Intervista: Hercunia

Gli Hercunia sono un gruppo giovane quanto determinato e con le idee ben chiare in testa. Il chitarrista Stefano Zocchi racconta la storia del gruppo sottolineando, tra le altre cose, l’importanza di una line-up molto numerosa e piena di strumenti folk “reali” per avere un sound personale e potente. Buona lettura!

Hercunia2014

Ciao Stefano, presenta gli Hercunia ai lettori di Mister Folk.

Ciao Fabrizio! Gli Hercunia sono un progetto folk metal di Milano la cui missione è mettere al centro gli strumenti folk e rinforzare il tutto con la parte metal. Il gruppo conta nove elementi, e tra gli strumenti abbiamo cornamuse, flauti, bouzouki e ghironda accompagnati da una sezione metal con tastiere, basso, batteria e chitarra, che è il mio ruolo.

Avete pubblicato esattamente un anno fa il vostro primo lavoro, Demo 2015: come lo valuti adesso?

Valutare il proprio lavoro è sempre difficile – c’è sempre il rischio di sembrare degli esaltati! Di Demo 2015 ne siamo tutti molto fieri, ma sappiamo benissimo che un giorno lo vedremo come il nostro primo passo invece che come un obiettivo raggiunto. Questo obiettivo era realizzare una demo di una qualità sonora il più alta possibile per noi, e ci è costato sudore e lacrime (e un sacco di prove) ma pensiamo di esserci arrivati. Con molta fatica, come sanno bene tutti quelli che ci seguono, ma ci siamo arrivati. Dal punto di vista della musica, il lavoro che ci abbiamo messo è stato affinato il più possibile: cornamusa, bouzouki, ghironda eccetera, abbiamo passato parecchio tempo a studiare e arrangiare i brani per sfruttarli al massimo. Se potessi tornare indietro rifarei esattamente tutto quello che ho fatto, con una eccezione: avrei voluto avere un po’ di tempo in più per limare meglio le chitarre. Ma si sa, il tempo in sala d’incisione è denaro e di soldi ne abbiamo già pochi… Onestamente, l’unica cosa che penserei davvero se cambiare è il titolo. Ma anche quello ha un significato, Demo 2015 è esattamente quello: una demo. Non vogliamo fare proclami spettacolari o saghe epiche, vogliamo che sia la musica a parlare per noi. Demo 2015 serviva a dimostrare quello che gli Hercunia sono in grado di fare, e a nostro parere ci riesce ancora alla grande.

Puoi descrivere le canzoni di Demo 2015 sia dal punto di vista musicale che lirico?

Una costante che abbiamo seguito è stato mettere al centro del nostro suono gli strumenti folk. Exobnos si apre intenzionalmente solo con la cornamusa: il resto degli strumenti segue, anche se ci sono parti in cui spiccano di più, come l’intermezzo più violento in Uisonna. Per quanto riguarda il punto di vista lirico, il mondo celtico e la natura sono un tema costante. Vogliamo che anche i testi servano a rinforzare un certo tipo di atmosfera, ecco perché molte delle nostre canzoni hanno nomi e parti di testo in gallico: Exobnos significa “senza paura”, Uisonna “primavera” ed Hercunia “foresta di querce”.

Come descriveresti il sound degli Hercunia a una persona che non ha ascoltato le vostre canzoni?

Il nostro suono si richiama al folk metal “puro” in un certo senso. Gli strumenti tradizionali come cornamusa e ghironda sono quello che vogliamo vengano fuori dai nostri brani, il resto dell’insieme sonoro – incluso me alle chitarre – è pensato per rafforzare e potenziare questi strumenti. Questo non vuol dire che non ci sia occasione per un po’ di headbanging, anzi, se non volessimo scapocciare faremmo solo folk! Ma gli strumenti acustici sono la parte principale per il suono che vogliamo ottenere.

Ascoltando i brani di Demo 2015 viene da pensare che i brani siano nati attorno agli strumenti folk, è così? Come nasce una canzone degli Hercunia?

Esatto. Tranne rare eccezioni, le nostre canzoni nascono tutte da un giro, o un reel messo giù da uno di noi – spesso chi si occupa degli strumenti folk, ma non sempre. Poi si tratta di isolare come accompagnarlo, se funziona meglio con un ritmo lento, veloce o alternando tra i due, infine la canzone va costruita e inseriti gli altri strumenti folk, tastiere e voce. È un lavoro complesso, e spesso una canzone conclusa è smembrata e ricostruita da capo se il risultato non ci sembra granché. Una decina di strumenti sono un lavoro enorme, ma vogliamo comunque che sia tutto perfetto.

