Insubria – Harvest Moon
2020 – EP – autoproduzione
VOTO: 7 – recensore: Mr. Folk
Formazione: Manuel Ambrosoni: voce, basso – William Esposito: chitarra – Matteo Mirri: basso – Mattia Cittadini: batteria – Matteo Valtolina: fisarmonica, tastiera
Tracklist: 1. Heritage – 2. Soil – 3. Legacy – 4. Home – 5. The Wild Flowers Of Insubria
Abbiamo incontrato gli Insubria nel 2018, quando pubblicarono l’EP di debutto Nemeton Dissolve. Ora, a due anni e mezzo dalla precedente release la formazione di Bergamo torna con un nuovo EP dal titolo Harvest Moon, composto da cinque tracce per circa diciannove minuti di durata. La prima cosa che sorprende è la pubblicazione di un secondo EP invece di procedere con la classica formula EP e full-length: nel sound dei ragazzi sono cambiate diverse cose e saggiamente hanno deciso di procedere con calma e fare esperienza al fine di realizzare, quando sarà il momento opportuno, l’atteso primo disco. Se difatti Nemeton Dissolve era un piacevole mix tra folk metal e death metal devoto agli At The Gates, ora gli Insubria hanno virato verso un death metal maggiormente melodico che cerca nei ritornelli la melodia giusta per stamparsi in mente, non disdegnando, comunque, riff e parti estreme. Le chitarre si sono fatte grasse e i tempi sono mediamente rallentati, ma non si è perso il gusto per l’arrangiamento curato. Anzi, sono proprio questi che stupiscono piacevolmente, segnale che i musicisti hanno svolto un lavoro certosino in fase di composizione. Il suono rende giustizia alle canzoni: Fabrizio Romani, ormai un nome sinonimo di qualità (Atlas Pain, Hell’s Guardian, Skylark ecc.) ha curato tutte le parti di lavoro al mixer e il risultato è decisamente buono. A completare il buon “pacchetto” ci pensa lo splendido artwork di Elisa Urbinati: copertina e libretto sono gioiellini che meriterebbero di venire stampati, mentre purtroppo gli Insubria hanno optato per la sola pubblicazione in versione digitale.
Heritage è il manifesto sonoro degli Insubria 2020: l’alternanza di riff e atmosfere lasciano spazio al chorus particolarmente ispirato. Soil mostra un po’ più di muscoli senza dimenticare di giocarsi l’asso ritornello, così come avviene per Home, a tratti un po’ Novembre (cantato e chitarre, almeno inizialmente), a tratti Edge Of Sanity. Con la ruggente Legacy si torna alle sonorità del primo EP: death metal grintoso impreziosito da tastiere e melodie, anche se l’anima aggressiva anni ’90 rappresenta la colonna vertebrale della canzone. Di tutt’altra pasta è fatta Home, molto ariosa e ricca di voci clean, l’altra metà dell’anima degli Insubria, quella più elegante e ricercata che comunque non disdegna le incursioni in campo death. Chiude Harvest Moon la strumentale The Wild Flower Of Insubria, outro elegante che ha l’obiettivo unico quello di lasciare con delicatezza l’ascoltatore
Gli Insubria del 2020 si presentano così: freschi e coraggiosi, ma anche umili nel non cercare testardamente il full-length, concentrandosi per ora sul compattare la band e trovare una via personale tenendo sempre in grande considerazione, com’è giusto che sia, la qualità. Ora però sembrano davvero pronti per il primo vero cd.
Sempre eccellenti e di grande impatto visivo i disegni di Elisa. E sempre interessanti le tue proposte musicali!
Grazie da parte mia e di Elisa!