Barad Guldur – Frammenti Di Oscurità

Barad Guldur – Frammenti Di Oscurità

2019 – full-length – autoprodotto

VOTO: 7 – recensore: Mr. Folk

Formazione: Ivan Nieddu: voce – Stefano Longoni: chitarra – Riccardo Bona: chitarra – Marco Brambilla: basso – Sara Benzoni: batteria – Eliana Gheza: cornamusa – Stefano Grazioli: cornamusa, flauto – Alessandra Lombardo: ghironda – Elisa Fratus: violino

Tracklist: 1. La Storia Cominciò – 2. Canso De Bouye – 3. Sarneghera – 4. POININOS – 5. Nella Notte Più Nera – 6. Asfaladugu – 7. La Gratacòrnia – 8. Per Chi Ela La Nòcc? – 9 Senza Paura – 10. Frammento Di Oscurità – 11. Lodar I Lais Ben Laer Sul

Frammenti Di Oscurità è il debutto dei Barad Guldur, formazione di Bergamo autrice di un folk metal ricco di strumenti tradizionali con i testi delle canzoni in lingua italiana. Ivan Nieddu (voce) ed Eliana Gheza (cornamusa) danno vita al gruppo sul finire del 2015 e dopo qualche anno di lavoro esce come autoprodotto il primo full-length. Mettendo nella stessa frase Bergamo e folk metal è automatico pensare ai Folkstone, ma i Barad Guldur sono bravi a non farsi risucchiare dal groove di Lore e soci, andando per la propria strada fin dal primo disco con la giusta personalità. Quel che viene fuori dalle casse dello stereo è un folk metal abbastanza personale con il baghèt – strumento tipico bergamasco, della famiglia delle cornamuse, in uso, secondo gli affreschi, fin dal XIII secolo – in grande evidenza, e un continuo alternarsi e sovrapporsi di voci sia maschili che femminili con diversi stili e impostazioni. Il risultato è assolutamente convincente e non sembra certo di ascoltare un’opera prima.

Il disco si presenta con una grafica semplice ma comunque efficace, il booklet di otto pagine contiene tutti i testi e il racconto del progetto Barad Guldur, una cosa che accade molto raramente e che permette di entrare immediatamente in sintonia con la proposta dei bergamaschi. L’unica pecca della parte grafica è la scelta di lasciare il booklet color nero con i testi in bianco: sfondi di montagne e natura sarebbero stati perfetti per quanto cantato nei quarantanove minuti del cd. La produzione è piuttosto asciutta e mediamente potente, gli strumenti sono ben equalizzati e nel complesso il suono, considerando la completa autoproduzione, va più che bene.

La Storia Cominciò e Canso De Bouye sono un ottimo modo per presentarsi: due brani diversi tra loro ma che mostrano subito lo stile e le capacità dei Barad GulgurCon i testi sotto mano si possono apprezzare ancor di più i brani, in particolare gli ottimi Nella Notte Più Nera (forse ispirata dall’anarchico eroe locale Simone Pianetti?) e Frammento Di Oscurità, ma non deve passare in secondo piano la qualità del songwriting, né dei pezzi poc’anzi menzionati, né dei restanti. La batteria di Sara Benzoni non disdegna parti aggressive che danno una bella botta d’adrenalina quando inserite, con l’ex Furor Gallico Marco Brambilla a formare un’ottima sezione ritmica. I toni aspri di Sarneghera sono controbilanciati dalla riuscita parte strumentale folk, mentre la già citata Frammento Di Oscurità è una composizione diversa dalle altre, meno immediata e più articolata, con la coppia di chitarre in gran spolvero nella seconda parte del brano. Senza Paura è una botta d’energia, probabilmente la canzone più estrema del disco con i pregevoli inserti di cornamuse assolutamente azzeccati. A completare l’album ci sono la bella strumentale Asfaladugu e diversi “intermezzi”, se così si possono definire: POININOS è un bel pezzo ambient folk ipnotico sulla scia di Wardruna e Danheim, La Gratacòrnia che vede protagonista il Coro Alpino Le Due Valli e la conclusiva Lodar I Lais Ben Laer Sul che chiude un album ambizioso e ben riuscito.

I quarantanove minuti di Frammenti Di Oscurità scorrono bene, le canzoni funzionano e non ci sono momenti che affossano l’ascolto. Chiaro è che si tratta di un debutto assoluto e, com’è normale che sia, c’è molto da lavorare per i Barad Gulgur al fine di realizzare un disco ancora migliore. Sinceramente, però, una totale autoproduzione di questa bontà e come debutto non è facile da trovare in giro. Alla band di Bergamo vanno i complimenti per quanto fatto: ora è lecito aspettarsi dei passi in avanti, questo è l’inizio di una possibile bella carriera.

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