Equilibrium – Rekreatur

Equilibrium – Rekreatur

2010 – full-length – Nuclear Blast

VOTO: 7 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Robert “Robse” Dahn: voce – Andreas Völkl: chitarra – René Berthiaume: chitarra, tastiera – Sandra Völkl: basso – Manu Di Camillo: batteria

Tracklist: 1. In Heiligen Hallen – 2. Der Ewige Sieg – 3. Verbrannte Erde – 4. Die Affeninsel – 5. Der Wassermann – 6. Aus Ferner Zeit – 7. Fahrtwind – 8. Wenn Erdreich Bricht – 9. Kurzes Epos

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Due album di successo, Turis Fratyr e Sagas, il secondo anche a livello commerciale, numerosi concerti alle spalle, la fiducia di un’etichetta importante come la Nuclear Blast: tutto procedeva bene in casa Equilibrium, all’epoca nome “giovane” della scena extreme folk. Fino a quando, nel febbraio 2010, arriva la notizia che il batterista Manu di Camillo (che ha partecipato alla registrazione del disco nei mesi precedenti) e soprattutto il cantante Helge Stang – nel gruppo dal 2001 – sono fuori dalla band. Si sa che la sostituzione del vocalist è sempre affare delicato, tanto più considerando che la voce di Stang era un vero e proprio trademark del gruppo. Avere quindi dei dubbi sul futuro del quintetto di Starnberg, Germania, era più che legittimo, sia per il grande punto interrogativo relativo al nuovo cantante Robert “Robse” Dahn, sia per la pressione esercitata da parte dell’etichetta, giustamente desiderosa di avere tra le cartucce da sparare un seguito degno dell’ottimo Sagas.

Dopo questa doverosa premessa passiamo a Rekreatur, terzo capitolo della discografia degli Equilibrium, che conta sessanta minuti di extreme folk metal sulla stregua di quanto ascoltato in precedenza. Musicalmente parlando la proposta di queste nove tracce non si discosta minimamente dal passato, cercando però di smussare quegli spigoli che di tanto in tanto si notavano in Sagas rendendo poco fluido l’ascolto. Il songwriting e la qualità della composizione è più che soddisfacente, il sound è compatto e pesante, la produzione pulita e potente. Pensando al rugby potrei paragonare i brani di Rekreatur ad un pilone con palla in mano: sai già come si muoverà perché è fin troppo facile immaginarlo. Andrà avanti, con tutta la sua forza, caricando a testa bassa senza soddisfarsi qualora il contatto con l’avversario non fosse di quelli violenti. Chi se lo vedesse arrivare contro – immaginate un cinghiale infuriato che vi punta – sa che o placca basso senza paura (facendo terminare a terra il pilone come un sacco di patate) oppure si sentirà passare sopra 120 chili di bestia umana, con conseguenze – facilmente intuibili – poco piacevoli. Questo per dire che le canzoni sono prevedibili perché incentrate quasi tutte sulla stessa direzione musicale e differenziate tra di loro solo per alcuni dettagli. Dispiace molto perché gli Equilibrium hanno dimostrato nei primi due full length delle ottime capacità e se avessero voluto avrebbero potuto osare molto di più, accontentandosi, invece, di svolgere il compito in maniera scolastica. C’è però da dire che, una volta investiti dalla potenza del sound di Rekreatur, l’effetto godimento – accentuato anche da una piacevole sensazione di stordimento – è assicurato.

I brani presenti nella tracklist hanno tutti un buon tiro e hanno dimostrato in sede live di essere devastanti: su disco la violenza viene attenuata dalla pomposità della tastiera (sempre molto presente), anche se tracce come l’opener In Heiligen Hallen o la successiva Der Ewige Sieg (una sorta di singolo alla Children Of Bodom) risultano essere abbastanza dirette. Colpisce Der Wassermann, canzone piuttosto leggera, con sonorità più vicine al rock che al metal; davvero buona anche Verbrannte Erde che produce un epico ed imponente mid tempo grazie alle ottime melodie; particolarmente ispirato l’inizio al fulmicotone di Fahrtwind, che poi prosegue rallentando con i suoi granitici riff di chitarra. L’unica canzone fuori dal coro è Wenn Erdreich Bricht (che vede la partecipazione del soprano Gaby Koss, ex Haggard): dopo un malinconico arpeggio la traccia esplode in una drammatica composizione in cui il growling tragico e sofferto di Robert Dahn regala sette minuti di emozioni estreme; inquietudine e dolore interiore si uniscono in un tutt’uno: probabilmente il miglior brano del disco. Come congedo troviamo Kurzes Epos, lunghissima strumentale (tredici minuti!) che nulla aggiunge all’economia di Rekreatur.

Alla fine ci troviamo tra le mani un “classico” lavoro degli Equilibrium: produzione compatta e pompata, tastiera ben presente con il caratteristico timbro simil tropical-caraibico, “solita” prolungata strumentale in chiusura del disco. Nel mezzo buoni riff di chitarra, un groove notevole ed alcuni spunti davvero azzeccati. La speranza è però che per futuro i nostri si convincano ad andare “oltre”. Due album simili, per quanto ben fatti, bastano e avanzano.

NB – recensione rivista e aggiornata rispetto alla versione originariamente pubblicata per il sito Metallized.

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