Atavicus – Ad Maiora
2014 – EP – Nemeton Records
VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Lupus Nemesis: voce, chitarra, tastiera – Triumphator: chitarra, basso
Tracklist: 1. Intro – 2. Sempiterno – 3. La Disciplina Dell’Acciaio – 4. Epos – 5. Lucus Angitiae – 6. Superbia In Proelio – 7. Tyrants
Una delle uscite più attese del 2014 era sicuramente quella degli Atavicus, band nata dalle ceneri dei Draugr: i due componenti, difatti, sono stati rispettivamente chitarra (Trimphator) e voce (Lupus Nemesis) del gruppo che ha pubblicato due dischi di assoluto livello europeo come Nocturnal Pagan Supremacy e De Ferro Italico. Diciamolo subito, chi si aspetta un sound vicino stilisticamente a quello di Legio Linteata e L’augure E Il Lupo rimarrà in parte deluso: gli Atavicus hanno già un sound personale e definito, sicuramente più estremo e aggressivo degli ultimi Draugr. Volendo un po’ forzare i paragoni si può dire che Ad Maiora prende parte dell’irruenza black metal di Nocturnal Pagan Supremacy e la unisce, in parte, con l’epicità del capolavoro De Ferro Italico. per quel che riguarda i momenti più melodici e i ritornelli.
Ad Maiora è un EP di quasi trentasette minuti composto da sette tracce (intro e intermezzo inclusi) e la cover Tyrants dei norvegesi Immortal. Il disco si presenta esteticamente molto bene: il formato scelto è quello digipack (per le prime cento copie) dalle tinte scure, la copertina nella sua semplicità richiama alla regione d’origine dei musicisti, al contenuto musicale e ai testi. Il bel logo è opera di Davide Cigalese, cantante dei Furor Gallico e curatore dell’artwork di Ferocior Ad Rebellandum dei Korrigans.
Come suona Ad Maiora? La frase pubblicata dagli Atavicus sulla propria pagina Facebook appena ufficializzata la nascita del gruppo è perfetta per far capire la strada intrapresa: “quando il ferro diventa acciaio…”. Si tratta, difatti, di un metal estremo fortemente influenzato dal black, dove non mancano tratti epici, momenti melodici, cori e voci imponenti che si sposano con riff tritaossa.
Dopo il classico delicato intro inizia con estrema violenza Sempiterno, brano assassino dove si alternano sfuriate sanguinolente, aperture armoniche e cori da urlare a squarciagola:
Leggende di tempi antichi
Ricordano i nostri avi
In storie di gloria e sangue
Di nobili anime eterne
Il brano, nei suoi sei minuti e mezzo, vede la voce di Lupus Nemesis affilata come non mai, i riff di Triumphator annichiliscono l’ascoltatore e il contrasto con il ritornello è favoloso tanto imponente. Si riconosce facilmente la drum machine al posto del batterista in carne e ossa, ma il lavoro svolto è stato di grande qualità sia per gusto che per quel che riguarda i suoni. Chiaramente un drummer “vero” potrebbe dare una dinamica ai pezzi ben diversa, ma il risultato in Ad Maiora è veramente molto buono. Il disco prosegue con La Disciplina Dell’Accaio, canzone introdotta da momenti di melodia (chitarra/voce) dove a spiccare è la frase “Mor Tua, Vita Mea”, frase che prenderà sempre più importanza con lo scorrere dei minuti. Immancabile e gradita l’accelerazione che porta una sana dose di cattiveria prima del ritorno alle sonorità più melodiche per gli Atavicus. Epos è un intermezzo da oltre quattro minuti che non stonerebbe in un (bel) film fantasy, ma che per questo EP risulta essere decisamente troppo lungo. Lucus Angitiae è un bel mid tempo dal sapore “retrò” che ben si sposa con la cover finale degli Immortal. In questo pezzo la tastiera ricopre un ruolo fondamentale (non a caso il volume è molto alto) e i quasi sette minuti di durata sono supportati da diversi cambi di tempo, ottimi riff chitarristici e un favoloso sapore nineties che riporta chi ha superato da un po’ i trenta anni d’età in quel periodo ormai così lontano. Il cd procede con l’eccellente Superbia In Proelio, un assalto sonoro guidato da impavidi guerrieri lanciati verso la morte del nemico e la propria. Le urla feline del singer e le note al fulmicotone del chitarrista portano terrore e ansia, quanto il break centrale formato da riff più lenti e rumori di battaglia serve a dare respiro all’ascoltatore e caricarlo prima delle ultime sfuriate.
L’etera voce di una terra senza età
Canta un’antica memoria
Il vento che freddo i monti sferza
Grida al cielo “vittoria”
Chiude Ad Maiora in maniera convincente la riuscita cover di Tyrants dei blacksters Immortal, band amata dai componenti degli Atavicus.
Un paragone sicuramente azzeccato per gli Atavicus è quello con Andrea Masi, giocatore di rugby dei London Wasps e colonna portante della nazionale italiana. Lui, abruzzese doc, tra i più forti nel ruolo di centro/estremo, ha cuore e fisico per imporsi sugli avversari, in grado di fomentare gli spettatori quando recuperata la palla nei propri ventidue metri riparte alla conquista del campo con la sua tipica corsa un po’ obliqua, andando sempre all’impatto con tutta la forza e la voglia che può metterci un aquilano. Stessa cosa per gli Atavicus: non sempre perfetti (almeno per il momento), ma in grado di gasare gli ascoltatori come pochi altri sanno fare. Fomento è la parola giusta. Gli Atavicus fomentano, le loro canzoni aggressive e crude sono quanto di più esaltante ci sia in questo momento.
Ad Maiora è un buonissimo EP di debutto: i piccoli difetti (in particolare la registrazione, per certi versi eccessivamente grezza) verranno sicuramente limati con il tempo e il disco di debutto sarà una vera e propria esplosione di acciaio italico.
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