CRADLE OF FILTH + NE OBLIVISCARIS
6 novembre 2015, Orion Live Club, Ciampino (RM)
Il tour promozionale di Hammer Of The Witches, nuovo sigillo degli inglesi Cradle Of Filth pubblicato pochi mesi fa dalla Nuclear Blast Records, fa tappa in Italia per tre date: Treviso, Roma e Milano. Gli australiani Ne Obliviscaris sono la band di supporto con i nostrani Cadaveria nel ruolo di opener. Gli orari della serata sono piuttosto strani: apertura porte alle 19, inizio concerti alle 20 con le luci che si riaccendono definitivamente alle 23.30. Non ho potuto assistere all’esibizione dei Cadaveria (e molte persone come me) per via dell’orario poco comodo per chi deve lavorare fino all’ora di cena, difatti io e Alice “Persephone” arriviamo giusto in tempo per l’inizio del primo brano dei Ne Obliviscaris, Devour Me, Colossus (Part I): Blackholes. La band suona compatta e il pubblico inneggia più volte ai musicisti australiani, convincenti sul palco tanto quanto su disco. Riproporre con perizia e “fisicità” le infinite note fluenti di Portal Of I e Citadel tenendo perennemente elevata l’attenzione dell’audience non è cosa da tutti, e per la durata delle tre canzoni proposte Tim Charles, voce pulita e violino, ha incitato più volte la già calda platea, con ottimi risultati. La band termina il proprio show (trentacinque minuti in tutto) tra i meritati applausi, il commento che ho ascoltato più volte durante la serata è stato “speriamo tornino presto come headliner”… lo meriterebbero!
Scaletta Ne Obliviscaris: Devour Me, Colossus (Part I): Blackholes – Pyrrhic – And Plague Flower The Kaleidoscope
Il cambio palco non porta via molto tempo, la scenografia non prevedere molte cose, ma quella grande croce con uno scheletro appeso davanti al telone che fa da sfondo mette subito le cose in chiaro, i Cradle Of Filth stanno per salire sullo stage. L’attacco, dopo il canonico intro, è affidato a Heaven Torn Asunder, tratta dall’ultimo – e ben riuscito – studio album Hammer Of The Witches: Dani Filth, il quale indossa un bel paio di corna, sembra essere in buona forma, saltella in continuazione e le sue tipiche urla distruggi udito ne sono la prova, anche se successivamente accuserà un calo di voce da metà show in poi. Il concerto è un continuo avanti-indietro nel tempo, pescando principalmente dai lavori che hanno permesso alla band di diventare un nome di spicco dell’intera scena metal, come Cruelty And The Beast e Midian, rispettivamente del 1998 e 2000. Continuando a parlare del passato, avevo visto dal vivo i Cradle Of Filth in occasione del Tattoo The Planet, festival svoltosi a Milano nel 2001 che prevedeva le esibizioni anche di Slayer (headliner), Moonspell, Children Of Bodom, Necrodeath, Extrema e Underbred: esperienza molto spettacolare da vedere (donne avvolte in pelle aderente su trampoli, Dani Filth con una sega a motore che colpiva il corpetto in metallo di una corista…) e non perfetta a livello di sound. Quella dell’Orion, invece, è stata una prova impeccabile per i musicisti inglesi, puliti con gli strumenti quanto scenici e cordiali nei confronti del pubblico. In particolare, ha suscitato subito simpatia la tastierista/cantante Lindsay Schoolcraft, molto teatrale e dall’ottima voce. Due gli estratti dal debutto The Principle Of Evil Made Flash del 1994 e quattro quelli dell’ultimo cd, tutto sommato una scaletta equilibrata che ha fortunatamente messo da parte lavori poco riusciti come Godspeed On The Devil’s Thunder e The Manticore And Other Horrors a favore dei vari Nimphetamine (Nimphetamine Fix) e l’EP del 1996 V Empire Or Dark Faerytales (Queen Of Winter, Throned); lo show volge al termine e i due classici Her Ghost In The Fog e The Forest Whispers My Name sono le ultime canzoni della serata. Dani Filth abbandona il palco rapidamente, gli altri musicisti, invece, si fermano per stringere mani e ricevere il calore dei propri fan.
Nonostante l’orario atipico e la concomitanza di ben due concerti nella stessa serata (Deep Purple al Palalottomatica e Grim Reaper al Traffic), si può parlare di buona affluenza di pubblico, con lo “strano caso” di persone che hanno pagato trenta euro di biglietto unicamente per vedere i Ne Obliviscaris e poi tornarsene a casa prima dell’entrata in scena dei Cradle Of Filth. Quella del 6 novembre è stata una bella serata di metallo estremo, non c’è che dire.
Scaletta Cradle Of Filth: Humana Inspired To Nightmare (intro) – Heaven Torn Asunder – Cruelty Brought Three Orchids – Blackest Magick In Practice – Lord Abortion – Right Wing Of The Garden Triptych – Malice Through The Looking Glass – Deflowering The Maidenhead, Displeasuring The Goddess – Queen Of Winter, Throned – Walpurgis Eve (intro) – Yours Immortally – Nymphetamine (Fix) – The Twisted Nails Of Faith – Her Ghost In The Fog – The Forest Whispers My Name – Blooding The Hounds Of Hell (outro)
Foto a cura di Alice “Persephone”.
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