Intervista: Negura Bunget

Il tour di Tău, ultimo lavoro dei Negură Bunget, ha toccato diverse città italiane, compresa la capitale Roma: quale migliore occasione per scambiare due chiacchiere con il sempre sorridente Negru, batterista della band? Nel pre concerto (QUI il live report), seduti sui gradini del locale, abbiamo parlato, tra le altre cose, del lungo tour, della Trilogia Transilvana, della scena romena.

Un ringraziamento a Rick Deckard dei Dyrnwyn per l’aiuto durante l’intervista. 

Negru

Siete alla fine del tour europeo di supporto al bellissimo disco Tău, cosa puoi dirmi a riguardo di queste tantissime date?

È stato il tour più lungo che abbiamo mai fatto, tre mesi e settantacinque concerti, è stato pazzesco e una grande esperienza, ci sono stati alcuni problemi ma sono cose che succedono, ma è stato veramente bello e siamo fortunati ad aver avuto questa grande possibilità.

Siete stanchi?

Fisicamente lo siamo, ma mentalmente stiamo bene, abbiamo già voglia di tornare a suonare presto e di ripartire per un altro tour di tre mesi. Dopo l’estate saremo negli USA e in Canada per oltre quaranta concerti, sarà grande.

Ci sono differenze tra le varie audience che avete incontrato in questo tour?

Ci sono posti e posti, anche nella stessa nazione. In alcuni concerti la gente era partecipe ed entusiasta, in altri erano molto attenti alla musica, ma sicuramente abbiamo sempre avuto una buona risposta da parte dell’audience.

Preferisci il piccolo club o il grande festival?

Preferisco le piccole audience in modo che il pubblico può vedere bene il concerto e perché la gente è lì per noi, pure il festival è bello, anche se è un altro tipo di esperienza, ti posso dire che mi piacciono entrambi perché amo suonare sempre. Parteciperemo ad alcuni festival questa estate in Romania, di ritorno da alcune date a Malta, è pazzesco e divertente!

Continuando a parlare di concerti e festival, ci siamo incontrati per la prima volta al Fosch Fest del 2012, cosa ricordi di quel giorno?

Penso che sia stata una bella esperienza, è stato il primo grande festival in Italia per noi, mentre prima avevamo sempre suonato nei locali, ci siamo trovati bene e ci piacerebbe poter tornare.

Parliamo delle versioni limitate dei vostri dischi, non semplici digipak con qualche extra, ma vere opere d’arte come la wooden box di Vîrstele Pămîntului e l’artbook per Tău. Passate molto tempo a studiare queste belle soluzioni e cosa rappresentano per voi?

Passiamo molto tempo a lavorare sui nostri album, cerchiamo sempre di dare il massimo e di rendere ogni lavoro unico e interessante, dando la nostra visione della musica. Le persone hanno la possibilità di poter scegliere diversi formati, ma ascoltare un mp3 nel tempo libero è diverso dallo sfogliare un artbook di settanta pagine con foto, o dal wooden box con terra e foglie della nostra terra. Sono sensazioni differenti.

È un approccio fisico alla musica.

Sì, puoi “toccare” la nostra musica, è più facile capire il nostro approccio alla musica e ai testi. Qualcuno può pensare che non ci sia una connessione tra la wooden box e la musica, ma c’è sempre una connessione tra quello che suoniamo e le foglie che puoi odorare e toccare, è un’estensione della musica.

Un approccio con i cinque sensi…

Yeah, cerchiamo di dare un’esperienza totale non limitandoci solamente alla musica. Lo stesso vale per i videoclip, ci passiamo molto tempo, soprattutto per questa trilogia…

La prima cosa che ho fatto appena ricevuto a casa il pacco con la wooden box di Vîrstele Pămîntului è stata quella di prendere la terra contenuta nella confezione, annusarla e dire “oh, la terra della Transilvania!”.

Esatto, è quello che vogliamo dare a chi vuole immergersi nel nostro mondo, anche se ognuno ha un approccio differente. Ti dico questa cosa, che può far ridere… ci sono tornate indietro alcune scatole perché nella terra c’erano anche delle cose organiche…!

NBcd

Mi viene da pensare che potresti essere un collezionista di vinili o dischi rari…

Sì, cerco di fare il possibile, non sono un grande collezionista ma mi piace avere qualcosa di insolito.

Cosa ascolti quando sei a casa?

Sinceramente… a casa cerco di rilassarmi, vivo nel metal e quindi quando ritorno da un tour ascolto “calm stuff” come Dead Can Dance, Enya o qualcosa di meditativo, sicuramente mi piace il silenzio ahah! Sono un batterista e faccio un gran rumore per tutto il tempo, quando posso mi piace il silenzio! Per il metal continuo ad ascoltare il black metal di Enslaved, Emperor, Satyricon e band del genere.

