Kanseil – Tzimbar Bint
2013 – demo – autoprodotto
VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Andrea Facchin: voce – Federico Grillo: chitarra – Davide Mazzucco: chitarra – Dimitri De Poli: basso – Luca Rover; batteria – Luca Zanchettin: cornamusa, kantele, scacciapensieri, low whistle – Stefano Da Re: tin e low whistle, rauschpfeife
Tracklist: 1. Lo Spitito Della Notte – 2. Genis Loci – 3. Dar Bald Hat Geheft Zo Reda (Il Bosco Ha Iniziato A Parlare) – 4. Mazharol – 5. Tzimbar Bint
Nati sul finire del 2010, i Kanseil rappresentano una delle migliori promesse in ambito folk metal. Tutto parte da un gruppo di amici della provincia di Treviso, amanti della montagna e del metal legato alle tradizioni popolari. Come nome scelgono quello che probabilmente veniva utilizzato anticamente per indicare il Cansiglio, famoso altopiano e foresta che tanto ha dato (e continua a dare) al folklore. La line-up si stabilizza nel 2012 e nell’autunno dello stesso anno registrano il cinque pezzi Tzimbar Bint, che tradotto significa “Vento Cimbro”.
Lo Spirito Della Notte è una sorta di introduzione dal forte sapore folk: vento e chitarra arpeggiata sono il tappeto per una voce narrante dal bel tono rustico e montanaro. Genis Loci assale l’ascoltatore grazie al feroce lavoro del drummer Luca Rover e degli strumenti tradizionali che creano immediatamente una grande atmosfera. In questo brano è possibile riconoscere l’influenza della musica est europea unita alle ottime idee dei musicisti; i riff di chitarra e i cambi di tempo fanno il resto, confezionando un’ottima canzone. Dar Bald Hat Geheft Zo Reda (Il Bosco Ha Iniziato A Parlare) è uno strumentale acustico che mi ha ricordato alcune atmosfere dei Lingalad, grande band guidata dal musicista/scrittore Giuseppe Festa. La quarta traccia, Mazharol, nei suoi sei minuti di durata, mescola le influenze dei ragazzi, risultando molto varia e ritmata: diversi gli strumenti folk utilizzati, con le sei corde di Grillo e Mazzucco a variare da semplici note in tremolo picking ad accordi robusti e penetranti. Chiude l’EP la title track cantata in lingua italiana, molto melodica rispetto ai precedenti brani, con voce pulita, probabilmente la migliore del dischetto.
Il bosco è un unico smisurato animale
con rispetto in silenzio lo dobbiamo ascoltare.
Verranno silenzi, notti senza respiri,
se non ricordiamo i tempi ormai lontani
Per preservare le nostre radici
tramandiamo al mondo i racconti perduti.
Malinconica e ruggente al tempo stesso, Tzimbar Bint è l’orgoglio alpino fatto musica, con l’accelerazione del ritornello che scuote e fa urlare.
Il canto del vento tra cime innevate
Ricorda origini lontane.
Scolpite memorie!
Tzimbar Bint
Sàit gariibet ist!
La produzione è pulita e abbastanza potente considerando che si parla di un autoprodotto. Gli strumenti sono ben bilanciati e le partiture folkloristiche sono perfettamente amalgamate con il resto della musica. Piccola curiosità che merita di essere raccontata: parte degli strumenti folk sono realizzati a mano dai musicisti stessi, fatto che sottolinea la passione e l’amore che muove questi ragazzi. Se proprio si vuole muovere una critica al gruppo veneto allora bisogna dire che tre canzoni sono poche, ma questa è una considerazione che viene naturale data la qualità della musica e del conseguente desiderio di ascoltarne di nuova. È altresì vero che Tzimbar Bint è un blocco unico compatto che si ascolta tutto di un fiato, e perfetto nella sua brevità.
Tzimbar Bint è un demo convincente sotto tutti i punti di vista, originale per musica e tematiche, fortemente legato alle tradizioni di una terra. Elementi che ogni band folk metal degna di essere chiamata in questo modo dovrebbe avere. I Kanseil sono solo all’inizio di una promettente carriera e Tzimbar Bint è il miglior biglietto da visita possibile.
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