Intervista: Insubria

Sono giovani, pieni di talento e con un sound personale. Gli Insubria si sono affacciati da poco sul mercato con l’EP Nemeton Dissolve e Mister Folk non poteva certo perdere l’occasione d’intervistare la band per saperne di più su nome, testi e musica. Per supportare il gruppo lombardo potete acquistare il loro merchandise su BigCartel. Buona lettura!

Partiamo da vostro nome, Insubria. Un modo diretto per mettere subito le cose in chiaro e far capire all’ascoltatore il legame che c’è tra voi e la vostra terra?

È stato difficile scegliere un nome che rappresentasse al meglio lo spirito del progetto. Cercavamo qualcosa che fosse evocativo ed immediato, che sottolineasse una forte connessione con una realtà storica a noi vicina e facesse da cornice alle immagini che vorremmo trasmettere con la nostra musica. L’Insubria nel suo senso più ampio è una regione che ospita una gran quantità di contesti ed ambienti diversi come fiumi, laghi, colline e montagne, portatori di altrettanti significati ed emozioni: tutti elementi che vogliamo celebrare.

Raccontateci come vi siete formati e quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati di raggiungere.

Il progetto nacque dalla mente di Manuel, il quale ebbe l’idea di mettere su carta e su pentagramma i propri pensieri riguardo natura, storia e folclore e, nel giro di qualche mese, riuscì ad assemblare il primo nucleo degli Insubria. Dopo qualche cambio di formazione giungemmo alla formazione attuale, che raggiunse la stabilità nei primi mesi del 2017, data della fondazione ufficiale della band.

Cerchiamo di fare musica nella maniera più ragionata e professionale possibile. Ci interessa relativamente la quantità, al primo posto per noi c’è la qualità. Come tutte le band che vorrebbero fare della propria arte qualcosa di più che un semplice hobby, vorremmo ritagliarci un posto nella scena folk metal italiana e, perché no, estera. Senza rimpianti: vogliamo lavorare con ciò che ci piace per creare ciò che ci piace.

Semplificando molto si potrebbe dire che la vostra musica unisce lo swedish death metal con il folk metal. Siete d’accordo con questa visione della vostra musica?

Ci piacciono molto il metal melodico ed il folk metal, possiamo quindi dire che essi siano la nostra principale fonte di ispirazione, ma non crediamo che solo questo possa definire il nostro sound, il quale è in continua espansione. Ci piace molto sperimentare e cerchiamo di non legarci ad un genere in particolare. Attingiamo da tutto ciò che ci piace: da ciascun genere e sottogenere senza pregiudizi

Avete pubblicato l’EP Nemeton Dissolve. Perché questo titolo? Per voi cosa rappresenta questo lavoro?

Volevamo un titolo concettualmente violento e contemplativo allo stesso tempo. Il Nemeton che si scioglie è la fine di qualcosa, la fine di un rito, di una magia, di un tempo. Oggi viviamo in un mondo dove il Nemeton si è dissolto. Non esiste più quella magia, che era sì ingenua, ma che colorava il mondo e la natura con colori sempre nuovi. Non c’è più meraviglia, le storie e leggende sono trattate come fiabe da raccontare per passare il tempo, quando in realtà c’è di più, molto di più dietro. Il folclore è ricerca, è pensiero. Non dobbiamo scartare a priori un valore solo perché considerato superato dalla modernità. Cerchiamo di trarre il buono e l’equilibrio da tutto, cerchiamo di far tornare un po’ di magia in questo mondo.

Di cosa parlano i testi delle tre canzoni dell’EP? I titoli sono tutt’altro che scontati, quindi sono molto curioso di saperne di più…

I testi delle canzoni sono tutti opera di Manuel. Gli piace parlare per metafore, allegorie… Vogliamo che le parole siano un tutt’uno con le canzoni, e riteniamo che ciò sia fondamentale per noi: diamo molta importanza al testo, al contenuto e alla forma. La musica è arte, e le parole stesse sono musica. Abbiamo molto a cuore la natura e la storia, sia essa passata, presente o futura. Vogliamo raccontare cosa tutto ciò significhi per noi.

Partiamo da Vitruvian, primo singolo dell’EP e opening track del terzetto. L’idea per il testo nacque durante un’escursione sulle Alpi Orobie. La canzone parla dell’effetto dell’inquinamento atmosferico sulle nostre terre. Esso è rappresentato nella canzone da una nube colossale che avanza inesorabilmente erodendo tutto ciò che incontra fino ad abbattere il mondo così come lo conosciamo.

La seconda traccia, Light Striving To Be Born, è una riflessione intimista sul concetto di “decadenza degli ideali”. Il mondo moderno sembra aver dimenticato com’era il valore della natura un tempo, quando l’Italia ed il mondo ospitavano molte popolazioni devote ad essa. La visione del mondo era meno antropocentrica, era più equilibrata e propensa all’armonia, senza tuttavia dimenticare i difetti e le limitazioni del pensiero di allora, ovviamente.

