Ithilien – From Ashes To The Frozen Land

Ithilien – From Ashes To The Frozen Land

2013 – full-length – Mighty Music

VOTO: 6 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Pierre Cherelle: voce, chitarra – Benjamin Delbar: basso – Olivier Bogaert: tastiera – Geoffrey Dell’Aria: cornamusa, whistles – Jerry Winkelmans: batteria

Tracklist: 1. Battle Cry – 2. Unleashed – 3. Rebirth – 4. Sealed Destiny – 5. Through Wind And Snow – 6. Reckless Child – 7. Drinkin’ Song – 8. Mother Of The Night – 9. Stare Into The Deep – 10. Everlasting Dawn – 11. A World Undone – 12. Northern Light

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Nati nel 2005 per volontà del cantante/chitarrista Pierre Cherelle, gli Ithilien arrivano a pubblicare il primo full length solamente nel dicembre 2013. Negli anni precedenti la band belga ha lavorato molto e cambiato diverse volte line-up pubblicando, nel 2011, l’EP Tribute To The Fallen, dischetto che permette loro di far circolare il proprio nome nel circuito folk metal europeo. La firma con la danese Mighty Music porta il gruppo alla realizzazione del debutto From Ashes To The Frozen Land, album contenente dodici tracce per un durata complessiva di sessanta minuti. Proprio l’elevato minutaggio è la prima caratteristica che salta all’occhio: non un problema quando si ha a che fare con i grandi del settore – vedi Moonsorrow – ma decisamente pericoloso per gruppi al primo album.

Gli Ithilien (nome di tolkieniana memoria) suonano un potente extreme metal (chiari i riferimenti al death e black) con una buona dose di folk: il sound è mutato non poco rispetto a Tribute To The Fallen, ora sicuramente più melodico, accattivante e meno derivativo, ma non ancora abbastanza maturo per riuscire a spiccare in un mercato, quello del folk metal, intasato d’uscite provenienti da ogni angolo del mondo.

Dopo il classico intro parte Unleashed, discreto biglietto da visita dove riff heavy si mescolano a potenti accelerazioni e brevi break più estremi. In Rebirth sono presenti cornamuse e belle melodie folk: il sound è meno cupo e aggressivo, ma non per questo meno pesante nonostante la dolcezza di alcuni frangenti. Il bel finale si sviluppa nella successiva Sealed Destiny, uno dei pezzi meglio riusciti del cd: si tratta di uno strumentale di quattro minuti che rimanda ai break di metà disco degli act swedish death degli anni ’90. Un sound magico, un tuffo nel passato impensabile date le premesse musicali, ma decisamente apprezzato. From The Ashes To The Frozen Land prosegue con Through Wind And Snow: velocità media e atmosfere lugubri non lasciano il segno a causa del ripetersi forse eccessivo dei riff. Molto bella, invece, l’accoppiata Reckless Child/Drinkin’ Song: la prima è semplicemente la canzone meglio strutturata e maggiormente coinvolgente dell’album, lunga sette minuti e ricca di cambi d’umore. La seconda, come da titolo, è la classica, allegra e spensierata canzone alcolica che ogni gruppo folk che si rispetti deve avere in repertorio. Dopo questi momenti di allegria e accordi in levare, si torna alla velocità con Mother Of The Night, brano che vive su sonorità death/black anni ’90, tra chitarre taglienti e discreti mid tempo da headbanging. Stare Into The Deeped Everlasting Dawn sono due canzoni musicalmente diverse (la prima incentrata su tempi medi, la seconda maggiormente veloce, dinamica e con un bel break acustico), ma simili per risultato: brani non brutti, ma decisamente innocui. From Ashes To The Frozen Land volge al termine con A World Undone, ennesimo mid-tempo discreto che, però, non porta molto al disco se non uno stacco a metà canzone particolarmente riuscito. Ultimo pezzo in scaletta è Northern Light, un lungo outro atmosferico.

Parlando dei singoli musicisti non si può non apprezzare il cantato sempre convincente di Pierre Cherelle e il drumming di è Jerry Winkelmans; gli axemen e il basso fanno la loro parte con disciplina. Quel che manca è in fase di composizione, non c’è una vera killer song e spesso il la durata delle singole tracce risulta troppo elevata rispetto a quello che le composizioni avrebbero realmente da dire.

From Ashes To The Frozen Land è un disco con diversi alti e bassi, impegnativo da ascoltare e non particolarmente ispirato. Un minutaggio inferiore (con un taglio di due-tre brani) avrebbe sicuramente aiutato, ma è anche vero che gli Ithilien sono al primo vero lavoro e necessitano di tempo ed esperienza per maturare e migliorare. Rimandati, quindi, al prossimo disco, con l’augurio e la speranza di poter ascoltare un cd più dinamico e fresco.

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