Bak De Syv Fjell – Rehearsal
1996 – demo – autoprodotto
VOTO: S.V. – recensore: Mr. Folk
Formazione: Haavard: voce, chitarra – Kvitrafn: batteria
Tracklist: 1. De Siste Tanker – 2. Unknown I – 3. Unknown II – 3. Unknown III – 4. Unknown IV
Bergen, Norvegia. Siamo a metà anni ’90, il furore black metal detta legge da qualche anno e il fenomeno coinvolge sempre più ragazzi. Tantissimi gruppi si formano: la maggior parte di essi non esce dalla sala prove, qualcuno pubblica una demo cassetta, in pochi vanno oltre. Tra i vari gruppetti dediti alla nera fiamma spicca un giovane batterista adolescente che ama picchiare il drum kit ed ha tanta voglia di suonare: il suo nome è Einar Selvik e presta servizio negli Ildkrieg e nei Mortify, con i quali pubblica nel 1995 la cassetta Skuggeriket. Ma Kvitrafn, war name adottato da Selvik, vuole suonare anche qualcosa di più epico e legato al folklore della propria terra. Nascono così i Bak De Syv Fjell, il cui nome è un riferimento alle montagne che circondano la città di Bergen: il nome tradotto significa, difatti, “dietro le sette montagne”. Il duo (alla voce e chitarra c’è Haavard, in seguito bassista dei Taake, da non confondere con l’Haavard che ha suonato con Satyricon, Ulver e Myrkur) nasce nel ’95 e nell’estate dell’anno successivo (luglio ’96) inizia a girare nell’ambiente underground una cassetta con una manciata di canzoni senza titolo se non l’opener: si tratta, probabilmente, di quelle cassette registrate in presa diretta “per sentire come suona” il gruppo e studiare cosa migliorare dei brani.
Parlare di musica è difficile data la scarsissima qualità audio. Suoni ovattati e lontani, ma comunque comprensibili per capire che il duo si rifà a nomi come Ulver, Isengard (più “melodici”) e Storm, ovvero quella che oggi consideriamo come la vecchia guardia del folk/black metal. La maggior parte delle canzoni non ha il titolo e solo l’opener ha questa “fortuna”, De Siste Tanker: voci pulite e chitarre di sottofondo permettono di intuire l’indirizzo musicale della registrazione e poco altro.
Venti minuti di musica sono chiaramente insufficienti per giudicare, ma abbastanza per farsi un’idea. I due ragazzi hanno tanta voglia di suonare e produrre qualcosa di importante, la strada, però, non è delle più semplici e difatti la vita dei Bak De Syv Fjell sarà purtroppo breve. Rehearsal è più un sincero documento dell’epoca che un prodotto musicale da gustare, e come tale deve essere preso.
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