Celtic Hills – Mystai Keltoy
2021 – full-length – Elevate Records
VOTO: 7,5 – recensore: Mr. Folk
Formazione: Jonathan Vanderbilt: voce, chitarra – Jacopo Novello: basso – Simone Cesciutti: batteria
Tracklist: 1. The Light – 2. Blood Is Not Water – 3. The Tomorrow Of Our Sons – 4. The 7 Headed Dragon Of Osoppo – 5. The Landing Of The Gods – 6. Already Lost – 7. Falling Star – 8. Battle Of Frigidium – 9. Eden – 10. Temple Of Love – 11. Allitteratio
Tre pubblicazioni in dodici mesi dopo un lunghissimo silenzio: i friulani Celtic Hills hanno impiegato molti anni prima di trovare la line-up giusta, ma ora hanno ingranato alla grande e, con l’infinita ispirazione che sembrano avere Vanderbilt e soci, stanno recuperando il tempo perduto. Il nuovo lavoro rilasciato dalla Elevate Records si intitola Mystai Keltoy e come le precedenti release tratta nei testi di storie e leggente legate al Friuli-Venezia Giulia, terra di origine del power trio. Musicalmente poco è cambiato dal precedente Blood Over Intents: heavy/power metal con momenti tirati vicini al thrash di buona fattura, una discreta varietà nei brani e qualche chicca niente male.
Il disco inizia con il potente riff di The Light, pezzo powereggiante che mostra subito la velocità della doppia cassa di Cesciutti, ma è con Blood Is Not Water che i Celtic Hills tirano fuori un pezzo che rimane subito in mente: la chitarra thrash della strofa rallenta nel ritornello facilmente memorizzabile e dopo un singolo ascolto già si ha la voglia di ascoltarlo di nuovo. Terza composizione in scaletta è The Tomorrow Of Our Sons, evocativa ed epica nelle linee vocali, con la batteria che non disdegna le accelerazioni e un ritornello dalle tinte oscure che non passa inosservato. Il thrash metal anni ’90 è ben presente anche in The 7 Headed Dragon Of Osoppo, con ritmiche serrate e parti vocali incalzanti; l’inizio del disco è davvero di pregevole fattura e si può dire che le prime quattro canzoni da sole valgono l’acquisto del cd. Tra cavalcate power, fraseggi di sei corde dal gusto heavy e intense sfuriate vicine al thrash si giunge a una sorta di power ballad dal titolo Eden nella quale è presente come ospite la cantante Germana Noage dei capitolini Aetherna, brava a fare sua la canzone con la grinta che la contraddistingue e, di fatto, facendo suonare i Celtic Hills in maniera particolarmente melodica. Segue il mid-tempo di Temple Of Love che porta alla chiusura affidata ad Allitteratio, esperimento completamente in italiano che conclude un lavoro maturo e personale.
La produzione è stata curata da Michele Guaitoli (Hell’s Guardian, Visions Of Atlantis, Temperance): il risultato al passo con i tempi ma dal sapore analogico è soddisfacente anche se migliorabile (i piatti della batteria sono bassi di volume); l’artwork del cd è composto da un booklet semplice ma con l’indispensabile (testi e info), mentre risulta curiosa la copertina che ritrae una nave spaziale galleggiare in un fiordo davanti a un villaggio sorvegliato da un guerriero con un elmo con le corna in una notte di luna piena.
Mystai Keltoy è un disco che mostra una band matura e con un sound personale, abile (e veloce!) a scrivere canzoni e con una grande voglia di fare. I Celtic Hills stanno iniziando a godere dei semi sparsi con il debutto dell’anno scorso e sembra che siano pronti a raccogliere i meritati frutti che passione e sudore stanno dando.
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