Intervista: Párodos

Il mondo musicale dei Párodos è tanto vasto quanto interessante: nel loro background troviamo quel metal estremo ma speciale di Agalloch e Negură Bunget, l’avanguardia degli Arcturus così come il sound più “raffinato” di Alcest e Katatonia, il tutto miscelato con personalità e buon gusto. Ho intervistato la band campana perché non capita tutti i giorni di ascoltare del buon metal suonato con abilità, tatto e soprattutto fuori dai “soliti schemi” fin dalla prima release, un tre pezzi registrato in presa diretta ascoltabile sulla loro pagina Soundcloud. La musica, l’origine del nome e le motivazioni che hanno spinto questi ragazzi a lavorare su un progetto tanto personale sono alcuni degli argomenti di questa intervista. Buona lettura e buon ascolto! 

parodos

Siete una band di recente formazione e molte persone, soprattutto in un sito dedicato al folk/viking metal, non vi conoscono. Direi quindi d’iniziare con la più classica presentazione della band.

La band nasce nel 2015 da un’idea condivisa tra G. Hybris (tastiere), G. Orion (basso), M. (voce), F. Oudeis (chitarre) e D. Ephaistos (batteria).

I brani che mi avete fatto ascoltare sono un bel mix di diverse influenze rielaborate con gusto personale. Quali sono gli artisti che in vario modo hanno portato alla formazione dei Párodos e qual è il vostro obiettivo come gruppo?

Fin dalla nascita del progetto, l’intento è sempre stato quello di miscelare e dosare le diverse influenze di ciascuno di noi per incanalarle in un risultato quanto più possibile genuino e originale. Gli artisti che ci ispirano sono tanti, ma potremmo tracciare un cerchio che abbraccia Fen, Les Discrets, Alcest, Katatonia, Lantlos, Arcturus ed Enslaved, su tutti. L’obiettivo è di crescere continuamente, traendo insegnamenti da ogni esperienza, dalla sala prove, ai live, alle sessioni di registrazione. È più corretto dire che non ci poniamo limiti precisi, al momento, avendo l’intenzione di portare la nostra musica più lontano possibile.

C’è un concept alla base della band? Perché la decisione di chiamarvi Párodos?

Il nome è frutto degli studi classici e della passione smisurata per la tragedia greca, laddove il termine “parodo” indica il primo canto del coro immediatamente dopo l’ingresso dai corridoi laterali dell’anfiteatro (parodoi). A questo si unisce un lutto molto grave, al termine di una lunga sofferenza, che ha sconvolto e cambiato le nostre vite in maniera irreversibile. Da qui è nata la concezione della nostra musica come veicolo per introdurre l’ascoltatore in un viaggio attraverso la tragedia umana, quella di cui ciascuno è attore e, al tempo stesso, spettatore, in un percorso di purificazione, di catarsi, da cui il titolo del nostro album d’esordio.

L’impressione che ho avuto è che non ci sia solo la musica nel vostro background artistico: libri, quadri e arte in genere influenzano il vostro operato?

Decisamente. Le nostre influenze e ispirazioni sono tante, e disparate. Al di là delle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide, pregne di contenuti fondamentali per il nostro progetto, la filosofia (Nietzsche, Schopenhauer), la mitologia (greca, nordica, orientale), la poesia (Baudelaire, Verlaine, Poe) e la letteratura, in generale, rappresentano imprescindibile fonte di ispirazione.

La parte strumentale compie un bel lavoro preciso e ricco di intuizioni valide, si capisce subito che non siete musicisti alle prime armi. Qual è il vostro passato musicale?

Chi scrive (G.Hybris, tastiere) ha studiato pianoforte classico per 4 anni e mezzo, per poi riprendere dopo alcuni anni da autodidatta. Con G. Orion (basso) e D. Ephaistos (batteria), abbiamo condiviso il progetto Your Tomorrow Alone, dal 2009 al 2013, con un album pubblicato da My Kingdom Music e diversi live all’attivo. F. Oudeis invece è stato membro fondatore dei Throes Of Perdition dal 2008 al 2015, mentre M. ha fatto parte degli Exxon Valdez dal 2001 al 2011.

La voce pulita, invece, è una vera sorpresa: potente e sicura, a me ha ricordato Ray Alder dei Fates Warning. Quali sono i nomi che hanno ispirato M.?

