Heathen Foray – Inner Force
2013 – full-length – autoprodotto
VOTO: 7,5 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Robert Schroll: voce – Bernd Zahn: chitarra – Alexander Wildinger: chitarra – Max Wildinger: basso – Markus Kürgerl: batteria
Tracklist: 1. Inner Force – 2. Illusion – 3. Weischeitskrieg – 4. Wahrheit – 5. Glit Zu Flamme 6. Mei Laund – 7. Ragnaröck – 8. The Wizard’s Life – 9. No Mercy
A tre anni esatti dal precedente The Passage tornano con un nuovo lavoro gli austriaci Heathen Foray, al terzo full lenght in carriera. La prima cosa che salta all’occhio è l’assenza di un’etichetta discografica: la band, dopo lo split con la tedesca Black Bards ha deciso di proseguire autonomamente per avere completo controllo della propria musica, ma perdendo in fatto di promozione e distribuzione. Il disco, infatti, è reperibile unicamente tramite i vari siti del gruppo e attraverso bandcamp.
Non ci è dato sapere se la qualità di Inner Force sia dovuta all’autoproduzione o se sarebbe stata la stessa in caso di contratto discografico, fatto sta che questo è il miglior lavoro del combo di Graz sia per quel che riguarda il lato prettamente musicale che per quanto concerne la produzione: potente e gagliarda, tutto bilanciato a dovere con il suono sputato fuori dalle casse che avvolge e convince al 100%. Dato caratteristico che si ripete di album in album, alcune canzone (le prime due e le ultime due) sono cantate in inglese, altre – il blocco centrale – in tedesco.
Gli Heathen Foray con gli anni sono evoluti e hanno limato le imperfezioni del passato, sono migliorati e sicuramente maturati, ma soprattutto hanno capito come centrare sempre il bersaglio. Inner Force, brano apripista del cd, è un signor pezzo che racchiude tutto quello che una metal song dovrebbe avere: riff grintosi e dinamici, un assolo di chitarra degno di essere chiamato tale, ottime melodie e soprattutto un ritornello vincente dove, nonostante la voce pulita, non si rischia il poco apprezzabile effetto metalcore. I sei minuti di durata passano con grande piacere per poi approdare al secondo brano in scaletta, Illusion. La canzone è un up tempo dove il singer Robert Schroll, con il suo caratteristico vocione growl, è il padrone della scena insieme alle melodie create dalla coppia di chitarre Zahn/Wildinger. Weischeitskrieg è la prima canzone del disco in lingua tedesca, veloce e graffiante ma con intelligenti rallentamenti che fanno apprezzare ancora di più le successive accelerazioni del batterista Markus Kürgerl. L’ascolto prosegue con la ritmata Wahrheit, composizione piacevole ma non al livello delle precedenti sorelle, dotata comunque di un ottimo assolo di chitarra, e Glit Zu Flamme, dal sapore teutonico e dai riff di qualità. Più oscura è Mei Laund, dagli accordi stoppati e dalle sonorità malinconiche, un buon brano utile a cambiare temporaneamente registro permettendo agli Heathen Foray di mostrare un lato della loro musica sicuramente meno conosciuto. Ragnaröck è un altro grande pezzo di Inner Force, diretto e melodico al tempo stesso, con il binomio ritornello/melodie che fa realmente la differenza al punto che non si può non rimanere affascinati da questa canzone. Torna la voce pulita per la penultima traccia in scaletta, The Wizard’s Life, il tempo dell’introduzione che la chitarra torna distorta e la voce si trasforma in un potente growl.
Knights on the hunt for the head of the wizard
Caught in the woods after days of journey
Seduced by spells of pagan Magic
Hit by a sword in the middle of his abstruse heart
Alcuni passaggi, a fine testo, ricordano vagamente i tipici intrecci dei Dissection, ma durano giusto pochi secondi. No Mercy è l’ultima canzone della tracklist e chiude degnamente il terzo disco della band austriaca a suon di riff thrasheggianti, tupa-tupa di Kürgerl e le classiche belle melodie dei due axemen.
Il cd, uscito a metà settembre, necessita di più ascolti per poter essere apprezzato nonostante l’apparente semplicità della proposta: l’heathen metal (inserito nelle categoria “folk” per praticità) degli Heathen Foray è diventato, con questo Inner Force, dinamico e vincente. Tutto funziona a dovere, partendo dall’ottimo songwriting, passando per le prestazioni dei musicisti, per concludere con la produzione. Un’autoproduzione di questo livello non capita tutti i giorni, e sicuramente va considerato con uno dei migliori dischi in ambito folk/viking di questo 2013.
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