Negură Bunget – Tău
2015 – full-length – Lupus Lounge
VOTO: 9 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Tibor Kati: voce, chitarra, tastiera – Adrian Neagoe: chitarra, tastiera – Ovidiu Corodan: basso – Negru: batteria, percussioni – Petrică Ionuţescu: strumenti tradizionali
Tracklist: 1. Nămetenie – 2. Izbucul Galbenei – 3. La Hotaru Cu Cinci Culmi – 4. Curgerea Muntelui – 5. Tărîm Vîlhovnicesc – 6. împodobeala Timpului – 7. Picur Viu Foc – 8. Schimnicește
Quello che ci offrono i Negură Bunget con Tău non sono solamente cinquanta minuti di grande musica, ma un vero e proprio viaggio nella terra della band, la Transilvania. Primo di una trilogia chiamata Transilvanian Trilogy, il settimo sigillo dei romeni è un concept sugli elementi naturali, come ben illustrato nel booklet e dalle pagine dell’imponente artbook.
Pubblicato a cinque anni di distanza dall’ottimo Vîrstele Pămîntului, Tău vede oltre a una nuova line-up (rodata grazie all’EP Gînd a-prins del 2013), una formula musicale sì marchiata a fuoco Negură Bunget, ma che rappresenta un’evoluzione, com’è normale che sia, di quanto prodotto in venti anni di carriera. Il nuovo lavoro della band capitanata dal batterista Gabriel Mafa “Negru” presenta canzoni dalla forte connotazione ambient, ben bilanciate da parti al limite del black metal e grandiosi momenti folk/etnici in grado di far accapponare la pelle. Musicalmente Tău estremizza quanto proposto in Vîrstele Pămîntului, ampliando le parti atmosferiche-ambient – sempre più importanti – che ben contrastano con i momenti extreme metal e i numerosi arpeggi di chitarra. I testi sono degli inni alla grandiosità della Natura, alla bellezza delle montagne Făgăraș, brulle e imponenti, alla potenza del fiore che resiste solitario e fiero tra le rocce delle catene montuose, alla primordiale importanza dell’acqua e alla pace che trasmette il lago Stănișoara, un vero invito alla meditazione; infine non mancano le leggende del folklore, come gli arcaici giganti di Tărîm Vîlhovnicesc.
I Negură Bunget non hanno paura di sperimentare e spostare un passo più avanti i propri limiti, proponendo un disco veramente difficile da assimilare, ricco di spunti e idee a dir poco interessanti, ma assolutamente non immediato e che a un ascolto poco attento rischia di essere etichettato come poco omogeneo. Grazie alle continue ripetizioni della tracklist – e un’attenta lettura dei testi – si capisce che è vero il contrario: Tău è un signor disco guidato da un filo conduttore facilmente riconoscibile, che sviluppa tutta la propria espressività lungo i cinquanta minuti di durata e che non mostra cali qualitativi o d’ispirazione. Gli strumenti utilizzati per creare questo concept sono numerosi, ma spicca sicuramente il theremin, uno strumento elettrico che non prevede il contatto fisico per suonare, invenzione del fisico sovietico Leve Sergeevič Termen, qui suonato dall’ospite Gabriel Almași e presente nella traccia d’apertura Nămetenie. Nell’album sono presenti anche altri guest: la voce di Alexandrina Hristov e la chitarra di Rune Eriksen “Blasphemer” (Aura Noir, Twilight Of The Gods del mediocre Fire On The Mountain ed ex Mayhem) compaiono in împodobeala Timpului, mentre Sakis Tolis, voce/chitarra dei Rotting Christ, lo troviamo in Tărîm Vîlhovnicesc.
Difficile, sinceramente difficile, per me, descrivere le canzoni che compongono Tău: nonostante le centinaia di recensioni e i libri pubblicati, a volte capita di trovarsi senza parole, o, per meglio dire, senza le parole adatte. Scrivere della maestria dei musicisti in fase di composizione, o dei “livelli” d’ascolto dell’opener Nămetenie, piuttosto dei ritmi di împodobeala Timpului risulta essere piuttosto banale e prevedibile. Tău va ascoltato tutto d’un fiato, senza distrazioni o pause, solo in questo modo sarà possibile comprendere e apprezzare il grande lavoro svolto dai Negură Bunget.
L’aspetto visivo, come al solito, è di primaria importanza. Oltre ai “classici” cd e vinili, sono sul mercato due edizioni limitate molto interessanti, ovvero wooden box e artbook. Il primo segue le orme di quanto fatto con Vîrstele Pămîntului (salvo il contenuto), quindi la confezione di legno è decorata in stile romeno e all’interno sono presenti foglie d’acero e frutti di bosco, mentre l’artbook è un elegante volume di grandi dimensioni (28×28, con bonus disc e dvd) con 72 pagine ricche di testi (in romeno e traduzione in inglese, più le spiegazioni) e meravigliose fotografie della selvaggia natura transilvana scattate da Negru, perfette per entrare immediatamente in sintonia con i testi e lo spirito del gruppo.
Terminare l’ascolto di Tău (pubblicato da Lupus Longe/Prophecy Production, già label d’interessanti realtà come Farsot, Helrunar, Durdeduh e Secrets Of The Moon) senza aver la voglia di ricominciare l’ascolto del disco è praticamente impossibile, così come è assai probabile il desiderio di saperne di più di una terra spesso troppo generalmente indicata come “quella di Dracula”. Il viaggio con i Negură Bunget è appena iniziato, e per il momento è stato entusiasmante, non resta che aspettare gli altri due capitoli della Trilogia Transilvana continuando ad ascoltare (e a sfogliare, per chi possiede l’artbook) il nuovo capolavoro di Negru e soci.
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