue sulle orme della precedente canzone, con un ritornello che si fa apprezzare pur non essendo particolarmente immediato. On The Trail Of David Ross inizia con una lunga intro (una marcetta militare e la cornamusa di Freddy MacKinlay, vero protagonista di Into The Battleground) ed è un pezzo molto melodico dal ritornello di facile presa, sicuramente uno degli highlight del cd. Ben più pesante Besieged By Fire, brano caratterizzato dalla voce scream di Javier Knario Compiano, ospite che dà al pezzo (e al disco) quel pepe in più che non fa mai male. Con una voce del genere, inevitabile l’indurimento del sound nonostante la bella chitarra acustica dal retrogusto latino che compare a metà composizione. Dopo questa divagazione estrema si torna con The Brave’s Revenge al classico sound Skiltron, con i riff di matrice tedesca che differenziano la canzone dal resto delle composizioni. Merrsadh Air è un bel pezzo strumentale che permette all’ascoltatore di prendere fiato prima dell’ottava traccia in scaletta, l’eccellente The Rabbit Who Wanted To Be A Wolf, dove a cantare è Jonne Järvelä dei Korpiklaani. La canzone è semplicemente bella, ricca di scacciapensieri e sonorità inusuali per il combo argentino, un ipotetico punto d’incrocio tra la band finlandese e quella guidata da Emilio Souto. Il disco si avvia alla conclusione con Loyal We Will Stand, canzone nella quale canta è Javier Yuchechen, singer nel primo disco degli Skiltron, The Clans Have United del 2006, che si distingue dal resto per la strofa priva di chitarra elettrica e dal gran chorus che esplode con tutta la sua energia anche grazie alla cornamusa. Ultimo brano “vero” di Into The Battleground è la lunga (oltre otto minuti) Prestonpans 1745, canzone che riassume ed espande, per certi versi, la musica degli Skiltron: heavy folk della migliore qualità per chiudere alla grande uno dei dischi meglio realizzati del 2013, prima che a chiudere le danze ci pensi l’outro Esbat.

Detto del grande contributo dato alla causa da parte di Freddy MacKinlay, è da segnalare il lavoro delle chitarre più dinamico del solito, tra riff “di accompagnamento” e giri degni dei migliori axemen in circolazione. Altro fatto meritevole di attenzione, il buon numero di assoli di Emilio Souto, un aspetto musicale, il solismo, fin troppo spesso dimenticato o messo da parte da una gran quantità di gruppi folk metal. Qualche parola sulla qualità audio del disco: semplicemente ottima, dove tutti gli strumenti suonano alla grande e in maniera naturale, i volumi sono perfetti e non c’è una sola cosa della quale lamentarsi.

Gli Skiltron rispondono alla grande agli ex compagni d’avventura Triddana, che hanno esordito nel 2012 con il buonissimo Ripe For Rebellion. Into The Battleground è il miglior lavoro della band argentina, un insieme di ottime canzoni come mai ci avevano abituato prima. Un grande passo in avanti per qualità e personalità, da avere!!!

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