Live Report: Montelago Celtic Festival 2014

MONTELAGO CELTIC FESTIVAL – XII EDIZIONE

1-2 AGOSTO 2014, ALTOPIANO DI COLFIORITO (MC)

mcf-copertina bianca

NB: il report si riferisce alla sola giornata di sabato 2 agosto.

Il Montelago Celtic Festival è un appuntamento fisso per ogni amante della musica e del sano divertimento. Non importa se negli altri trecentosessantatre giorni si ascolta metal, blues o indie rock, il MCF ha la capacità di adunare ventimila persone e farle divertire, emozionare e ballare tutte quante.

L’altopiano di Colfiorito (MC) è splendido più che mai, soprattutto dopo un anno nella caotica (ma comunque bellissima) Roma: il verde dei boschi e l’azzurro del cielo sembrano usciti dai quadri preraffaeliti dei maestri inglesi dell’800, il terreno – tolta l’area per il campeggio – è compatto e asciutto nonostante gli acquazzoni dei giorni precedenti, e di questo si possono solo ringraziare gli Dei. L’aria fresca e pulita accoglie ogni spettatore, i suoni in lontananza di cornamuse o del simpatico speaker che commenta il torneo di rugby mette di buon umore… insomma, tutto perfetto anche per la XII edizione del festival druidico dell’Appennino umbro-marchigiano!

Anche questa volta io e Persephone confermiamo le impressioni avute negli scorsi anni: il Montelago Celtic Festival è il miglior evento al quale abbiamo mai partecipato, sia da spettatori che da reporter. L’ospitalità del personale, a partire dai botteghini per concludere con la security, è impressionante, tutti gentilissimi e cordiali come è impossibile da trovare in un festival che raccoglie così tante persone. Il lavoro di noi addetti ai lavori viene semplificato al modo, l’organizzazione è una macchina perfetta ormai rodata e sicura. Anche questo rende MCF unico.

Come sempre, il programma è ricco di eventi, incontri, corsi e attività di vario tipo. La Tenda Tolkien ha visto, tra le altre cose, la presentazione del mio libro Folk Metal. Dalle Origini Al Ragnarök (Crac Edizioni) e le conferenze sui alcuni grandi amori come quello tra Aragorn e Arwen e tra Robin e Marian, sulla storia della cornamusa e gli strumenti musicali della tradizione celtica, oltre ai deliziosi matrimoni celtici. Non mancano corsi di cornamusa, arpa e chitarra acustica a cura di veri maestri dello strumento.

La cornice del mercatino è, al solito, entusiasmante, e le bancarelle sono più varie e interessanti che mai: artigianato a tema, libri, riproduzioni di armi, bottiglie di alcool di rara reperibilità e tanto altro ancora sono solo alcuni dei temi trattati dai mercanti, ce n’è per tutti i gusti! Presente anche lo spettacolare torneo di rugby seven e i vari giochi celtici, seguitissimi e con tanti partecipanti che decidono di mettersi alla prova. Il Mortimer Pub è sinonimo di buona birra, musica di qualità e un punto di ritrovo come ce ne vorrebbero in tutte le città d’Italia. L’accampamento storico è sinonimo di qualità: i gruppi di rievocatori presenti sono tra i migliori in Italia e la battaglia che di rito si svolge il sabato alle 20 è tra le cose più spettacolari ed emozionanti dell’intero Montelago Celtic Festival.

La musica è, come sempre, uno dei punti focali della manifestazione. Quest’anno l’organizzazione ha voluto introdurre qualche elemento di novità al sound tradizionale del festival, fatto in se positivo e coraggioso. Dopo l’accensione dei Sacri Fuochi, alle 21 è iniziata la musica sul palco principale, proseguendo fino all’alba. Le brave Medieval Divas rappresentano la novità positiva: tre danzatrici bellydance che hanno portato aria fresca e attirato l’attenzione anche dei più distratti grazie ad uno spettacolo sicuramente “diverso” che ha sicuramente ripagato la fiducia ricevuta. Dopo di loro è stato il turno dell’Elfic Circle Project del grande Andrea Seki e del “boss” Paolo Alessandrini, ideatore del The City Of Rome Celtic Festival, alle prese con sonorità indo-celtiche di grande impatto e, al contempo, delicatezza. Alle 22.15 è il turno dei Mortimer McGrave, semplicemente i padroni del MCF. Suonano ogni anno e continuano a far divertire, cantare e saltare praticamente tutti quanti. Lo show è stato – come al loro solito – di gran qualità, confusionario e irriverente, con alcune classiche gag e momenti di grande musica. La grande bravura dei musicisti non smette mai di sorprende, anche a chi, come il sottoscritto, conosce i vari Andy Silver e Vinnie Sportello di kurnalcooliana memoria ormai da quasi venti anni. Lo spettacolo messo in piedi da Mortimer e Pisellò non ha rivali e la platea non può far altro che lasciarsi trascinare dalle note della band e ballare, saltare, ballare, sorridere e ballare ancora.

I francesi Celkilt sono saliti sul palco belli carichi per riversare sul pubblico il loro massiccio e allegrissimo folk rock: nonostante un viaggio lungo, quattordici ore per raggiungere la sede del festival, i cinque musicisti hanno suonato con grande energia, saltando e correndo per il palco per tutta l’ora dello show. Assolutamente da menzionare l’hit Everyday’s St Patrick’s Day, canzone cantata a gran voce dalle migliaia di persone sotto al palco. Cambio di sonorità con i The Sidh, band che propone un particolare e nuovo insieme di sonorità, con la tastiera in grande evidenza: un sound che non mi ha entusiasmato, anche se buona parte del pubblico ha risposto positivamente al “dance folk” (definizione ascoltata un paio di volte da persone vicine a me mentre il gruppo era sul palco). Si torna al “classico” con i Next Stop Band, ultima band vista prima del crollo fisico che mi ha costretto a tornare nel camper prima del tempo (circa le 4 del mattino). Tra cover di vecchi leoni (Ac/Dc) e pezzi dal sapore country americano, anche grazie a una grande presenza sul palcoscenico e alla bravura dei musicisti, i lombardi (con Daniele Zancheddu dei Kalevala hms alla chitarra) hanno conquistato gli spettatori con uno spettacolo completo e diverso da tutto quello visto in precedenza. L’ora e l’alcool ci hanno costretto al rientro anticipato al camper, perdendo, purtroppo, la prova dell’ultimo gruppo in scaletta, gli Oloferne.

Cosa rimane della dodicesima edizione del Montelago Celtic Festival? Un’incredibile serie di sorrisi, abbracci e brindisi con amici vecchi e nuovi, tanto divertimento a suon di musica, momenti di grande commozione e una sensazione di libertà e vitalità che nei restanti giorni dell’anno si fatica anche solo a immaginare. Appuntamento per il 2015, caro Montelago, sempre con la speranza di incontrare il mitico Valeriooooo!!!

Testo: Mr. Folk – Foto a cura di Persephone

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