Vallorch – Neverfade
2012 – full-length – Moonlight Records
VOTO: 7 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Sara Tacchetto: voce – Matteo Patuelli: chitarra – Marco Munari: chitarra – Leonardo Della Via: basso, voce – Demetrio Rampin: cornamusa, fisarmonica, whistle, glockenspiel – Massimo Benetazzo: batteria
Tracklist: 1. Night Fades – 2. Voices Of North – 3. Join The Dance! – 4.Fialar – 5. Endless Hunt – 6. Sylvan Oath – 7. Störiele – 8. Silence Oblivion – 9. Anguana – 10. Leave A Whisper – 11. The End – 12. …A New Light Rises – 13. Il Fuggevol Sogno (bonus track)
I Vallorch sono una folk metal band nata nel 2010 nel nord-ovest italiano che, a dispetto della breve carriera, ha già raggiunto un discreto livello di notorietà nella scena underground. Autori di due release, l’EP Stories Of North nel maggio 2012, dischetto supportato da diverse date live tra le quali spicca quella del Fosch Fest (occasione nella quale ho conosciuto di persona i ragazzi, intervistandoli), e il full length in questione, cd che ha permesso loro di esibirsi sul Second Stage del Metal Days 2013, il gruppo dal nome preso da un villaggio cimbro del Cansiglio sembra avere chiaro in testa come muoversi: concerti, dischi e ancora concerti di genuino folk metal.
Stupisce il poco lasso di tempo trascorso tra l’EP (maggio 2012, composto da tre canzoni “vere”, qui riproposte, più uno brano strumentale e l’outro) e il disco di debutto, targato dicembre 2012. Qualche mese e una manciata di live show sono oggettivamente pochi per poter ascoltare qualcosa di diverso rispetto al mcd, e così è stato per Neverfade, che presenta gli stessi pregi e le medesime spigolature di Stories Of North, all’epoca da me valutato con 70/100. D’altra parte, una proposta discografica va presa al volo di questi tempi, se ovviamente vale la pena.
L’intro Night Fades da il via alle danze per lasciare presto spazio alla vera opener del disco, Voices Of North, traccia di apertura anche dell’EP di debutto. La nuova versione è più robusta e potente, ottimo traino verso la nuova Fialar, anche queste preceduta da un’intro di un minuto, una delle migliori composizioni del lotto. Strumenti folk e massicce dosi di metal si amalgamano molto bene, tra la veloce doppia cassa di Massimo Benetazzo e il classico alternarsi di voci growl e quella soave di Sara Tacchetto, sicura più che mai dei propri mezzi. L’ascolto prosegue con Endless Hunt, “classico” brano di buona qualità alla Vallorch, un folk imponente e melodico. Sylvan Oath presenta degli interessanti riff di heavy metal classico, ai quali si aggiungono struggenti melodie di violino e le fantastiche linee vocali dei cantanti. Störiele è uno strumentale dal sapore medievale, mentre Silence Oblivion è già nota a chi possiede l’EP Stories Of North: cornamuse, whistles e growl vocals per quella che probabilmente è la canzone più aggressiva del cd. Anguana può essere comodamente divisa in due: la prima parte esageratamente estrema, la seconda più melodica e piacevole da ascoltare. Neverfade si avvia alla conclusione con Leave A Whisper, discreta grazie al cantato malinconico e sulla linea di The End, dove risalta lo stacco centrale di cornamusa, strumento che da una marcia in più alla composizione e fondamentale nei momenti dove la canzone spicca realmente il volo (oltre alla parte dove è presente l’assolo di violino), ma decisamente troppo lunga con i suoi quasi sette minuti di durata. Ultima traccia “ufficiale” è …A New Light Rises, outro strumentale di pregevole fattura. La bonus track Il Fuggevol Sogno è l’unica canzone cantata in lingua italiana, con il testo ispirato dal libro di Lewis Carroll Alice nel Paese delle Meraviglie: un bel pezzo voce-fisarmonica cantato da Leonardo Della Via.
A fine ascolto rimane la sensazione che l’album sia stato concepito un po’ di fretta, d’altra parte a un giovane gruppo promettente, ma anche poco esperto, non possono bastare pochi mesi tra il demo e il debutto su lunga distanza per maturare e limare le imperfezioni del proprio sound. Detto ciò, Neverfade si ascolta con molto piacere senza intoppi (una canzone in meno avrebbe forse reso il cd ancora più “snello” e godibile?) grazie alle buone prove dei musicisti e, soprattutto, a canzoni ben fatte e arrangiate con gusto, lasciando la certezza che i Vallorch siano prossimi al grande salto, non resta che aspettare.
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