Duir – Obsidio

Duir – Obsidio

2018 – EP – autoprodotto

VOTO: 7 – recensore: Mr. Folk

Formazione: Giovanni De Francesco: voce – Mirko Albanese: chitarra – Pietro Deviscenzi: basso – Matteo Polinari: batteria – Thomas Zonato: cornamusa

Tracklist: 1. Inconscio – 2. Destarsi – 3. Rise Your Fear – 4. Dies Alliensis – 5. Insomnia Seeds – 6. Obsidio

Nuovo EP per i Duir, formazione che abbiamo già incontrato qualche anno fa in occasione del loro primo e acerbo Tribe. Tra i due lavori è passato molto tempo e la band veneta ha avuto modo di lavorare con calma alla realizzazione di questo Obsidio, dischetto composto da sei tracce per una durata complessiva di trentuno minuti.

Pur rimanendo in ambito extreme folk metal, la nuova via musicale intrapresa dai Duir convince maggiormente rispetto alla vecchia: forse i cambiamenti di line-up (per un periodo ha fatto parte della formazione anche l’ex Dyrnwyn Mauro Ricotta alla chitarra), probabilmente per la maggiore esperienza, fatto sta che le nuove canzoni – tutte composte dall’axeman Mirko Albanese – suonano fresche e in grado di competere con il mercato odierno.

Obsidio è introdotto dall’ambient Inconscio fino a quando la feroce Destarsi si fa spazio a suon di doppia cassa e riff tritacarne. I suoni sono un po’ confusionari ma non disturbano l’ascolto e rendono l’EP particolarmente grezzo. In questo contesto tendente all’estremo la cornamusa di Thomas Zonato spicca per eleganza e gusto, ma è il ritornello il pezzo forte della canzone, per melodia e impatto. Rise Your Fear è un mid-tempo in lingua inglese che nella parte finale accelera in potenza e velocità con la cornamusa sempre in bella vista. Dies Alliensis è un pezzo dal mood oscuro, ricco di riff aggressivi e cupi che ben contrastano con le melodie di Zonato. Più “classica” per struttura e linearità, Insomnia Seeds è una composizione matura di extreme folk metal, ma il meglio arriva con la title-track: epica secondo la migliore tradizione Draugr, personale nello stile e italiana nell’anima. I cinque minuti e mezzo di Obsidio sono la migliore prova possibile delle abilità dei Duir, passati da essere il classico gruppo di belle speranze a una piccola realtà arrivata a un passo dal salto di qualità definitivo.

Con questo lavoro la band veneta mostra quanto sia importante lavorare sodo per realizzare un lavoro di qualità. Le canzoni scorrono senza ostacoli, l’ispirazione è più che concreta e anche la produzione, sicuramente migliore di Tribe, ma ancora da migliorare per il prossimo lavoro, fa un passo avanti. L’artwork di Chiara Bruscaggin è volutamente scarno e le illustrazioni crude ben rendono l’idea del contenuto sonoro di Obsidio. Infine, la lingua italiana, quando utilizzata dal cantante Giovanni De Francesco, è stimolante e motivo di interesse, tanto più che è utilizzata in sole due occasioni, fatto che la rende sempre affascinante quando la si sente. I Duir hanno prodotto questo buon cd che può rappresentare per loro un nuovo punto di partenza.

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