Arcana Opera – De Noir

Arcana Opera – De Noir

2015 – full-length – Nemeton Records

VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Alexander Wyrd: voce – Mirko Fabris: chitarra – Stefano Masin: chitarra – Bjorn Hodestli: basso – Marco Sanguanini: batteria – Paolo Nox: tastiera – Martina Facco: violino

Tracklst: 1. Cave Canem – 2. Il Letto Rosso – 3. Ambasciata Noir – 4. Caffè Marco Polo – 5. Quetzacoatl – 6. La Tesi Di Empedocle – 7. Il Lamento Di Marsia – 8. La Danza Della Forca – 9. Sul Pasubio Prima Dell’Alba

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De Noir, secondo disco degli Arcana Opera, è uno di quei lavori difficili da analizzare, probabilmente perché troppo ricco di sfaccettature e input. La musica della band veneta è quanto mai variegata, ricca di stili e ottimamente assemblata con personalità dai musicisti. De Noir è un lavoro che cresce moltissimo con il ripetersi degli ascolti, e non è impossibile che l’album risulti essere ostico al primo approccio, vuoi per i testi molto ricercati in lingua italiana che per la musica originale e fuori dagli schemi. Ci vuole pazienza e attenzione per poi riuscire a comprendere (e apprezzare) le nove tracce che compongono l’opus targato Nemeton Records.

La musica degli Arcana Opera è multiforme e imprevedibile, libera da etichette e paletti mentali; una volta superato lo scoglio di un sound diverso da tutto quello che si è soliti ascoltare al giorno d’oggi, De Noir è in grado di regalare grandi emozioni, emozioni in contrasto tra di loro che provengono dallo stomaco che si impossessano del resto del corpo. Musicalmente e liricamente gli Arcana Opera presentano un disco differente dal resto della scena e unico per approccio e risultato, criptico e oscuro per certi versi, sicuramente affascinante e penetrante.

Non c’è un brano “tipo” degli Arcana Opera, le canzoni sono diverse tra di loro e le sfaccettature del sound molteplici e a volte disorientanti. A ritmiche power seguono ritornelli orecchiabili o break inaspettati: inizialmente stupito da quel che ho ascoltato, ho interiorizzato le nove tracce di De Noir con il susseguirsi degli ascolti, per poi esserne conquistato.

Cave Canem è il brano di apertura, ritmato e melodico riesce, con l’aiuto delle orchestrazioni e delle linee vocali azzeccate, a stamparsi immediatamente nella mente dell’ascoltatore. Il Letto Rosso è il brano scelto per la realizzazione del videoclip: l’inizio potente e vicino al power metal porta a un ritornello difficile da dimenticare, ma meritano una menzione anche le melodie che contraddistinguono immediatamente il brano. Ambasciata Noir è un pezzo più cadenzato che non disdegna accelerazioni di doppia cassa e voci harsh a dare una spinta aggressiva quando ce n’è bisogno. Poetica malinconia per Caffè Marco Polo, composizione più lunga di De Noir con quasi otto giri di lancette, e quanto mai varia e intensa:

fendenti di prua squarcia l’onda
il leone tocca il sole
che nasce dall’impero del Kahan.
ambasciatore fedele, la strada della seta,
l’odor delle spezie i segreti del Catai

Sonorità folk metal per Quetzacoatl, dove non a caso è presente l’ospite Herian Da Re dei Kanseil: la canzone è, parole di Alexander Wurdis, “un viaggio nella mitologia e nella cosmogonia”. All’iniziale verve folkstoniana, si aggiunge presto il classico stile personale della band, fermo restando i preziosi intermezzi folk che donano alla composizione, ruffiana e gagliarda nel chorus, una sonorità a dir poco incantevole. L’atmosfera si fa più delicata e introspettiva per La Tesi Di Empedocle, nella quale non manca, però, una bella accelerazione dal sapore sinfonico – e sempre in chiave romantica – che la rende dinamica quanto incisiva. Il Lamento Di Marsia narra la vicenda del satiro Marsia, sventurato nel trovare l’aulòs (flauto a doppia canna) maledetto da Atena. Il satiro divenne bravissimo nel suonarlo, fino al punto di sfidare il dio della musica Apollo. Il dio vinse con l’astuzia la competizione e punì Marsia per la superbia, scorticandolo vivo una volta legato a un albero.

Un altro si rammenta di quel satiro
cui il figlio di Latona affisse una pena
dopo averlo vinto col flauto Tritoniaco
“Perché mi scortichi?” chiese;
“Ahimè! mi pento!” gridava “un flauto non vale tanto!”
Ma mentre egli disperava gli fu strappata la pelle dalle membra
Nient’altro era che una ferita; ovunque proava il sangue,
si scoprono i muscoli liberi e, rilasciate, senza pelle,
pulsano le vene, potresti cantare
le viscere zampillanti e le fibre sanguigne.

La Danza Della Forca è un elegante brano dall’importante lavoro di tastiera e violino che porta al ritornello facilmente memorizzabile, seguito da un bel break musicale semplice e oscuro, di grande effetto, dove è presente anche un assolo di chitarra. De Noir termina con Sul Pasubio Prima Dell’Alba, canzone che presenta nelle strofe delle tonalità allegre nonostante la tematica trattata: i ragazzi caduti in trincea non torneranno mai più, se non in una bara, alla loro terra:

ritorneranno i prati 
ritornano i ragazzi
ritornano dal fronte in una notte splendida. 

Il cane abbaia, rompete le righe
Il cane abbaia, tornate a dormire

L’artwork è perfetto per la musica e i testi del gruppo: semplice e lineare, permetta una buona lettura delle liriche di Alexander Wyrd, così come è azzeccata la scelta di utilizzare principalmente due colori per tutta la grafica. La produzione è veramente di grande qualità: potentissima e pulita, dai suoni grassi ma nitidi. Tutti gli strumenti sono perfettamente bilanciati e udibili: non si può far altro che complimentarsi con Christian Zecchin per l’ottimo lavoro svolto.

Il songwriting è di alto livello, la chitarra varia stili ed è ricca d’idee, la sezione ritmica è brava a dare potenza con fantasia e, infine, la voce di Alexander Wyrd, intensa e sicura, è la classica ciliegina sulla torta. De Noir è un lavoro che svela a ogni ascolto un nuovo particolare: lasciatevi avvolgere dalle note degli Arcana Opera, non tornerete più indietro.

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