Sur Austru – Meteahna Timpurilor

Sur Austru – Meteahna Timpurilor

2019 – full-length – Avantgarde Music

VOTO: 8 – recensore: Mr. Folk

Formazione: Tibor Kati: voce, chitarra, tastiera, bucium – Mihai Florea: chitarra, bucium – Corodan Ovidiu: basso – Segiu Nădăban: batteria, percussioni – Ionut Cadariu: flauto, tastiera – Petrică Ionetescu: strumenti tradizionali

Tracklist: 1. De Dincolo De Munte – 2. Puhoaielor – 3. Mistuind – 4. Bradul Cerbului – 5. Jale – 6. Dor Austru – 7. In Timp Vernal – 8. Jabracie

I romeni Sur Austru nascono nel 2018 come conseguenza dell’inaspettata morte di Negru, batterista e leader dei Negură Bunget. Era il marzo 2017 quando un attacco cardiaco si portò via Gabriel Mafa nel pieno dei lavori per il terzo e ultimo capitolo della Transylvanian Trilogy. I restanti musicisti, dopo l’iniziale e comprensibile periodo di sconforto, incertezza e riflessioni, decisero di dar vita a un nuova band, i Sur Austru appunto, sapendo già che avrebbero comunque portato a termine i lavori per completare la trilogia.

Però diciamocelo chiaramente: cosa possono suonare gli ex Negură Bunget che formano un nuovo gruppo se non la musica che avrebbero suonato con i Negură Bunget se non ci fosse stato il pesante lutto? Meteahna Timpurilor quindi prosegue il discorso musicale di Zi, ovvero pagan black metal con grandi inserti di strumenti folk romeni. Qualcosa in realtà è cambiato, forse anche per l’ingresso del chitarrista Mihai Florea (già con i Grimegod di Tibor Kati) e di Ionut Cadariu, oltre ovviamente al drummer Segiu Nădăban. I nuovi brani sono mediamente più corti rispetto a quanto proposto in passato (tolta Dor Austru che conta undici minuti) e le composizioni sembrano essere più dirette e capaci di arrivare prima al punto. Ma, soprattutto, la produzione è finalmente degna di una band internazionale, cosa che purtroppo mancava agli ultimi lavori dei Negură Bunget.

L’italiana Avantgarde Music non si è fatta scappare l’occasione di metterli sotto contratto e nel settembre 2019 è stato pubblicato Meteahna Timpurilor. La veste grafica ha una sua importanza e infatti l’elegante digipak è curato nei minimi dettagli e il “buco” in quella che dovrebbe essere la copertina è un’idea semplice quanto efficace. Il booklet è composto da dodici pagine ed è veramente bello per grafica e illustrazioni. Quel che conta di più è ovviamente la musica, e le attese non sono state deluse: pagan black metal personale e ispirato, suonato col cuore e senza la paura di osare qualcosa di poco usuale. Il risultato è un disco compatto nei suoi cinquantadue minuti di durata, in grado di ammaliare con lunghe parti al limite dell’ambient con strumenti tradizionali e improvvise impennate metalliche e voci gutturali che hanno un qualcosa di preistorico. L’iniziale De Dincolo De Munte è il chiaro esempio della bravura dei Sur Austru e della direzione musicale che la band intende seguire, una via di montagna dove il percorso è stretto e spesso insidiato da pietre che ne ostacolano il cammino, ma che porta a punti panoramici meravigliosi che tolgono il fiato. La strumentale Jale è il classico intermezzo da metà disco, solitamente inutile ma in questo caso buono per aumentare l’aspetto folk del disco e che porta direttamente agli undici minuti della spettacolare Dor Austru, un autentico viaggio nel folklore della Romania e della Transilvania in particolare. Le restanti canzoni suonano tutte interessanti e non sono presenti dei riempitivi, anche se un paio di pezzi sono un po’ meno freschi, ma presentano comunque un’anima che li fa suonare comunque intriganti.

Cosa aspettarci dal futuro non è dato saperlo, se i Sur Austru proseguiranno all’ombra dei Negură Bunget o se proveranno qualcosa di fresco e diverso pur restando all’interno del genere che amano e suonano con sincerità. Questo Meteahna Timpurilor è e rimane un gran bel disco, un debutto con i fiocchi che, a distanza di tempo e decine di ascolti, continua a regalare belle emozioni.

2 risposte a "Sur Austru – Meteahna Timpurilor"

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  1. Gran bel disco, da ascoltare ad alto volume così da farsi rapire da un elemento che perdura, nonostante come tu hai ben scritto, si tratta di brani più “diretti” e brevi che in passato: un non perduto sentore di misticismo pur senza raggiungere le vette di sacralitá assoluta espresse con OM o Virstele Pamintului, ai tempi dei cari Negura.

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