Under Siege – Under Siege

Under Siege – Under Siege

2018 – full-length – autoprodotto

VOTO: 8 – recensore: Mr. Folk

Formazione: Paolo Giuliani: voce, cornamusa – Daniele Mosca: chitarra – Gianluca Fiorentini: chitarra – Livio Calabresi: basso – Marzio Monticelli: batteria

Tracklist: 1. Blàr Allt Nam Bànag – 2. Warrior I Am – 3. Time For Revenge – 4. Beyond The Mountains – 5. Invaders – 6. Sotto Assedio – 7. One To Us – 8. Bright Star Of Midnight

Un nuovo nome va ad arricchire la scena italiana: Under Siege. La band di Palestrina, Roma, muovendosi nell’ombra e con una manciata di show alle spalle, arriva a pubblicare il full-length di debutto dopo poco più di due anni di attività. La musica del gruppo prende a piene mani dal meglio del settore, ma la bravura di Giuliani e soci sta nel non copiare ma utilizzare le influenze musicali a proprio favore, sviluppando cioè un sound personale pur non nascondendo l’ammirazione per certe realtà: quindi non è un mistero che Falkenbach o gli Amon Amarth rientrino negli ascolti degli Under Siege, ma non c’è mai traccia di plagio all’interno dei quaranta minuti del disco, un dato non da poco per un esordio non preceduto da demo o EP.

Le prime note di Under Siege sono di cornamusa, strumento usato con parsimonia all’interno del cd, ma che quando fa il suo ingresso non lascia mai indifferenti. Blàr Allt Nam Bànag è un buon pezzo che unisce il death metal melodico delle chitarre con graziose melodie folk, il tutto valorizzato dall’ottimo ritornello cantato a due voci (clean/growl) e il pregevole stacco a tre quarti di canzone che fa tanto Suidakra dei tempi d’oro. La seconda traccia è la ritmata Warrior I Am, lineare quanto bellicosa e dal gustoso assolo di chitarra anticipato da note celtiche. Il titolo della canzone successiva la dice lunga sulle intenzioni degli Under Siege: Time For Revenge è infatti il brano più crudo del platter e l’influenza della band di Johan Hegg sono piuttosto chiare. Beyond The Mountains è una signora composizione dalle radici ancorate nel viking metal più massiccio ed epico, non avrebbe sfigurato nella tracklist di …Magni Blandinn Ok Megintíri. L’ascolto di Under Siege prosegue con Invaders, oscura e minacciosa nella quale si mette in mostra la compatta sezione ritmica, vero motore trainante della band; prima della fine della canzone troviamo un coro maestoso ed elegante, una vera chicca che mostra il potenziale del gruppo laziale. Arriva con Sotto Assedio la sorpresa dell’album: cantata in italiano è senz’altro l’highlight di Under Siege grazie alle ritmiche incalzanti e al ritornello da cantare dal secondo ascolto può diventare la Legio Linteata degli Under Siege. One To Us è un po’ anonima nonostante l’importante contributo della tastiera e il finale di cornamusa, ma forse paga lo scotto di stare in mezzo a Sotto Assedio e Bright Star Of Midnight, probabilmente le canzoni migliori del lotto. Quest’ultima parte soft e acustica per poi accendersi e diventare una sorta di malinconica power ballad che ricorda i migliori Ensiferum dei primi lavori qui rivisti in chiave personale: essendo Bright Star Of Midnight l’ultima traccia del cd non poteva esserci finale migliore di questo.

Il disco è curato nei minimi dettagli, l’artwork è ricco e accattivante e insieme al disco è possibile ricevere il booklet in formato libro ricco di illustrazioni, testi e tutte le info tecniche. La produzione è molto potente ma perfettibile: alzando il volume si ha l’impressione che la produzione e i “livelli” siano stati tirati al limite e il suono tende un po’ a distorcere.

Il debutto degli Under Siege è assolutamente positivo e “giusto” in tutto, dall’artwork al minutaggio finale passando, ovviamente, per la qualità delle canzoni. La band è agguerrita e determinata a portare la loro musica epica sui campi di battaglia dove sicuramente mieterà un gran numero di vittime.

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