Fortid – Dómur um dauðan hvern
2022 – EP – Lupus Lounge
VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Eldur: voce, chitarra, tastiera – Kári Pálsson: basso – Kristján Einar Guðmundsson: batteria
Tracklist: 1. För – 2. Fimbulvetur

Gli islandesi Fortíð sono una di quelle band che in carriera non hanno mai sbagliato un disco, ma nonostante l’ottima musica e il supporto di etichette valide come No Colours Records e Prophecy Productions, non sono mai riuscite a fare il salto di qualità per quel che riguarda la popolarità. Dal 2002 incidono lavori di grande valore – dalla trilogia Völuspá dal 2003 al 2010 all’ultimo World Serpent del 2020 – e durante la pausa forzata degli scorsi anni il trio ha lavorato su nuova musica decidendo di pubblicare in sole cinquecento copie questo EP dal titolo Dómur um dauðan hvern, due brani per sedici minuti di durata. In principio Fortíð era un progetto personale di Eldur (lo troviamo anche nei divini Katla.), ma con il tempo sono entrati dei musicisti in pianta stabile fino all’attuale formazione a tre.
För inizia piano, con un groove di batteria che cresce fino ad esplodere in un classico tempo veloce viking metal sul quale presto entrano tutti gli strumenti e la voce al vetriolo di Eldur. Sebbene furia e urla abbiano grande importanza, rimane sempre una melodia, magari in secondo piano, che rende il tutto meno aspro; inaspettato e sorprendente, invece, è l’assolo di chitarra – con tanto di armonizzazione – che in un contesto musicale come questo è una grande rarità. In particolare la seconda parte del brano, più lento, ricco di tastiere e voci pulite, ci ricorda quanto bravi siano i Fortíð, capaci di creare canzoni ricche di sfaccettature in un contesto che spesso è chiuso in sé stesso. La seconda e ultima traccia di questo EP è Fimbulvetur, ma a differenza del tema trattato (il Fimbulvetur, o Fimbulvetr, è il grande inverno di tre anni che preannuncia il Ragnarok), parte in maniera soft, quasi shoegaze, per poi aumentare di giri con interessanti fill di batteria, voce pulita e riff di chitarra che sfociano nel black metal. La canzone è epica, feroce quando i ritmi si fanno sostenuti, ma anche lei impreziosita dai fraseggi della sei corde e dalle sognanti note di pianoforte.
Dómur um dauðan hvern è un gustoso EP utile a riempire il silenzio tra la pubblicazione di due album, ma anche un modo per tenere il nome in vista e regalare nuove canzoni ai propri fan. Se World Serpent aveva convinto, questo cd continua a far parlare bene della band islandese, in attesa del settimo disco in studio che sicuramente, si tratta di una scommessa dal risultato fin troppo prevedibile, sarà l’ennesimo full-length di grande qualità.
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