Come ti sei avvicinato alla batteria?

Avevo degli amici che suonavano la chitarra e mancava la batteria, è stato naturale diventare un drummer, anche se ero molto giovane. Poi ho scoperto il metal e ho cercato d’imparare a suonare quello stile.

Tău è il primo disco di una trilogia… come è venuta questa idea?

La gente ci dice spesso che veniamo dalla terra del vampiro, chiedono cose su Vlad Tepes, ma la Transilvania è una terra piena di natura e spiritualità. Noi cerchiamo di presentare la nostra visione della Transilvania, così come la vediamo. Cerchiamo di creare una connessione con nostra storia, con la natura, con una spiritualità molto forte. Per farlo non ci sarebbe bastato un solo album, così abbiamo deciso di fare una trilogia: la prima parte è sugli elementi naturali, sulla storia e i suoi significati, la seconda sulle tradizioni e credenze, la terza sarà sulla spiritualità. Attraverso la musica e i video cerchiamo di trasmettere la nostra visione, dopo i tre cd sarà pubblicato un full-dvd con la musica e i video a complemento della trilogia.

Quando dici che il terzo disco della trilogia sarà sulla spiritualità transilvana, mi viene da pensare a un lavoro ambient, tanto più che i vostri lavori non mancano di questi momenti.

Sì, è una possibilità, se dovessimo fare ora il terzo disco probabilmente sarebbe un cd ambient, sicuramente molto calmo e profondo. Come sai non abbiamo problemi a cercare un buon bilanciamento tra aggressività e momenti atmosferici e ambient. Potremmo bilanciare le due cose o fare un qualcos’altro, vedremo…

C’è qualcosa di pronto per il secondo disco della trilogia, o bisognerà attendere altri quattro anni per poter ascoltare il nuovo lavoro dei Negură Bunget?

Ci sono alcune idee e melodie, abbiamo il concept e stiamo lavorando sui testi, sviluppiamo quello che abbiamo e continuiamo a lavorare…

Cosa pensi della scena folk/pagan della Romania? Gruppi come Bucovina, Dordeduh, Bucium e altri si stanno mettendo in mostra…

Abbiamo diversi gruppi interessanti e la scena è buona. Il vero problema è che non ci sono abbastanza etichette per lavorare bene ed è difficile lavorare bene se non si ha una label che ti supporta prima e dopo l’uscita del disco.

Hai ragione… ad esempio ho dovuto contattare direttamente i Bucovina per poter comprare i dischi della band, proprio perché non hanno un’etichetta e una vera distribuzione, e per far arrivare i cd ci sono voluti quarantacinque giorni… un incubo!

Esatto, la difficoltà è per il gruppo e per l’ascoltatore, senza distribuzione ed etichetta non è semplice vendere e comprare dischi e magliette. I Bucovina stanno avendo un discreto successo, ma tanti gruppi non riescono a emergere, devono credere in quello che fanno e aspettare il proprio momento.

Una domanda delicata…

No problem…

Hai ascoltato l’album dei Dordeduh?

Sì… (fa un gran sorriso, pura diplomazia! nda)

Sei tu il songwriter del gruppo?

Facciamo le cose in team, solitamente porto il concept e la maggior parte dei testi, la musica è una cosa a parte.

Avete pubblicato molti album, gli ultimi semplicemente strepitosi, ma le persone continuano a citare Om come il vostro miglior lavoro. Cosa ne pensi?

È strano ma anche figo che la gente piaccia così tanto Om, ma subito dopo la pubblicazione di Om non c’è stata una grande risposta, mentre con gli anni è stato rivalutato e definito cult. Per esempio il feedback ricevuto per Vîrstele Pămîntului è stato molto migliore rispetto a quello di Om… non puoi mai sapere quello che la gente penserà del tuo cd, noi pensiamo sempre di aver fatto il miglior disco. Non abbiamo pressione e non cerchiamo di fare un altro Om, facciamo quello che ci sentiamo al momento.

Cosa farai appena tornato a casa da questo lungo tour?

Relax! Sicuramente riposo e poi lavorerò sul nuovo disco e alle prossime date negli USA. A volte è pesante stare tanti mesi lontano da casa, ma in realtà sono fortunato a fare questo lavoro e ho davvero tante cose da fare, sarà un autunno molto impegnativo!

Avete avuto tempo di visitare Roma?

Sì, questa volta siamo stati alla Cappella Sistina, quando ci è possibile cerchiamo di visitare la città dove suoniamo, non vogliamo solo suonare e riposare!

Lo si può notare dalle bellissime foto che postate su Facebook relative ai posti che riuscite a visitare prima dei concerti… Gabriel, ti ringrazio per l’intervista, è stato davvero un piacere parlare con te.

Il piacere è mio, grazie per l’intervista!

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