Demo 2015 contiene tre canzoni, immagino che da allora abbiate lavorato a del nuovo materiale, puoi dare qualche anticipazione sui nuovi brani?

Vogliamo variare il nostro repertorio, provare cose nuove. Una di queste è la ritmica: Demo 2015 è molto compatto da questo punto di vista, perché volevamo dare un’idea di quello che fosse il nostro suono. Ora che abbiamo la possibilità di allargarci di più, live o su un disco, le nostre canzoni si sono fatte più libere, con tempi diversi e anche complessi – a volte più verso il lato “pesante” del nostro genere. E abbiamo anche aggiunto un violino, suonato dal nostro Ghilli, che andrà ad arricchire ancora di più il suono. Di lavoro ce n’è!

Hercuniacd

Cosa hanno fatto gli Hercunia da febbraio scorso a oggi? Quali saranno le prossime mosse della band?

Abbiamo pensato a sopravvivere! Ci è successo di tutto, da difficoltà economiche a uno dei nostri membri finito in ospedale, ma siamo ancora qui. Abbiamo avuto un cambio alla ghironda – Laura si è unita a noi al posto di Francesco che non è più riuscito a proseguire a causa della distanza geografica. Trovare un batterista resta sempre un incubo, ma con Nico la nostra formazione è completa. Adesso si tratta di suonare. Prima di tutto per affilare ancora di più le nostre lame – suonare, suonare e suonare live è sia la cosa più divertente del pianeta che un ottimo modo per migliorare il progetto con l’esperienza. Poi, sarò onesto… dobbiamo attirare attenzione. Il folk metal è un genere costoso: registrare Demo 2015 con la qualità che volevamo avere è stato un grosso colpo per le nostre tasche, e tutti questi strumenti non sono economici – e noi siamo per la maggior parte studenti. Il nostro obiettivo adesso è arrivare a un album completo, ma se per quanto riguarda le canzoni non c’è problema, per registrarlo ci vuole denaro che, detto terra terra, non abbiamo. Ci serve supporto, e il supporto lo si ottiene suonando.

Cosa pensi che abbia da offrire il tuo gruppo alla scena folk?

Un sacco di strumenti diversi! Battute a parte, lavorare con una decina di elementi permette un suono molto più potente e vario rispetto al normale. Era il nostro obiettivo fin dall’inizio – per citare le parole di Ema, vogliamo essere un esercito in scena. Suonare strumenti folk, suonarne parecchi e suonarli bene è quello che ci spinge, ed è la cosa che ci appassiona di più.

Cos’è il folk metal per gli Hercunia? Siete interessati anche ai racconti e alle tradizioni della vostra terra?

Per noi il folk metal è un’idea sonora. È un modo di fare musica che fonde modernità e strumenti secolari, un suono anacronistico che però funziona incredibilmente bene. Amiamo un sacco le tradizioni locali, e giriamo spesso tra eventi e festival, portandoci anche dietro strumenti acustici. Sono una fonte d’ispirazione enorme, ma la nostra idea resta basata sulla musica. Il fatto è che noi siamo di Milano. Siamo ragazzi di città per la maggior parte, non di montagna, viviamo sul cemento. Vogliamo evitare di richiamarci troppo a tradizioni che appartengono a qualcun altro – è anche il motivo per cui non abbiamo studiato costumi di scena particolari. Quello che vogliamo è fare musica, e studiarla il meglio possibile richiamandoci alla tradizione celtica in generale, come comunità. Ci potranno essere lavori sul territorio più avanti, ma il nostro obiettivo è fare musica che si regga in piedi anche da sola.

Come ti sei avvicinato alla musica heavy metal e quando/come hai deciso di suonare la chitarra?

Sono arrivato alla musica metal tra le scuole medie e superiori, e una volta scoperta era solo questione di mesi prima di mettermi a provare a farla io stesso. Ho studiato chitarra e girato tra progetti più o meno pesanti per qualche anno, alcuni già folk metal, prima di fondare gli Hercunia con Ema e gli altri e trovare il gruppo giusto per quello che volevo fare.

Grazie per la disponibilità, hai lo spazio conclusivo tutto per te.

Grazie mille per lo spazio, Fabrizio! La musica folk ha bisogno di tutto il supporto che le si può dare. E non solo per noi – quello che fai tu con questo sito aiuta tutti i gruppi. Ci sono band fantastiche che hanno un decimo del successo che si meritano nel nostro genere, e dobbiamo fare tutti la nostra parte per sostenerci a vicenda. Noi continueremo a suonare e a seguire concerti, a bere birra e a scrivere musica. Alla prossima, e viva il folk!

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