Isenmor – Land Of The Setting Sun
2015 – EP – autoprodotto
VOTO: 7 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Tim Regan: chitarra, voce – Mike Wilson: basso, voce – BG Drakeley: batteria – Nick Schneider: violino, mandolino, voce – Miles Waldman: violino – Jon Lyon: tastiera, voce
Scaletta: 1. Death Is A Fine Companion - 2. Pyre - 3. Land Of The Setting Sun – 4. So Willingly Deceived - 5. The Old Mead Hall
Quando ho dato vita al sito Mister Folk, tra gli obbiettivi, c’era quello di parlare anche del vero underground, quello vissuto dai gruppi che si autoproducono il demo o il disco, realizzando un lavoro sicuramente non perfetto, ma ancora vivo e sincero, come purtroppo è sempre più difficile trovare nei dischi rilasciati da medie-grandi etichette. Scrivere una recensione sull’EP degli sconosciuti Isenmor porta molte meno visite rispetto a un Noita qualsiasi (ultimo disco dei Korpiklaani, non recensito in questo sito), ma preferisco, per quanto possibile, dare spazio a chi ancora suona nelle cantine, sperando che la manciata di persone che stanno leggendo queste righe, decidano di scoprire con le proprie orecchie le canzoni della band statunitense.
Gli Isenmor nascono nel Maryland, più precisamente a Baltimora nel 2014, per dare alla luce nello stesso anno Demo e poi pubblicare nel giugno 2015 Land Of The Setting Sun, EP che potrebbe permettere alla formazione a stelle e strisce di farsi conoscere nel circuito folk metal. Le prime caratteristiche che si notano prima dell’ascolto del cd sono la presenza di due violinisti in line-up e il fatto che al microfono si alternano in quattro.
La bellissima copertina ci introduce nel mondo della band: Death Is A Fine Companion è un’ottima canzone d’apertura, tirata e melodica, con i violini e i cori in evidenza, mentre la chitarra tira fuori giri al limite col black metal, l’opposto di Pyre, mid-tempo dal bel riffing e l’onnipresente violino a creare melodie eteree. La title track è una piacevole scoperta: le trame dell’axeman Tim Regan e i violini di Nick Schneider e Miles Waldman s’intrecciano a più riprese in maniera squisita con la batteria ad alternare parti veloci ad altre più pachidermiche in modo assolutamente naturale e avvincente. La quarta traccia So Willingly Deceived è una sorta di power ballad dai toni autunnali, il cantato (imperfetto ma gradevole nella sua precarietà) è in pulito e con lo scorrere dei minuti guadagna fiducia; i violini disegnano sentieri nei boschi dalle tinte rosse ed è un piacere perdersi in queste sonorità. Land Of The Setting Sun termina con quello che probabilmente è il miglior pezzo del lotto, The Old Mead Hall. Veloce e divertente, dai violini impazziti e la doppia cassa inferocita, è un up-tempo in grado di dare grande soddisfazione agli amanti di questo genere musicale.
I suoni sono discreti, con la grave pecca rappresentata dalla batteria, debole e con poco volume per quel che riguarda cassa e rullante. Chitarra e violini sono gli strumenti principali a discapito della sezione ritmica, un errore che sicuramente non sarà ripetuto nel prossimo lavoro. Il disco in formato digitale è composto da cinque canzoni, mentre il formato fisico ne prevede nove: i brani extra sono le versioni acustiche di Pyre e So Willingly Deceived e le cover di Havoc (Eluveitie) e In My Sword I Trust (Ensiferum).
Dagli USA arriva un prodotto piacevole e sincero, frutto di passione e buona volontà. Le premesse per un proseguo di carriera degno di nota ci sono tutte, non resta che aspettare il nuovo cd degli Isenmor continuando ad ascoltare questo piacevole Land Of The Setting Sun.
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