Oprich – Winds’ Heady Mead
2014 – EP – Casus Belli Musica
VOTO: 7 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Jaromir: voce, chitarra – Kolyado: chitarra – Peresvet: basso – Michail Romanov: strumenti folk – Pan: voce, flauto – Vladimir: batteria – Pustosvyat: musica, arrangiamenti
Tracklist: 1. Winds’ Heady Mead – 2. In Oars’ Splashes – 3. Volga Lullaby – 4. Folkstorm Of The Azure Nights
Lo sterminato mondo dell’est Europa sa sempre regalare sorprese di buona qualità: questa volta è il turno degli Oprich, formazione di Rybinsk già autrice di due full length di buona qualità (Север вольный e Небо без птиц, ovvero North The Boundless e Birdless Heavens, rispettivamente del 2010 e 2013), lavori di tipico e robusto folk metal russo. L’EP in questione è pubblicato dalla Casus Belli Musica in un limitatissimo numero di 100 copie in vinile. In Winds’ Heavy Mead sono presenti tre canzoni inedite e una cover di Folkstorm Of The Azure Nights, capolavoro marchiato Temnozor.
La prima canzone, la title track, è un mid tempo dal classico sound Oprich, oscuro e sognante al contempo, con le preziose melodie di chitarra e flauto ad impreziosire la piacevole composizione, senza dimenticare il lavoro di sottofondo (scacciapensieri) che dona alla canzone un’aria spavalda e spensierata. In Oars’ Splashes è un brano abbastanza movimentato con le chitarre in primo piano, dove gli interventi del flautista Pan risultano essere particolarmente intensi. Volga Lullaby è una composizione acustica di breve durata dal sapore romantico: il singer si rivolge direttamente al grande fiume e alla luna per ricevere storie in una lingua ormai dimenticata da raccontare attraverso la sua musica. Ultima traccia presente in questo EP è Folkstorm Of The Azure Night, cover dei moscoviti Temnozor. La canzone è di suo molto bella e il nuovo vestito donato dagli Oprich rende giustizia e una nuova personalità alla composizione di Pustosvyat e soci. Non è bello da dire, ma è proprio questo pezzo il migliore di Winds’ Heady Mead.
I ventiquattro minuti dell’EP scorrono molto velocemente, le composizioni sono di qualità e la registrazione è buona e adatta alla musica della band. Da segnalare la copertina decisamente ben fatta, opera dell’artista Igor Burlakov, in arte DartGarry.
Winds’ Heady Mead è un lavoro che conferma la bontà degli Oprich; il vinile è caldamente consigliato agli amanti di queste sonorità in grado di apprezzare il buon lavoro di piccoli gruppi e piccole etichette che da anni portano avanti un discorso improntato maggiormente sulla qualità che non sulla quantità.
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