TrollWar – The Traveler’s Path
2017 – EP – autoprodotto
VOTO: 7,5 – recensore: Mr. Folk
Formazione: Simon-Pierre Leclerc-Fortin: voce – Steeve Jobin-Fortin: chitarra – Mathieu Chuvette: chitarra – Keven Villenueve: basso – Yanick Tremblay: batteria – Mathieu Pageau: tastiera – Jonathan Mathieu: fisarmonica
Tracklist: 1. Prologue – 2. The Forsaken One – 3. Omens Of Victory – 4. Forgotten – 5. Shores Of Madness
Dopo ben quattro anni di quasi silenzio e svariati cambi al basso tornano sulla scena i canadesi TrollWar e lo fanno con un EP robusto e grintoso, sicuramente un passo avanti rispetto al full-length di debutto Earthdown Groves marchiato 2013. La band del Quebec in verità l’abbiamo incontrata pochi mesi fa grazie all’interessante split a tre Distrollbar con Distoriam e Trobar, ma è con The Traveler’s Path che la band riprende il percorso iniziato sette anni or sono.
Ascoltando l’EP è possibile capire come i TrollWar abbiano lavorato sodo per smussare gli spigoli che in passato rendevano a volte pensante l’ascolto: canzoni più dirette, meno fronzoli e orchestrazioni sempre giuste e mai esagerate. Soprattutto, quell’alone di figliocci dei Finntroll è ormai distante, Simon-Pierre Leclerc-Fortin e soci camminano sulle proprie gambe e lo fanno con decisione e maturità. L’opener The Forsaken One è un ottimo brano tirato e feroce che mette in mostra le qualità tecniche del batterista Yanick Tremblay, pulito e saggio nelle decisioni. Il bridge e il ritornello, pur cantati in growl, sono melodici e sortiscono l’effetto desiderato, ovvero coinvolgere l’ascoltatore. La seguente Omens Of Victory è meno estrema ma comunque caratterizzata da un buon tiro che alterna fasi più power oriented ad altre folk metal; anche qui il drumming fantasioso e sicuro di Tremblay fa la differenza e la cosa, intelligentemente, è stata risaltata nel mixing finale, nel quale la batteria ricopre un ruolo di primo piano. Più folkeggiante e ariosa, Forgotten rappresenta un’altra sfumatura del sound TrollWar, ugualmente convincente anche quando si preme meno sull’acceleratore. L’EP si conclude con Shores Of Madness, una macchina da guerra che va dritta per la propria strada con una violenza e una sicurezza che non fa prigionieri, forse l’esempio più adatto per capire quanto siano cambiati in meglio i TrollWar negli ultimi anni.
I ventuno minuti di The Traveler’s Path – magistralmente registrati presso i The Grid Studio e con Christian Donaldson (Cryptopsy) e Marco Fréchette a occuparsi del mastering, sono un ghiotto antipasto del full-length in uscita nel corso del 2018. Con i miglioramenti nel songwriting e la maturità dimostrata in questi brani i TrollWar possono tirar fuori un signor disco, non resta che aspettare qualche mese per saperne di più.
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