L’idea per la canzone conclusiva, On Whispering Hills, nacque durante una notte trascorsa sulle colline. Osservando dall’alto la Pianura Padana, Manuel si chiese se quel mare di luci che vedeva fosse davvero la terra che i nostri antenati avrebbero voluto lasciarci. Ovviamente la risposta è negativa, e da questo nasce il desiderio di una nuova primavera per quel mondo soffocato dall’asfalto.

La canzone On Whispering Hills mostra tutte le vostre potenzialità. Credo che in quel brano vi siete lasciati trasportare dall’ispirazione e il risultato è davvero notevole.

Grazie molte, abbiamo ricevuto un sacco di complimenti per quella canzone in particolare. Diciamo che con On Whispering Hills abbiamo voluto dare libero sfogo alla nostra creatività. Volevamo che la traccia conclusiva di Nemeton Dissolve fosse un preludio per quello che potrebbe diventare il nostro sound, ovviamente evolvendo continuamente, senza adagiarci su nessuno stilema.

Mi è piaciuto molto l’artwork del disco, elegante e raffinato, realizzato da Elisa Urbinati. C’era un’idea di base che lei ha sviluppato oppure ha avuto libertà artistica?

L’idea per l’artwork è cambiata spesso durante la produzione. Ci piacciono i soggetti eleganti ed incisivi, ed Elisa ha un talento straordinario per questo genere di opere. Volevamo una “i” inscritta in una ghirlanda di betulla e, da questo semplice canovaccio, Elisa ha fatto il resto. Il risultato ci ha convinto subito.

Quale sarà il prossimo passo degli Insubria? Un EP con più canzoni? State lavorando a qualcosa di nuovo?

Ora stiamo lavorando alla promozione dell’EP, a breve inizieremo a cercare un contratto discografico e se la sorte vorrà il prossimo lavoro degli Insubria sarà un album. Chissà. Abbiamo già ricevuto alcune offerte, ma per ora non abbiamo ancora contattato nessuna label che possa fare al caso nostro. Intanto stiamo lavorando alle nuove canzoni, le idee non mancano e la passione è tanta, veramente tanta e se dovessimo pubblicare un nuovo EP esso conterrà sicuramente più canzoni.

Com’è un concerto degli Insubria? Quante canzoni avete in repertorio e vi piace suonare qualche cover?

Durante i nostri live cerchiamo di essere coinvolgenti. Ognuno di noi cerca di attingere il meglio dalle proprie esperienze passate per donare dinamicità alla performance. Cerchiamo di mandare un messaggio al pubblico, obiettivo non sempre di facile riuscita visto che i testi delle nostre canzoni sono piuttosto intimisti e volutamente poco espliciti. La nostra scaletta contiene otto canzoni di cui sei originali: tre provenienti da Nemeton Dissolve ed altre tre inedite. Abbiamo due cover ri-arrangiate secondo il nostro gusto che proponiamo in rotazione nelle nostre scalette: Blinded By Fear degli At the Gates e Bed Of Razors dei Children Of Bodom. Le suoniamo semplicemente perché sono delle canzoni che apprezziamo moltissimo ed il pubblico ne è molto entusiasta.

Come vedete la scena folk metal italiana? Siete in contatto con altre band?

La scena folk metal italiana è viva e brulicante di band davvero meritevoli. Crediamo che essa non abbia nulla da invidiare a nessun’altra scena metal nazionale. Ha regalato perle inestimabili per lo sviluppo del genere, sia oltr’alpe sia, ovviamente, nella nostra penisola. Basti pensare a capolavori come De Ferro Italico degli abruzzesi Draugr o a Furor Gallico dell’omonima band. Anche le band emergenti hanno molto da offrire, e spesso regalano lavori incredibilmente apprezzabili. Ce n’è per tutti i gusti e speriamo di entrarne a far parte anche noi!

Purtroppo, essendoci formati da pochissimo, non abbiamo avuto ancora modo di poter suonare con altre band folk metal. Il nostro frontman, Manuel, ha avuto modo di conoscere Samuele e Fabrizio degli Atlas Pain, ragazzi simpatici e disponibili.

Avete carta bianca per dire qualunque cosa. Grazie per l’intervista!

Vogliamo ringraziare innanzitutto lo staff di Mister Folk per la piacevole intervista, i nostri fan e tutti coloro che ci sono stati vicini durante la scrittura, la produzione e la pubblicazione di Nemeton Dissolve. E ovviamente mandiamo un saluto speciale a tutti i lettori di Mister Folk! Seguiteci sui nostri profili social per tutti gli aggiornamenti e le novità future!

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