Sur Austru – Datura Străhiarelor
2024 – full-length – Avantgarde Music
VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Tibor Kati: voce, chitarra – Mihai Florea: chitarra, bucium – Ovidiu Corodan: basso – Beni Ursulescu: batteria – Ionut Cadariu: tastiera, flauto – Paul Marcu: percussioni – Călin Puticiu: percussioni
Tracklist: 1. Arătarea – 2. Strânsura – 3. Sălbăhiara – 4. Cele Rele – 5. Cele Brune – 6. Fărmăcarea – 7. Afurisirea – 8. Împărăcherea – 9. Isprăvirea

IN BREVE
Terzo disco e terzo centro per i Sur Austru. Questa volta, però, la band appesantisce il sound anche per stare al passo di un concept oscuro legato all’apocalisse secondo la mitologia romena. Meno diretto dei precedenti, ma ugualmente bello.
RECENSIONE
Con Datura Străhiarelor (trad.: Il dono degli spaventapasseri) si può parlare in maniera definitiva dei Sur Austru in quanto band vera e propria e non più come “ex Negură Bunget”. I nostri hanno completato di esplorare i sentieri pagan folk black metal che teneva collegato il passato col presente e grazie al nuovo disco trovano una via propria che chiaramente ha rimandi alla band di Negru – com’è normale che sia, suonando lo stesso genere – ma ora la voce di Tibor Kati e soci è più forte e chiara che mai, ed è una gran bella voce.
I testi ruotano attorno al concept incentrato sull’apocalisse scaturita dalle creature della mitologia romena. Questi esseri, attraverso la magia, aprono il cancello che divide il mondo reale e quello fantastico, permettendo così il passaggio di antiche bestie che daranno il via all’apocalisse e all’annientamento dell’umanità. Con questi temi trattati nei testi, la musica non poteva che essere oscura e a tratti pesante: c’è quindi spazio per parti black metal e dark, ma sorprendono (in positivo) i lunghi passaggi strumentali durante i quali i Sur Austru si lasciano andare e sono questi i momenti che danno quella spinta in più alla riuscita del disco.
Già l’intro dell’album è un piacere da ascoltare: Arătarea ha quasi una forma canzone e i suoi tre minuti di durata volano e portano direttamente a Strânsura, classica traccia folk black dei Sur Austru, con all’interno tutte le caratteristiche sonore che li ha contraddistinti fin dai primi passi. Cele Rele ha un qualcosa di progressivo che spicca immediatamente, tra voci graffianti e melodie ariose su basi cupe, un bel contrasto che sarà possibile trovarlo più volte con il proseguo dell’ascolto. Il finale del brano è semplice quanto inaspettato: un veloce e bel riff di chitarra viene ripetuto brevemente prima di finire bruscamente. Prog che spunta – chiaramente declinato in stile Sur Austru! – anche in Cele Brune, pezzo dai lunghi momenti strumentali che sfociano nel bellissimo flauto di Ionut Cadariu. Fărmăcarea è un gran bel brano nel quale trovano ampio spazio il flauto e le atmosfere tipiche della musica romena, in un esplosivo quanto riuscito mix di folclore e modernità. Chiudono, infine, le belle Împărăcherea (nella quale è presente come ospite alla tromba Petrică Ionuţescu, già con i Sur Austru nel debutto Mateahna Timputilor e prima ancora negli ultimi tre lavori marchiati Negură Bunget) e Isprăvirea, quest’ultima la più lunga del disco con oltre nove minuti di durata e caratterizzata da passaggi al limite del post rock che si alternano con riff black metal, atmosfere ancestrali, chitarre dissonanti e una sensazione di caos controllato che non tutti si possono permettere.
Datura Străhiarelor è il disco della consacrazione dei musicisti romeni, bravi a progredire senza rinnegare, sfruttando un concept fresco e musicandolo con perizia e gusto. Il terzo lavoro dei Sur Austru, uscito a tre anni dal precedente Obârşie, si colloca tranquillamente tra le migliori uscite del 2024 nel campo folk/pagan/viking metal, un lavoro che merita di essere conosciuto e ascoltato con attenzione.

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