Atavicus – Di Eroica Stirpe
2019 – full-length – Earth And Sky Productions
VOTO: 8,5 – recensore: Mr. Folk
Formazione: Lupus Nemesis: voce, chitarra, orchestrazioni – Triumphator: chitarra, basso – Tamoth: batteria
Tracklist: 1. Come Nasce Un Eroe – 2. L’Estasi Del Sangue – 3. L’Ardire Degli Avi – 4. Divina Lama Invitta – 5. Canto Di Dolore Dell’Antica Dea Madre – 6. Consacrato All’Eterno – 7. Safinim – 8. Di Eroica Stirpe
Finalmente, dopo ben cinque anni di attesa, gli Atavicus pubblicano il primo full-length. La band si era prepotentemente affacciata sul mercato nel 2014 con l’EP Ad Maiora, lavoro che ha subito riscosso consensi e creato attesa per il successore. Negli anni seguenti sono arrivati un paio di singoli (L’Ardire Degli Avi e Safinim, stampati in poche decine di copie), ma del debutto su lunga distanza neanche l’ombra. Nel frattempo non sono mancati concerti e progetti paralleli, ma c’è da dire che se l’attesa è servita per avere poi tra le mani questo Di Eroica Stirpe, allora gli Atavicus sono più che giustificati. Il sound del gruppo abruzzese è quello che li ha caratterizzati fin dai primi passi mossi: un coatto metal muscoloso e ignorante (tra pagan, heavy e black), fatto di massicci riff di chitarra e cori di grande impatto, epici e maschi fino al midollo. Non ci sono novità quindi nella proposta di Lupus Nemesis e Triumphator, ma è da registrare un’impennata di cattiveria nei momenti più vicini al black metal e un’ondata di testosterone nei ritornelli e nei cori che sono solenni e maestosi come mai prima.
Presentato esteticamente dalla copertina realizzata da Svafnir (voce dei Draugr in De Ferro Italico), Di Stirpe Eroica gode di una produzione all’altezza della situazione che permette all’ascoltatore di beneficiare al meglio del lavoro svolto in studio di registrazione. Il merito maggiore, però, va riconosciuto agli Atavicus per aver composto una manciata di canzoni che colpiscono nel segno fin dai primi ascolti, con chorus facilmente memorizzabili e una serie di passaggi per niente scontati e che mettono in mostra una bravura dei musicisti che forse viene messa in ombra dall’attitudine in your face che è da sempre il loro marchio di fabbrica.
Il disco parte in maniera spettacolare con Come Nasce Un Eroe, furioso up-tempo che picchia duro fin dai primi secondi, ma che rallenta nei momenti giusti e apre alla melodia quando ce n’è bisogno: un’opener praticamente perfetta! L’Estasi Del Sangue continua l’assalto sonoro anche se in maniera diversa, con lo stacco acustico a tre quarti di brano particolarmente ispirato e il finale che ricorda da vicino la parte narrata del capolavoro De Ferro Italico (la canzone). La terza traccia è L’Ardire Degli Avi, già nota in quanto pubblicata nel singolo di due anni fa, ma qui presentata in una versione più pulita e “ingentilita” che rende giustizia alla bellezza dei riff e che dà ai cori uno spessore maggiore. Si prosegue con i titoli roboanti, questa volta tocca a Divina Lama Invitta. L’inizio è furibondo, ma gli arpeggi di chitarra che ricordano i Dissection prima e l’ingresso delle orchestrazioni in seguito creano melodia laddove c’era solo distruzione. Il brano prosegue con ritmiche al limite dell’umano, ma sempre con il marchio Atavicus ben in mostra, soprattutto quando la voce di Lupus Nemesis si fa pulita e profonda. L’iniziale pianto disperato di Canto Di Dolore Dell’Antica Dea Madre è straziante, la canzone si sviluppa in un mid-tempo molto arioso e ben costruito, con elementi folk che nel sound della band abruzzese si incastrano alla perfezione. Dopo l’intermezzo Consacrato All’Eterno parte Safinim, canzone da oltre dieci minuti di durata. Un pezzo che difficilmente si immaginava potesse essere nelle corde degli Atavicus, ma che è in verità una vera perla di rara bellezza. Il songwriting è fluido, le parti sono ben collegate tra loro e durante l’ascolto non si ha l’impressione di trovarsi dinanzi a una canzone forzatamente lunga. Il break dopo quattro giri di lancetta, tra uccellini cinguettanti, lo scrosciare della pioggia e i tuoni in lontananza, rallenta il battito cardiaco e porta al nuovo ingresso della distorsione, questa volta all’insegna della varietà (e imprevedibilità): con un riffing insolito e per certi versi vicino al thrash teutonico si apre la “seconda” parte di Safinim, abbellita da tastiere ampollose e improvvise accelerazioni totalmente devote al black metal. Sì, con Safinim gli Atavicus si sono superati realizzando una canzone dal forte impatto sonoro/emotivo:
“In un momento senza tempo è racchiuso lo spirito eroico di una stirpe che sempre guiderà il guerriero devoto alla via della dell’onore e della virtù.”
La title-track chiude in maniera magnifica il debutto degli Atavicus: sette minuti di metallo muscoloso ma che non disdegna la melodia, con grandi picchi di epicità e la sensazione che la formazione abruzzese, quando vuole, sa sfornare piccoli capolavori.
Cinquantadue minuti di potente metal che non si fossilizza in un’unica forma musicale, ma che è facilmente riconoscibile come lo stile degli Atavicus. Si nota, da metà disco in poi, una maggiore ricerca per la melodia e le parti meno violente: una scelta diversa per la tracklist, forse, avrebbe reso l’ascolto ancora più entusiasmante. Le canzoni funzionano alla grande e con Di Eroica Stirpe i musicisti abruzzesi hanno compiuto il passo in avanti che da loro ci si aspettava: gli anni di attesa sono stati tanti, ma la qualità del prodotto finale giustifica l’attesa. Bentornati Atavicus!
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