Il riferimento principale è sempre stato Bruce Dickinson, nell’ambito dei mostri sacri. Daniel Gildenlöw dei Pain Of Salvation e Grutle Kjellson degli Enslaved rappresentano le influenze più vicine alla nostra proposta.

parodos

Perché avete optato per l’utilizzo di nomi d’arte al posto di quelli reali? Hanno una qualche connessione con il nome del gruppo o con i testi?

La scelta ha l’intento di spersonalizzare la band, nell’ottica del parallelismo con la tragedia greca (e, quindi, col nome della band). I nostri show dal vivo prevedono l’utilizzo di maschere teatrali (anche se soltanto al momento dell’entrata in scena): l’attore principale è la musica, il nostro ruolo è, quindi, quello di coreuti, la cui identità non è importante ai fini dello spettacolo.

Di cosa trattano i testi delle tre canzoni, e sono collegati tra loro?

I testi sono opera di M., e rappresentano la sua personale interpretazione del viaggio attraverso la tragedia umana. Più che collegati tra loro, esprimono i diversi stati d’animo che contraddistinguono un simile percorso. In Space Omega, il cammino è quello attraverso la consapevolezza della morte e della fine della materia. Heart Of Darnkess ha un taglio più intimo, che si riferisce alla ricerca dell’io più profondo e della consapevolezza di sé stessi. Evocazione è invece un vero e proprio rito di consacrazione pagano, un viaggio di ritorno alle origini e alla natura.

Le tre canzoni registrate sono tutte sopra gli otto minuti di durata. Le nuove composizioni continueranno questo trend? Da dove nasce il bisogno di comporre canzoni così lunghe? Vi siete divertiti a registrare tutti gli strumenti live in studio, come “ai vecchi tempi”?

La durata non è stata mai prestabilita in verità, né per i brani del demo, né per gli altri che insieme a questi andranno a comporre l’album. Tutta la composizione si basa su alcuni canovacci, riff di tastiera e chitarra su cui poi lavoriamo tutti insieme, in sinergia. Pertanto, più che di una necessità si tratta di un naturale risultato, che si concretizza nel momento in cui siamo tutti soddisfatti del singolo brano. Per quanto riguarda la registrazione simultanea degli strumenti in studio è stata un’esperienza molto interessante, impegnativa ma senza dubbio divertente, che ha contributo a donare un feeling molto più marcato al suono complessivo del demo, soprattutto dal punto di vista della sessione ritmica.

In questo periodo state registrando il vostro album di debutto Catharsis: i tre pezzi pubblicati sono da intendersi come una prova (o come si diceva anni fa, come un demo)? Cosa troveremo nel nuovo lavoro?

Più che un demo potremmo definirlo un biglietto da visita, un modo per far conoscere la nostra proposta musicale e per non restare in totale silenzio fino al primo album, nel quale ci saranno anche questi tre brani, con arrangiamenti leggermente diversi. Il nuovo lavoro sarà composto da nove tracce, di cui tre strumentali (intro, intermezzo e outro). Le registrazioni sono iniziate nei primi giorni di Dicembre, al Kick Recording Studio di Marco Mastrobuono (Buffalo Grillz, Hour Of Penance) che si occuperà anche di mix e mastering, e termineranno verso la fine di gennaio. Ci saranno diverse sorprese, con alcune guest che annunceremo di volta in volta tramite i nostri canali su internet. La parte grafica invece sarà totalmente affidata a Francesco Gemelli.

Siamo in un sito dedicato alla musica folk/viking metal, vi chiedo quindi se conoscete questo genere musicale e se ci sono artisti (italiani e non) che apprezzate e trovate meritevoli d’attenzione.

Come in ogni sottogenere del metal, anche nel folk/viking ci sono band ed elementi degni d’attenzione. In particolare il progetto Myrkgrav, che abbiamo apprezzato molto fin da subito, gli storici Falkenbach e, nel panorama nostrano, i Folkstone, che abbiamo avuto modo di ascoltare dal vivo, a Napoli, di recente.

Sono sempre felice di dare spazio a gruppi interessanti e spero che questa intervista vi possa aiutare per il proseguo della carriera. Buona fortuna ragazzi!

Grazie a te per lo spazio concesso e per le domande, realmente stimolanti. Un saluto a tutti i lettori di Mister Folk, vi invitiamo a seguirci sulla nostra pagina Facebook per tutti gli sviluppi riguardanti il nostro album d’esordio.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: